"2038: la rivolta", di Francesco GrassoLiber Liber
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Prefazione | Epilogo

13

Scegli bene i tuoi compagni, perché nessuno vince una guerra da solo.
Masaniello, Pensieri all'ombra del vulcano

Questa volta non poteva essersi sbagliata: era stato un grido, senza alcun dubbio. Lara voltò l'angolo del corridoio, vide la luce trapelare dalla porta socchiusa, vi si diresse in fretta. Ma qualcuno, all'improvviso, le sbarrò il cammino.

- Non è spettacolo per te, giornalista.

Il viso di Anselmo era truce. Ma Lara non si lasciò impressionare.

- Se questo è uno spettacolo, siete stati voi a invitarmi. - ribatté decisa - Coraggio, fammi entrare.

Il vecchio, con titubanza, si fece da parte. Lara gli sfilò accanto, gettò uno sguardo nella stanza, si arrestò portandosi una mano alla bocca.

- Dio santo... Che sta facendo? Fermatelo...

Tra gli uomini che assistevano alla scena dalla penombra, ci fu qualche mormorio d'assenso, timido, come voci sospese tra il fascino e il raccapriccio.

- Avanti, ragazzo, lascialo... - azzardò alla fine Stefano.

Masaniello alzò piano la testa. Ma non allentò la presa. Continuò a mordere selvaggiamente la guancia dell'uomo che giaceva, dibattendosi e gemendo, sotto di lui.

Il secondo prigioniero, gli occhi chiari pieni di terrore, era seduto a terra, con la schiena contro la parete, i capelli color mattone irti sulla testa, e fissava Masaniello, intento a sbranare il suo compagno, come se non riuscisse a credere a ciò che vedeva.

- Cos'è quest'orrore? - gridò Lara - Siete impazziti?

Masaniello atteggiò il volto a un ghigno. Poi, all'improvviso, diede uno strattone. La pelle del prigioniero si lacerò con un suono orribile. Un brano di carne restò in bocca al ragazzo incappucciato.

Il prigioniero ricadde all'indietro gemendo e restò a terra, portandosi le mani al viso ridotto a una maschera di sangue.

- Plastica. - dichiarò con voce roca Masaniello, in tono disgustato, sputando schiuma bianca e brandelli di tessuto sintetico - Forse l'altro ha un sapore migliore.

- No! - strillò Boselli, terrorizzato, addossandosi ancor di più alla parete - Io no! Cosa volete sapere? Vi dirò tutto!

Masaniello, ancora a quattro zampe, gli si avvicinò con un sorriso da lupo.

- Lei! - disse in fretta Boselli, puntando il dito verso Lara - Era lei il nostro obiettivo.

Il ragazzo incappucciato, con un balzo, lo afferrò alla gola. Snudò i denti.

Un canino ballonzolava vistosamente oltre il labbro inferiore. Masaniello lo saggiò con la lingua, lo strinse tra l'indice e il pollice. Poi scrollò le spalle e lo staccò senza sforzo dalla gengiva. Lo fissò con blanda curiosità. Un istante dopo, lo affondò nella carne dell'agente.

Boselli urlò.

- Aspetta! - intervenne Lara - Lascialo parlare.

- Parlare? - ripeté Masaniello, come se non riuscisse ad afferrare il senso dell'obiezione - Non servono entrambi vivi, per parlare.

- Uccidi lui, non me! - strillò Boselli, indicando Moretti che respirava affannosamente, gli occhi vitrei e il sangue che gli colava scuro dalle ferite.

Poi vide che Masaniello non l'ascoltava, e la sua voce si fece stridula. - Diglielo tu, ragazza, ti prego! È con lui che dovrete prendervela, non con me! È lui che ha picchiato la vostra amica, laggiù nel cesso! È lui che ti sta braccando da due giorni! Ti ha anche devastato l'appartamento! Io l'ho visto!

