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Silvio
Pellico nacque a Saluzzo il 25 giugno 1789.
Dopo aver studiato a Pinerolo ed a Torino, andò a Lione
per fare pratica nel settore commerciale; rientrato in Italia nel
1809, si stabilì a Milano. Qui conobbe il Monti ed il Foscolo
e qui cominciò a scrivere, all'incirca dal 1812, specialmente
per il teatro, ideando tragedie formalmente ancora classiche,
ma già romantiche da un punto di vista contenutistico.
Nel 1815 fu rappresentata la sua tragedia Francesca da Rimini,
in cui l'episodio dantesco venne interpretato alla luce delle forti
influenze romantiche e risorgimentali con le quali Silvio Pellico
era entrato in contatto nella città lombarda; sempre a Milano
fu per qualche tempo direttore del Conciliatore.
Fu proprio a causa del suo profondo afflato patriottico che nel
'20 venne arrestato con l'accusa di carboneria: condannato a morte,
la sentenza fu commutata in 15 anni di carcere duro, da scontare
nella fortezza di Spielberg, in Moravia. Nel 1830 arrivò
anticipatamente la grazia imperiale e, tornato in Italia, lo scrittore
scelse Torino, si ritirò completamente dalla politica attiva
e si estraniò dai circoli letterari, vivendo grazie ad un
posto di bibliotecario presso la marchesa di Barolo.
Ad ogni modo non dimenticò l'esperienza carceraria, un evento
che divenne il soggetto dell'opera memorialistica Le mie prigioni,
del 1832. Nello scritto, il più conosciuto dell'autore, si
narrano l'arresto , la vita nel carcere e la liberazione dello stesso
Pellico, che volle però porre l'accento (in stile manzoniano)
sul percorso spirituale legato alla vicenda, i cui effetti furono
la riscoperta della fede ed una rassegnata indulgenza verso l'esistenza
e verso gli esseri umani. Tanto in carcere quanto dopo la liberazione
compose diverse tragedie (Ester d'Engaddi, Iginia d'Asti, Gismonda,
Erodiade, Tommaso Moro), delle cantiche (Tancredi, Morte di Dante)
e varie liriche.
Morì a Torino il 31 gennaio 1854.
Note biografiche a cura di Maria Agostinelli.
Approfondimenti
Autori e opere legati al Risorgimento presenti nella biblioteca
del "Progetto Manuzio":
- Alla spedizione dei Mille partecipò anche Ippolito
Nievo; nel suo romanzo Le confessioni di un italiano
disegnò un quadro della storia italiana dal 1775 al 1856,
analizzando quindi alcune fasi della lotta per l'indipendenza
italiana.
- Un altro garibaldino fu
Felice Cavallotti.
- Carlo Pisacane, patriota
e scrittore, nel 1849 guidò la difesa della Repubblica
romana; nel 1857 organizzò la fallimentare spedizione di
Sapri, nella quale trovò la morte.
- Giuseppe Cesare Abba, volontario
garibaldino, rievocò in varie opere la spedizione dei Mille.
- Avvenimenti risorgimentali relativi alla città di Firenze
sono descritti nell'opera Firenze Vecchia di Giuseppe
Conti.
- Temistocle Solera, collaboratore
di Cavour, scrisse per Verdi alcuni libretti, tra i quali quello
del celeberrimo Nabucco; l'opera, rappresentata per la
prima volta nel 1842, trattando il tema dell'oppressione dei popoli,
contribuì a creare il mito di Verdi patriota. Alcuni hanno
proposto di utilizzare come inno nazionale, in luogo di quello
scritto da Goffredo Mameli
e musicato da Novaro, l'amatissimo Coro dell'opera.
- Altri autori legati al Risorgimento furono Carlo
Cattaneo, Gino Capponi,
Giuseppe Mazzini.
- Rapporti con la mazziniana Giovane Italia ebbe Carlo
Bini che, proprio per questo, fu imprigionato all'Isola d'Elba;
nella biblioteca di Liber Liber sono presenti opere composte durante
la detenzione.
- Profondi sentimenti patriottici, evidentissimi nella tragedia
Adelchi e nell'ode Marzo 1821, ebbe anche, come
è noto, Alessandro
Manzoni.
- Lo Statuto albertino:
la Costituzione del Regno di Sardegna concessa da Carlo
Alberto nel 1848, anno della prima guerra d'indipendenza, successivamente
estesa al Regno d'Italia.
Approfondimenti a cura di Giuseppe D'Emilio.
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