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Proveniente
da una famiglia di modeste condizioni, Carlo Bini (nato a Livorno nel
1806) fu avviato agli studi presso il collegio dei
Barnabiti di San Sebastiano.
Durante gli anni di collegio conobbe
F. D. Guerrazzi la cui amicizia si rivelerà in seguito importante
per la sua attività giornalistica.
A causa delle difficoltà
economiche della famiglia, Bini fu costretto a lasciare il collegio
e ad assumere la responsabilità dei commerci del padre, continuando
a coltivare gli studi da autodidatta.
Alla fine del 1828 cominciò a collaborare all'Indicatore
livornese, diretto da Guerrazzi, con articoli sull'educazione,
la letteratura e alcune traduzioni da Sterne e Byron. Nel 1830 conobbe
a Livorno Mazzini, col quale si creò subito un rapporto di
stima reciproca. Mazzini gli affidò la diffusione del programma
della Giovine Italia in Toscana.
Pur aderendo all'iniziativa politica, Bini non fu un attivista
del movimento; tuttavia nel settembre del 1833 fu arrestato come
elemento sospetto e scontò tre mesi di carcere all'isola
d'Elba, durante i quali scrisse il dialogo Il Forte della Stella
e il Manoscritto di un prigioniero.
Dopo il rilascio rinsaldò i legami di amicizia con Mazzini,
allontanandosi invece da Guerrazzi. Nell'ultima parte della vita
si dedicò ad un'intensa opera di traduzione. Le sue opere
furono raccolte in una pubblicazione postuma, Scritti (1843)
la cui prefazione Ai giovani fu scritta da Mazzini.
Morì a Carrara (Massa Carrara) nel 1842.
Note biografiche a cura di Daniela Gangale.
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