- Il mio appartamento? - ripeté Lara, sconcertata. Masaniello si fermò e si volse indietro con aria interrogativa.

- Te l'ha fatto a pezzi! - accusò Boselli - È un vero bastardo. Merita la vostra punizione. Ma io no. Io sono dalla vostra parte!

Stefano e gli altri borbottarono pensierosi. Lara intuì che, per qualche misteriosa alchimia di gruppo, avevano stabilito che fosse lei a prendere la decisione. Ciò la stupì. Aver riportato indietro Masaniello l'aveva forse resa membro de facto del Collettivo? Scrollò le spalle e rimandò le domande a un momento migliore.

- Tu non hai niente da dire? - chiese a Moretti, che cercava faticosamente di trarsi a sedere.

- La tasca interna della casacca. - biascicò l'uomo, sputando sangue e brandelli di epidermide dalle labbra spaccate. - Guardagli lì.

Lara colse l'improvviso pallore sul volto del secondo uomo, e s'incuriosì. - Cos'hai nella tasca?

- Non farti fregare, ragazza. - balbettò Boselli - È un bastardo, te l'ho detto. Uccidetelo e basta.

Lara fece un cenno a Masaniello. Il ragazzo incappucciato, senza farsi pregare, strappò la casacca di dosso a Boselli e la lanciò verso la donna.

- Aspetta! - strillò l'agente della Sezione - Tu...

Ma le dita di Lara tastavano già la rigidezza dell'oggetto celato tra le pieghe della stoffa. La donna aprì la cerniera della tasca interna, vi frugò dentro, ne estrasse un monile di cristallo orbitale. Toro, Cancro, Gemelli: ogni pietra raffigurava un segno dello Zodiaco.

Batté le palpebre, attonita, riconoscendo il gioiello.

- Mia madre... - mormorò - Cosa... cosa c'entra mia madre? Che le avete fatto?

Boselli balbettò qualcosa di incomprensibile. Masaniello, visibilmente stanco di attendere, grugnì soddisfatto.

- Va bene, hai fatto la tua scelta.

Artigliò Boselli, che si mise a urlare disperatamente. Ben presto le grida si ridussero a un gorgoglio atroce. Lara, inebetita, distolse lo sguardo.

- Tua madre è viva. - ansimò Moretti - Manda... qualcuno da lei, se vuoi... Ma non andare... di persona... Boselli ha riempito il posto... di VB15 regolati... sul tuo tracciato ormonale... Ti beccherebbero... subito.

- Ma io... devo. Mia madre...

- Mando due dei miei guaglioni. - assicurò Anselmo - Sono fidati.

- Mia madre... - ripeté ancora Lara, quasi incredula - Perché?

Moretti tossì espellendo umori giallastri e sangue. Un fiotto scuro schizzò dalla sua narice, insozzando il pavimento.

Lara si scosse. - Portate dell'acqua. - esclamò - E delle bende.

- È meno grave di quello che sembra, giornalista. - commentò Stefano, dando gli ordini - Quella che il ragazzo ha azzannato era una specie di maschera.

Moretti trangugiò voracemente il contenuto del bicchiere, poi ne versò ancora e si ripulì la bocca. Poco a poco, smise di tremare. Afferrò la salvietta, l'uso per asciugarsi il viso. I pezzi malconci di cartilagine posticcia si staccarono definitivamente.

Lara sobbalzò, ravvisando in lui l'agente dell'ospedale. - Sono strani i casi della vita, agente Moretti, vero?

- Lo conosci!? - proruppe Stefano, allibito.

- Abbastanza per sapere che può esserci utile.

Stefano si fregò pensieroso le orecchie a punta. - Dev'esserlo per forza, 'sto settantuno. Ha visto cosa lo aspetta, se prova a fare il furbo.

Moretti non lo degnò di una risposta. Con dignità, si tolse anche l'innesto di cuoio capelluto, lo gettò via.

