"2038: la rivolta", di Francesco GrassoLiber Liber
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Prefazione | Epilogo

6

PROCLAMA

Popolo mio,

ho combattuto al tuo fianco nella battaglia di Bagnoli. Mi hai visto lanciarmi avanti, spezzare il cerchio dei nemici e condurre chi mi seguiva alla libertà. A te, e a coloro che ancora non mi conoscono, rivolgo il mio grido.

Svegliati, popolo mio, apri gli occhi, combatti! Ci hanno coperto di catene, ci hanno vessato, corrotto, umiliato. Ma è giunto il giorno di dire basta, di liberarci dalla schiavitù. Io questo lo grido, e anche tu devi urlarlo, forte, insieme a me e a tutti i compagni, finché il fragore delle nostre grida, e della nostra giusta ira, come una tempesta, sommergerà chi ci opprime.

La schiavitù è una serpe dalle mille teste, popolo mio, e la più velenosa tra queste si chiama droga. Io ho deciso che sconfiggerò, che schiaccerò questa bestia strisciante, e comincerò tagliandole la testa che più ti avvelena. Ho cominciato a farlo a Sant'Anastasia, e continuerò fino alla vittoria. Questo ti prometto, popolo mio. E quando lo manterrò, tu crederai in me.

Oggi, 29 Giugno 2038, sono nato di nuovo.

Masaniello

- Che ne dici?

Anselmo socchiuse gli occhi, scorrendo per l'ennesima volta quelle poche righe. Giunto in fondo, storse la bocca in una smorfia dubbiosa.

- Molto pretenzioso, giornalista.

- È una critica? - s'informò Lara.

- Forse. In realtà non lo so. - ammise l'altro.

- E allora? Che ti prende?

- È piuttosto diverso da ciò che avevo in mente. Mi chiedo se...

- Cosa?

- Mi domando se non stiamo pretendendo troppo dalle nostre capacità. - Anselmo rivolse lo sguardo al divano - O dalle sue.

Lara si carezzò l'orecchino con aria combattuta. Cosa stava facendo, si chiese, a quel povero ragazzo vestito di stracci, defraudato di una faccia da mostrare alla gente, privo persino di un paio di scarpe? Cos'era il suo, un tentativo di organizzare una rivoluzione a tavolino? C'era indubbiamente del marcio nell'edificio sociale della metropoli, lo aveva sempre pensato, ma chi le dava il diritto, lei semplice giornalista priva d'ogni preparazione politica, di criticare, di sfidare l'ordine?

No, si rispose. Lei era nel giusto. Senza il suo intervento, ne era certa, Anselmo e Salvatore avrebbero fatto del ragazzo mascherato il golem della loro vendetta privata contro i nuovi signori della camorra. Lei stava cercando di donargli uno scopo più nobile, un traguardo più alto.

Del resto, ricordava bene la loro prima conversazione: la rabbia e l'amarezza che aveva colto nelle parole di lui erano le tracce carsiche di un risentimento popolare, spicciolo, ancora senza forma, ma che aspettava solo un nome per concretizzarsi. Sì, lei non era nulla più di una madrina di battesimo: doveva solo convincersene.

- Perché Masaniello? - chiese Salvatore.

- Domani è l'anniversario della nascita. - spiegò - Una coincidenza davvero appropriata, non credi?

- Hai gusto per le trovate drammatiche, giornalista. - osservò Anselmo.

- È il mio lavoro.

- Naturalmente - concesse il vecchio - E il resto? Sei sicura di riuscire a...

- Te lo ripeto: è il mio lavoro.

- Lo dici come se dovesse rassicurarmi. Ma io ho sempre diffidato di chi campa maneggiando una penna.

Lara tentò di spezzare la tensione. - Hai letto Mark Twain?

- Qualche CD in prigione. - replicò Anselmo, stupito - Cosa c'entra?

- Sai cosa diceva dei giornalisti?

- No.

- Che sono quelli che sanno distinguere le notizie vere dalle balle... e poi pubblicano le balle.

Il vecchio fece un mezzo sorriso. - Divertente.

- Probabilmente vero.

