CAPITOLO SESTO - NOTE


84.

Numerosi saha appartengono alle caste dei becchini reali, tra i quali erano scelte le vittime da sacrificare durante i funerali dei re che avevano il compito di accompagnare il corpo del sovrano nel viaggio dopo la morte. Lo status di posseduto costituiva evidentemente una preziosa garanzia e metteva al riparo da tali esecuzioni (Ottino, 1965).

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85.

I fady vengono cancellati infatti in cambio di offerte allo spirito, in natura o in danaro (Estrade, 1977).

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86.

Questo doppio limite spazio-temporale del lavoro di Althabe (1969) è stato evidenziato anche da Estrade (1977).

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87.

Baré (1977) intende per gerarchia sociale le categorie che dividono gli individui sakalava secondo status ottenuti ereditariamente (nobili, "roturiers", schiavi reali Sambiarivo).

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88.

I nobili sakalava definiscono il loro status attraverso i rituali reali che attualizzano la storia delle loro genealogie legate ai fondatori mitici delle dinastie reali (Baré, 1977).

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89

Robert Jaovelo-Dzao nasce il 21 maggio 1947 a Madagascar. Porta a termine nell'isola gli studi ecclesiastici e qui è ordinato sacerdote nel 1974. Dal 1980 al 1985 continua i suoi studi all'Università di Scienze Umane di Strasburgo (Francia) nella Facoltà di Teologia Cattolica e nella Facoltà di Etnologia. Dopo essere stato direttore di un piccolo seminario e di due collegi, si dedica all'insegnamento di Antropologia nell'Istituto Superiore di Filosofia e di Teologia di Antsiranana ed Antananarivo. Dal 1994 insegna Antropologia e Storia Contemporanea a Antsiranana, all'Università Nord Madagascar nella Facoltà di Lettere.

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90.

"La creazione del mondo, secondo la credenza sakalava, è avvenutà in sette tappe o età. La prima corrisponde all'emergenza dell'androginia divina, che dà vita alla famiglia divina e che suscita i due primi vortici che girano in senso contrario.
Il secondo stadio vede la nascita del cosmo, generato dall'uovo primordiale e dinamizzato dalla rotazione dei due vortici, e l'emergenza e la separazione dei quattro elementi (aria, terra, acqua, fuoco).
Il terzo stadio corrisponde alla nascita dell'uomo per procreazione divina o per un soffio primordiale esercitato da Zaņaharibe su statue di legno, di uomini o di animali, scolpite dagli eroi terrestri. E' per questo che dopo la morte lo spirito vitale raggiunge Zaņaharibe, mentre il corpo ritorna verso la terra, da Ratovoana (eroe che si è creato da solo e che esce dalle profondità della terra), capo delle divinità inferiori. L'aristocrazia e la famiglia reale sakalava sono nate per generazione divina o dal matrimonio tra gli eroi terrestri e le dee dell'acqua; la classe plebea dal matrimonio tra le statue di legno.
Questi primi tre stadi segnano un periodo di pace e di prossimità alla divinità.
Il quarto stadio annuncia la scomparsa dell'età dell'oro e prepara la separazione del mondo alto da quello basso. Questo allontanamento di Zaņaharibe è provocato dall'insolenza degli eroi terrestri e dai quotidiani fastidi degli esseri umani.
Il quinto stadio appare quando Zaņaharibe lascia gli uomini a se stessi: regna allora il disordine e la guerra. La prima soluzione, radicale, consiste nel distruggere tutta l'umanità attraverso il diluvio, per poi ricrearla. La seconda soluzione è più pacifica: la nostalgia dell'età dell'oro spinge i figli dell'uomo e quelli della divinità a contrarre matrimonio tra loro.
Il quarto e quinto stadio corrispondono ad un periodo di disordine, di crisi ed allo stesso tempo di nostalgia.
Il sesto stadio è testimone del sacrificio primordiale e della morte del figlio della divinità, assassinato dagli uomini. Questo sacrificio riveste un aspetto polimorfo: a volte è rappresentato come il sacrificio del sole il cui sangue dà vita ed energia al cosmo, altre volte come quello di un montone o di un toro offerti per calmare la collera divina.
Il settimo stadio corrisponde al mondo attuale, in cui regnano l'ordine ed il disordine, il bene ed il male, la morte e la vita. In questa nuova fase l'albero della vita è stato spostato da Zaņaharibe vicino al sole; si assiste allora all'apparizione di indovini, guaritori, astrologi, medium, oranti, i quali conoscono i segreti dell'albero cosmico ed assicurano il contatto con la divinità. L'albero della vita ed i diversi pali ancestrali (toņy, fisokiņa) costituiscono l'asse cosmico che lega il cielo e la terra" (Jaovelo-Dzao, 1996, 92-93).

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91.

Zaņaharibe (lett.: Grande Dio o Dio bianco) è il capo delle divinità superiori (Jaovelo-Dzao, 1996).

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92

Andrianjafy inizia i suoi studi a Tananarive e li conclude in Francia con il conseguimento della laurea in Medicina.

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93.

A Madagascar l'anno si divide in due stagioni: quella delle piogge, che dura circa dal mese di novembre a quello di aprile, caratterizzata da piogge frequenti e da temperatura elevata; e la stagione secca o fresca, caratterizzata dall'abbassamento della temperatura (Andrianjafy, 1902).

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94

Al "vero Ramanenjana" Andrianjafy (1902) affianca un "Ramanenjana per imitazione", che si manifesta nei malarici predisposti e nei nevrotici non malarici e un "Ramanenjana per simulazione", caratteristico invece dei giovani schiavi che non vogliono lavorare durante la raccolta del riso.

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95.

La "mania danzante" consiste in dei movimenti continuati, irregolari ed involontari di un certo numero di organi mossi dal sistema locomotore volontario. Nei secoli passati (sin dal XIV secolo) è stata chiamata danza di San Vito, danza di San Giovanni, danza del diavolo (Andrianjafy, 1902).

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