- Il tuo nome non è Lamberti, vero? - chiese.

- Il NOS era di un collega. - ammise la donna - Ma non ti avevo mentito: mi chiamo Lara.

- Lara... - ripeté Moretti, asciutto - Farò ciò che vorrete. Ma non per paura di quel mostro. - aggiunse, accennando verso Masaniello.

- No? - rise Stefano. Ma la sua risata si mutò in tremito, quando vide cosa ancora il ragazzo incappucciato stava facendo sul corpo esanime di Boselli. Anche lui dovette distogliere lo sguardo.

- No. - confermò Moretti, guardandosi le unghie sporche di sangue, e fissando poi il vuoto, e i ricordi. - Lo farò per me stesso.

Per un'immagine nello specchio che mi sentirò in grado di affrontare, aggiunse, ma solo nella sua mente. Gli uomini che lo circondavano, del resto, non avrebbero capito.

Da "In cerca di Masaniello"
di Lara Mastrantuono

Se la rivolta napoletana fu grandemente sottovalutata dagli osservatori e dagli analisti, non altrettanto lo fu Masaniello. Sin dall'inizio, al contrario, egli fu temuto. Dicerie su una sua presunta ferocia e spietatezza lievitarono negli ambienti a lui ostili, sino a donare alla sua figura sanguinari contorni da belva disumana.

Masaniello, dal canto suo, non mosse un dito per sopire le fiamme che avvolgevano la sua leggenda: nei mesi della rivolta, una simile fama non era nociva, e lui lo percepiva con grande acutezza. Ma oggi, mentre gli echi delle sue gesta si frangono contro il vento della Storia, è giusto che la verità venga ristabilita. A me, come cronista, spetta questo compito.

Masaniello non fu una belva, non fu un mostro sanguinario. Era un uomo d'azione, e in battaglia lasciava certamente che la violenza riscuotesse il suo tributo. Ma non era uomo da infierire inutilmente sull'avversario vinto, non tollerava torture, né inutili spargimenti di sangue.

Questa, signori, era la sua natura. Voci e testimonianze presunte che affermino il contrario sono, senza ombra di dubbio alcune, menzognere.

Le conseguenze delle nostre azioni sono incubi per i vigliacchi e sogni per gli eroi.
Masaniello, Pensieri all'ombra del vulcano

- Perché mi cercavate?

Moretti accettò la sigaretta che Lara gli offriva. L'accese e aspirò il fumo con quieta passività.

- Ordine del Comando. - disse alla fine - La nostra missione era rintracciarti e comunicare la tua posizione a...

- A Capodimonte?

Moretti scosse la testa. - Direttamente al Nucleo Operativo. Il colonnello ha disposto che...

- Sarrese? - l'interruppe Lara.

L'uomo annuì. - Lo hai conosciuto?

Al ricordo, Lara sussultò, brividi di umiliazione mescolata a rabbia.

- Ho avuto il piacere.

- L'uomo che mi chiama William? - ringhiò interrogativamente Masaniello.

Lara annuì con espressione glaciale, senza rivolgergli una sola sillaba: l'esplosione di ferocia del ragazzo non le era piaciuta affatto. Non si illudeva certo di riuscire a cambiare la sua natura bestiale, ma voleva almeno fargli sapere che non approvava.

- Quell'uomo. - ringhiò ancora Masaniello - Dove si nasconde?

- Sarrese? - Moretti spense la sigaretta - Non lo so. A warn-con4 i vertici della Sezione abbandonano i compiti di routine e attivano le procedure di sicurezza. Potrebbe essere ovunque.

- Non capisco perché questo pezzo da novanta ti giudichi così importante, giornalista... - commentò Anselmo, versandosi un bicchiere odoroso di Falanghina - Se vuole arrivare a Masaniello, avrebbe tanti altri modi... - all'improvviso, sembrò colpito da un'idea illuminante. - Ma, forse... Aspetta.