Anselmo rilesse ancora una volta il proclama. Sembrò valutarne ogni passaggio, soppesarne i pro e i contro. Era in lotta con se stesso, e si vedeva. Alla fine, sospirando, approvò con un cenno del capo.

- E va bene, mi hai convinto. Facciamolo.

Lara sorrise, compiaciuta dall'accordo raggiunto. - Lo faremo.

- Solo una domanda, guaglio'. - intervenne Salvatore - Prima di brindare... Avete pensato come dirlo a lui?

Lara tornò seria: l'uomo tarchiato aveva maledettamente ragione. Tornò a volgere lo sguardo verso il corpo che giaceva sul divano a fiori del suo soggiorno.

E sobbalzò. Il ragazzo cui si era arrogata il diritto di dare un nome aveva aperto gli occhi. E la fissava.

Da "In cerca di Masaniello"
di Lara Mastrantuono

Per capire l'importanza del primo proclama di Masaniello, nonché l'impatto che la sua pubblicazione ebbe sull'opinione pubblica, occorre riflettere sulla particolare situazione in cui versavano a quei tempi le fonti d'informazione di massa. Esse vivevano infatti un delicato momento di transizione: solo qualche anno prima l'exploit mediatico di Masaniello non sarebbe stato tecnicamente possibile; appena sei mesi dopo, a causa della nuova normativa (il decreto europeo Lecherche-Brandt), non sarebbe stato più realizzabile.

Il quotidiano di Napoli, il Mattino, non costituiva un'eccezione al panorama del servizio informativo all'alba del terzo millennio...

(link) -> à Già negli ultimi anni del ventesimo secolo il proliferare delle E-zines era stato segnalato con preoccupazione dagli analisti del settore. Allo scoccare del nuovo millennio il livello qualitativo delle riviste amatoriali sulla Rete divenne paragonabile a quello delle testate d'informazione professionali, grazie all'enorme larghezza di banda offerta dalle nuove connessioni in fibra multifase, il crollo dei prezzi dei dispositivi audio-video, il caos e i ritardi in campo legale. I vecchi equilibri ne furono sconvolti.

La prima a crollare fu l'editoria tradizionale. Già nel 2015 la produzione mondiale di testi cartacei poteva dirsi virtualmente cessata: tra il costo della cellulosa, le spese di produzione e quelle di distribuzione, semplicemente le Case Editrici non potevano reggere la concorrenza.

Ma anche l'industria cinematografica tradizionale dovette affrontare una crisi drammatica. A partire dagli anni venti, qualunque privato fu in grado di realizzare in computer graphic film di livello professionale e di rendere i prodotti finali disponibili a tutto il mondo tramite la Rete.

I software per la simulazione di attori famosi, contemporanei e del passato, fecero il resto. Perché il pubblico avrebbe dovuto continuare a pagare ciò che poteva ricevere gratis dalla Rete?

Il mercato dell'home video crollò definitivamente tra il 2018 e il 2019. Il circuito delle sale cinematografiche tradizionali resistette ancora qualche anno, ma alla fine seguì lo stesso destino.

A tali sconvolgimenti non sfuggì il mondo dei notiziari. Grazie alle nuove tecnologie, chiunque avesse un'opinione da esprimere, un punto di vista da supportare, una storia da raccontare, adesso aveva la possibilità di rivolgersi a platee sterminate. E lo fece.

Il dilagare di notiziari fatti in casa, stilati senza il minimo controllo, basati sull'eccesso e sullo scandalo quali unici mezzi per emergere nel mare dell'informazione offerta on-line, portò a una drammatica perdita di affidabilità dei media. La verifica delle fonti, difatti, non preoccupava nessuno di questi ineffabili Orson Welles della domenica: se andare in cerca delle notizie risultava troppo gravoso, bastava inventarsele... Culmine di questo fenomeno, il caso Jackson-Halloway.

