"2038: la rivolta", di Francesco GrassoLiber Liber
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Prefazione | Epilogo
Da "In cerca di Masaniello"
di Lara Mastrantuono

Prefazione

L'ipertesto che state per leggere è qualcosa di più della cronaca di una rivolta. Ho tentato di riversare nei suoi capoversi e nei suoi link tutte le sensazioni, i valori, i drammi, le verità e i segreti di un evento unico nella storia di questo nostro giovane secolo, un evento nel quale sono entrata forse indegnamente, seguendo gli indizi di un'inchiesta giornalistica, ma che poi ho vissuto in pieno, accettandone compiutamente le sofferenze e i rischi.

Questo ipertesto, sappiatelo, è il mio ultimo lavoro. La cronista che ero un tempo non esiste più: la Lara Mastrantuono di oggi ha deciso di dedicarsi anima e corpo alla ricostruzione della città, alla cura dei diseredati e delle vittime della nostra breve ma furiosa guerra civile.

In accordo a tale scelta, i proventi che deriveranno dalla vendita di questo saggio saranno interamente devoluti al Fondo Sociale Masaniello. Sappiatelo, quando acquistate il disco o scaricate il testo via rete: non state solo pagando per un frammento di Storia, ma state anche contribuendo a edificare le fondamenta di un nuovo vivere civile.

Il resoconto che state per leggere è stilato quasi sempre in prima persona. Benché possiate trovare la cronologia degli avvenimenti in appendice, scopo del testo che avete di fronte non è narrare freddamente lo svolgersi degli eventi.

Tutti voi, ne sono sicura, avete letto i proclami sulla Rete, siete stati informati dai notiziari sui media, avete assistito sul teleschermo a tutte le immagini possibili, dagli scontri di piazza alle battaglie fino all'armistizio; tutti voi avete seguito lo smascheramento del complotto, i negoziati di Anacapri, il processo ai vertici della Sezione Speciale, l'elezione del governo provvisorio, il graduale ritorno alla normalità...

Io non ripeterò banalmente ciò che è stato detto, non mostrerò ciò che è già stato visto. Anche se presenterò i fatti e i personaggi attraverso le lenti fredde della Storia, il mio punto di vista sarà comunque soggettivo, interno agli eventi, pregno di essi.

Io andrò a fondo, sviscererò le psicologie degli attori e il perché delle decisioni. Omaggerò chi ha perduto la vita credendo in ciò per cui lottava; ricorderò non solo i capi, ma anche i gregari. Ricorderò chi non si rassegnava, chi aveva a cuore il futuro proprio e quello degli altri, chi anteponeva la dignità e il diritto al conformismo...

Da tutto ciò, forse, sarò tentata di trarre una morale, e finirò magari nel cadere nel retorico. Non importa. Ciò che conta è che il messaggio giunga a destinazione.

Voi lettori, alla fine, capirete che la rivolta di Masaniello non è stato, come qualche sciocco urlatore dei media ha insinuato, un accadimento tra il folkloristico e il surreale, una guerra dialettale di tarallucci e mandolino. Capirete che essa ha concretizzato invece un pericolo latente, sospeso su tempi e luoghi anche molto diversi da Napoli e dai giorni nostri.

Ciò che è avvenuto nella città del Golfo e del Vulcano è già avvenuto e può ripetersi. Possiamo solo sperare che, ovunque avvenga, ci sia sempre un Masaniello pronto ad affrontare la minaccia e chi la rappresenta.

Di eroi come lui ci sarà sempre bisogno.

 

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