Aprì un cassetto, ne trasse un involucro scuro. - Quando Salvatore e gli altri ti hanno liberato, accanto alla Mercedes, hanno raccolto questo.

Il vecchio aprì l'involucro, rivelando un dischetto bruno delle dimensioni di una moneta. Era sottile ai bordi, rigonfio al centro, e solcato da sottili venature radiali.

- Un'unità bio-zip Seagate. - commentò Moretti, sorpreso.

- Una cosa? - ripeté Lara.

- Tecnologia militare, riservata alla Sezione. - spiegò Moretti - Chi porta un memobox innestato nel lobo parietale usa questi dispositivi come archivi di backup... - osservò meglio il dischetto - Questa deve appartenere al colonnello.

Lara ripensò all'incidente d'auto, al corpo di Sarrese che gli franava addosso nell'abitacolo ricolmo di schiuma da impatto.

- Può essere. - ammise.

- Forse è questo bottone, ciò che il pezzo da novanta vuole. - meditò Anselmo, tamburellando le dita sul bicchiere scheggiato.

- Le mie consegne non ne parlavano. - commentò Moretti, laconico - Ma non significa nulla: Boselli poteva avere istruzioni a me segrete...

Lara si carezzò gli orecchini. - Sarebbe interessante leggere cosa c'è dentro. Ma non siamo in grado di farlo, vero?

Anselmo scrollò le spalle, di cattivo umore. - Io sono di un'altra generazione, è vero, ma quando vedo le meraviglie che questi bastardi usano, mi sembra di essere un cavernicolo.

- È vero. - gli fece eco Lara, amara, pensando alle cure raffinate che aveva visto somministrare agli agenti al Cardarelli e confrontandole con la rozza protesi che sostituiva grottescamente le braccia perdute sul lavoro di Pascià.

- Forse possiamo. - mormorò Moretti.

- Cosa?

- Credo che potremmo leggerla.

- E come?

- Lo zaino. - spiegò Moretti, a voce più alta. - Quello che portava il mio compagno. Dov'è?

Anselmo diede gli ordini, e qualche istante dopo un ragazzino dalla faccia bitorzoluta portò correndo la sacca di Boselli. Lara si sforzò di ignorare le macchie di sangue che ne imbrattavano la stoffa robusta.

Moretti, con aria impassibile, aprì lo zaino, scartò ammennicoli di varia foggia e dimensioni, scelse il digipad di Boselli e un paio di adattatori.

- Forse con questo... - trafficò sull'interfaccia multipla, accese il digipad. - Ci sono: datemi la Seagate.

Anselmo fissò Lara con aria interrogativa. La donna annuì. L'anziano, sospettoso, consegnò il dischetto all'agente e tornò al suo vino.

Moretti picchiettò nervosamente sui tasti. - Chiede una parola d'accesso. Me l'aspettavo...

- E allora? - chiese Lara - Come facciamo?

L'uomo scrollò le spalle. - Tentiamo. Quel bastardo di Boselli collezionava software di intrusione... Vediamo se qualcuno dei suoi programmi è abbastanza potente...

Impostò i comandi e attese. Nulla. Tentò di nuovo. Questa volta, dopo qualche secondo, sul digipad si accese una spia verde.

- Ci siamo. - commentò Moretti, asciutto - Ho forzato i controlli.

- Forza, allora. - lo esortò Lara - Andiamo avanti.

- Non ho un monitor. - mormorò Moretti, a labbra strette - Imposto la lettura vocale.

Il digipad ronzò lamentosamente. Poi il sibilo crebbe d'intensità, virò in una voce umana. Lara, Anselmo e Masaniello, dapprima scettici, poi attoniti, infine agghiacciati dalla rivelazione, ascoltarono.

- Mio Dio... - balbettò la donna. - Mio Dio...

 

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