(link) à Nel settembre del 2014 Martin Luther Jackson, primo uomo di colore mai giunto alla Casa Bianca, venne accusato di violenza sessuale da una stagista, una giovane bianca di nome Melissa Halloway. Alcune reti indipendenti diffusero su Internet un filmato amatoriale, che si disse ripreso da una microcamera nascosta dalla stessa Halloway. Tale video, della durata di un paio di minuti, riprendeva il presidente Jackson intento a strappare i vestiti di dosso alla stagista e a brutalizzarla sul pavimento della Sala Ovale. La reazione del pubblico, specie di quello strato della popolazione esponente di una cultura ancora ben lungi dall'essere scomparsa, fu violentissima. Inutilmente i tecnici dello FBI dimostrarono che si trattava di un falso: il filmato, benché sequestrato, rimbalzò sulle migliaia di siti non ufficiali di informazione, e fece nascere una vigorosissima leggenda metropolitana. Nonostante fosse innocente, Jackson subì tali pressioni da essere costretto a dimettersi. (ritorna al testo principale)

I giornali professionali poterono rispondere in un solo modo all'offensiva dei "dilettanti dell'informazione": con la serietà e la correttezza, screditando gli avversari e dimostrando il proprio rigore. Solo la politica della certificazione della notizia permise ad alcuni grandi quotidiani e a reti come la CNN di sopravvivere. Come fu detto, in quei giorni nessun direttore avrebbe pubblicato una notizia di cui non fosse sicuro quanto (e più) della propria moglie. (ritorna al testo principale)

...ed era perciò anch'esso grandemente vulnerabile. E Masaniello lo colpì proprio al cuore costringendolo, pena la sua stessa sopravvivenza come pubblicazione professionale, a stare al suo gioco.

Lavoro sodo, per prepararmi al mio prossimo errore.
Masaniello, Pensieri all'ombra del vulcano

Come aveva previsto, la redazione era in subbuglio. Senza curarsi del caos, Lara attraversò il corridoio, raggiunse la scrivania, appese la borsetta al gancio dell'appendiabiti, sistemò le pieghe della gonna e sedette con la massima tranquillità, poggiando i gomiti spigolosi sul ripiano plastico, intrecciando le dita e adagiandovi sopra il mento sottile. Poi si dedicò ad ascoltare i commenti frenetici dei colleghi. Dal loro tono, capì che alcuni di loro erano in fibrillazione, altri pericolosamente prossimi all'isteria.

- Com'è potuto succedere?

- Ha chiamato il Prefetto! È furioso!

- Ho dovuto staccare la linea esterna! Non smetteva più di squillare!

- Siamo rovinati!

- Finiremo come quei disperati de Il Messaggero! Mio cognato era in redazione... Non è più riuscito a trovare lavoro!

- Ah, no! Disoccupato no! Io mi taglio le vene!

- Ma non dire cazzate!

- Torno alle mie montagne, allora. Un paio di galline, un orto, qualche maiale... si può vivere anche così, non credi?

- Puttanate! Voglio vederti, senza il cellulare e le carte di credito!

Lamberti sembrava il più lucido di tutti. Immobile, le braccia conserte poggiate sopra la marmorea protuberanza del ventre, aveva uno sguardo duro, determinato.

Strano, considerò Lara. Che fosse troppo stupido per spaventarsi? Forse...

Attilio non si vedeva, ma la porta del suo ufficio era socchiusa, e dal piccolo varco tra il legno e la parete giungevano echi di una discussione accorata. Con crudele compiacimento, la donna si chiese quante camicie il caporedattore avesse già inzuppato di sudore, quella mattina.

- Hai saputo, ragazza? - sussurrò Rita, sulle guance un pallore spaurito che neppure il pesante fard di marca francese riusciva a coprire.

- Cosa?

- Un pirata ha bucato il nostro firewall e sabotato l'edizione di oggi.

- Davvero? - commentò Lara, tranquilla.

- Guarda la prima pagina, se non ci credi.

Lara, naturalmente, non aveva alcun bisogno di accendere il terminale. Il proclama di Masaniello troneggiava sullo schermo di tutti i colleghi.

- Perché non avete ancora cancellato l'intrusione? - azzardò, con l'aria più ingenua che riuscì a mettere insieme.

Rita sussultò. Lara si accorse che tremava: sapeva bene perché.

- Ci stiamo lavorando da stamattina, ma ormai il danno era fatto.

Lara si toccò delicatamente l'orecchino sinistro. - Capisco... Avevate già scaricato l'edizione sui siti mirror, vero?

L'altra annuì. Sotto le palpebre dipinte con l'henné aveva gli occhi lucidi, e sembrava prossima a perdere i sensi.

- Chiunque sia stato, ha lavorato maledettamente bene. Ragazzi, siamo nei guai: dovremmo smentire, denunciare l'accaduto e...

- Al diavolo! Non faremo niente del genere!

La mole massiccia di Lamberti s'interpose tra le due donne come un'eclissi improvvisa.

- Proprio niente.

- Carmine, noi...

L'uomo non si lasciò interrompere. - Te l'ho già detto, Rita. Non possiamo ammettere di essere stati bucati, tantomeno in modo così clamoroso: tanto varrebbe chiudere su due piedi.

- E allora, cosa faremo?

- A parte licenziare in tronco la responsabile della sicurezza informatica, vuoi dire? - disse lui con voce cattiva.

Un paio di colleghi volsero la testa e tacquero. Qualcuno annuì, scuro in viso. Rita compì sforzi sovrumani per non cedere al pianto. Lara era certa che fosse la prospettiva del trucco rovinato a darle la forza di trattenere le lacrime.

- Ragazzi, andiamo, perché dovete mortificarmi in questo modo? - piagnucolò - Sapete bene che non ho colpe. Cambio le parole d'accesso ogni settimana, aggiorno costantemente gli algoritmi di protezione, uso i software crittografici più recenti. Questa è la prima volta che un hacker riesce a bucarmi.

- La prima e l'ultima, se dipendesse da me. - ringhiò Lamberti.

Rita sussultò nuovamente sotto la brutalità di quell'attacco. Lara ebbe un istante di rimorso nei confronti della collega. Ma fu solo un attimo: sapeva che l'altra era in grado di difendersi, e che aveva nella manica il miglior asso della partita.

La donna, infatti, si riprese subito. Si erse al di sopra del suo bunker di rossetti e squadrò acidamente Lamberti.

- Ma non dipende da te, ragazzo. - puntualizzò, gelida - E ora scusami. Il capo mi sta aspettando.

Ignorando gli sguardi astiosi del collega, si diresse ancheggiando verso l'ufficio di Attilio, le lunghe gambe rosee generosamente esposte tra la minigonna e i tacchi a spillo. Bussò e, senza attendere risposta, entrò. Si chiuse la porta alle spalle.

Il suo profumo, una miscela riservata dal nome impronunciabile, che Rita le aveva spiegato una volta estratto dalle ghiandole di un numero imprecisato di mammiferi tropicali, restò a lungo ad aleggiare nell'aria condizionata dell'ufficio.

- Chissà che servizio dovrà fargli, per farsi perdonare. - borbottò Lamberti, forse dimentico della vicinanza di Lara, forse volutamente ignorandola - Quella zoccola...

E si allontanò, di cattivo umore.

Lara, discretamente, girò di qualche grado il suo monitor verso la parete, di modo che nessuno potesse vedere ciò che stava facendo. Poi digitò sulla tastiera la password di amministratore del sistema, e attese.

Nulla di fatto. Com'era ovvio, Rita l'aveva cambiata.

Di sottecchi, la giovane aprì il terzo cassetto, frugò in una pila di appunti, estrasse la fotocopia del catalogo di profumi che tempo prima aveva sottratto alla collega, lo sfogliò fino alla pagina segnata.

Prese la matita, tracciò una croce sul nome del campione segnato con un circolo rosso, che recitava Fraiqueure exotique, la password sino alla sera prima, lesse brevemente il nome successivo.

Tendre Poison numero 6... Chiuse il catalogo, lo piegò accuratamente e lo ripose nel cassetto. Poi tornò alla tastiera, digitò T-E-N-D-R-E-P-O-I-S-O-N-6 e attese. La schermata di amministrazione si aprì docilmente.

Lara controllò che il suo lavoro della sera precedente non avesse lasciato tracce. Era così. Soddisfatta, eliminò i log della connessione in corso e si scollegò velocemente.

Si rilassò sulla poltroncina. Scoprire quanto la stupidità umana fosse invincibile a volte poteva essere di conforto.

Neppure dieci minuti dopo Attilio uscì di corsa dal suo ufficio. Lara udì i colleghi malignare sottovoce sulla rapidità del servizio. Da parte sua, la donna cercò oziosamente macchie di rossetto sul viso del caporedattore: sapeva che CyberMasque, la linea cosmetica usata da Rita, era terribilmente difficile da smacchiare, sulla pelle come sui tessuti.

Non notò neppure un segno. Prova inconcludente, meditò: potevano essercene in parti del corpo dell'uomo che lei non poteva vedere...

La camicia avana di Attilio, come si aspettava, dava tutto un nuovo significato al termine "sudore"; la cravatta era in condizioni penose; i suoi capelli sembravano più che mai sbuffi di fumo.

Lamberti gli si fece subito incontro. Definirlo servizievole sarebbe stato pleonastico: Lara non si sarebbe sorpresa di vederlo scodinzolare.

- Il direttore è furibondo. - sibilò Attilio.

- Sì, capo. - assentì l'altro.

- Il Prefetto gli sta addosso, capisci?

- Sì, capo.

- Anche i suoi capicorrente a Strasburgo vogliono spiegazioni... È un brutto momento.

- Strasburgo? - fece eco Lamberti.

- È tutto un gioco politico, capisci? La corrente di Jean Lecherche si sta battendo per un controllo più stretto sui giornali locali. Non appena saprà di questa storia, lui...

Non terminò la frase. Non ce n'era bisogno. L'altro si appoggiò alla parete. Le cuciture del vestito scricchiolarono in modo sinistro.

- Che cosa facciamo?

Attilio vide una graffetta su un mobile, a portata della sua mano. D'istinto l'afferrò e cominciò nervosamente a dipanarne il filo metallico.

- Il direttore mi ha dato un po' di tempo per pensarci...

- Quanto?

- Tra trenta minuti richiamerà. E vorrà la soluzione.

- Perché non confermiamo la nostra prima pagina? - disse amabilmente Lara.

Lamberti si voltò, la squadrò incredulo, come se fino a quel momento non l'avesse ritenuta in grado di articolare parola.

- Un'intrusione informatica di tale livello testimonia mezzi, abilità e conoscenze. - proseguì la giovane, in tono neutro - Questo Masaniello non è un mitomane qualunque. Forse è ciò che dice di essere. Perché non dargli credito?

- Al diavolo! - sbottò Lamberti - Ma che stronzate stai dic...

- Secondo me stiamo prendendo questa storia per il verso sbagliato. - insistette lei, zittendolo - Perché pensarla come un disastro? Forse è una magnifica opportunità. - la sua voce si caricò di enfasi - Il Mattino è stato scelto come... come samizdat di questa rivolta prossima ventura. Un contratto d'esclusiva ottenuto senza spendere un Euro: splendido affare, non credete?

Lamberti aprì la bocca con l'aria di chi sta per pronunciare un'oscenità. Ma Attilio lo precedette.

- Un'interpretazione interessante... - ammise, colpito - E perché, secondo te, questo sedicente rivoluzionario avrebbe scelto proprio noi come portavoce?

- Chi lo sa? - Lara si carezzò l'orecchino - Sarà rimasto compiaciuto degli ottimi articoli di Carmine che lo riguardavano...

Stretto tra l'interesse dimostrato da Attilio e dalla lusinga nei suoi confronti, Lamberti capitolò. Lara lo vide letteralmente sgonfiarsi come i palloni bucati del campetto del dopolavoro.

- Al diavolo, non è un'idea del tutto assurda, capo. - approvò alla fine - Potremmo dire... vediamo... che abbiamo ricevuto il proclama da una fonte sicura cui abbiamo promesso l'anonimato. Lasciamo che si pensi a un accordo segreto tra noi e questo Maraniello: andrà tutto a nostro vantaggio.

- Masaniello. - corresse automaticamente Lara.

Attilio meditò qualche istante. Il filo della graffetta, tra le sue dita, si era mutato in un ammasso informe di metallo.

- L'idea mi alletta, inutile negarlo. - mormorò - Però...

- Però cosa, capo?

- È rischioso, non lo capisci? Avremmo gli occhi di tutti addosso...

- Non è il sogno di qualunque giornalista? - replicò Lara con aria candida.

Attilio inarcò un sopracciglio. - Quali sono i dati dell'edizione mattutina? - chiese.

- Trentasettemila accessi nelle prime due ore, capo. - fu lesto a rispondere Lamberti.

- Duemila collegamenti in corso - fece eco un altro redattore, scrutando il terminale - In crescita.

- Abbiamo più che triplicato la tiratura... - calcolò Attilio - Incredibile.

- La giornata è ancora all'inizio, capo.

Il caporedattore prese la sua decisione. Gettò nel cestino ciò che restava della graffetta e si strinse il nodo della cravatta.

- D'accordo, Carmine. La nostra linea sarà confermare. Confermare tutto.

Alzò la voce, rivolgendosi all'intero ufficio - Da questo momento la posizione del giornale è chiara: abbiamo pubblicato il proclama perché siamo certi che il suo autore sia lo stesso uomo che ha guidato la rivolta di Bagnoli. Garantiamo col nostro nome l'autenticità. È ok per tutti?

La redazione annuì disciplinatamente. Attilio ne sembrò soddisfatto.

- Carmine, mi aspetto da te uno servizio coi fiocchi a commento del proclama. Valutazione degli analisti politici, interviste, richiami storici e tutto il resto. Lo voglio sul mio terminale per... - consultò l'orologio - ...per le dieci in punto. D'accordo?

- Naturalmente, capo. - scattò il corpulento giornalista. Lara dubitò che avesse realmente ascoltato quanto gli era stato chiesto.

Poi Attilio si volse verso di lei. Lara si vide riflessa nelle lenti dei suoi occhiali. Aveva davvero quell'espressione sorniona? Fu lesta a cancellarla dal viso. Attilio non era Lamberti: poteva detestarlo, ma non definirlo uno stupido.

- Lara, credo che potresti dare una mano a Carmine. - mormorò il caporedattore, in un tono insolitamente gentile, che inquietò la donna - Credo che per te sia arrivato il momento di rimboccarti le maniche.

- Non aspettavo altro. - disse lei, conciliante.

Lui indugiò a fissarla. Che sospettasse qualcosa, si chiese Lara? Doveva stare attenta. Era una dilettante in quel gioco, e stava giostrando forse su troppi fronti.

- Ne ero certo. - concesse alla fine l'uomo, sorridendo lievemente - Buon lavoro.

- Altrettanto, capo. - leccò fino in fondo Lamberti.

Il grassone guardò la porta dell'ufficio di Attilio richiudersi, borbottò ancora qualcosa di maligno a commento del prolungarsi dell'assenza di Rita, poi rimase a ciondolare, l'immenso deretano puntellato contro il basso divisorio dell'open space. A Lara sembrò di poter scorgere sul viso carnoso del collega i segni dei torpidi processi mentali in corso.

- Masaniello... Masaniello... - lo sentì meditare tra i denti - Eppure ho già sentito questo nome...

- L'avevo sentito anch'io, Carmine. - suggerì gentilmente lei.

- Come dici?

- Semplice curiosità femminile - lo rassicurò con un sorriso docile.

- Uh...

- In effetti, la mia curiosità era tale che per soddisfarla ho dovuto compiere una ricerca sulla Rete - sventolò tra le dita un disco ottico - Ho raccolto qui i risultati. C'è tutto.

Lui corrugò la fronte, come a farne defluire i pensieri. Lara ebbe un vigoroso attacco di deja vù. Era realmente così stupido? Sì, lo era senza dubbio.

- Ho anche buttato giù qualche riga sull'argomento. - aggiunse, incoraggiante - Prendi: sono certa che saprai adoperare questi appunti molto meglio di me.

- Uh... naturalmente. - bofonchiò Lamberti, afferrando d'istinto il dischetto con le dita grassocce.

Poi sembrò ricordare qualcosa. La donna si stava giusto chiedendo a quale grado di lentezza cerebrale potesse giungere un mammifero prima di perdere la funzione respiratoria.

- Uh... - balbettò - Cosa vuoi in cambio?

Lara sorrise. E glielo disse.

 

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