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Copertina > Home > Iniziative speciali > 2005 > Convegno: Liberiamo la musica >

Intervento di: Anomolo

L'intervento di Marco Fagotti, dell'etichetta discografica "Anomolo", http://www.anomolo.com/link esterno.

Ciao a tutti,

l'idea di partecipare al vostro convegno propostami da Oriana [Persico, che ci ha aiutati nell'organizzazione del convegno, N.d.R.], che saprà degnamente parlarvi dei progetti che stiamo portando avanti con Anomolo, era davvero stimolante, ma non mi è stato proprio possibile essere con voi. Me ne scuso con questo breve scritto, certamente un ripiego, ma meglio che il silenzio. Cercherò di dire qualcosa a proposito di Anomolo e più in generale di quello che credo sia importante sottolineare sul tema della diffusione di forme libere di cultura musicale. Un brevissimo riassunto insomma di quello che avrei voluto dire se fossi intervenuto di persona.

Seguo l'attività di Liber Liber già di diverso tempo, a distanza, per quello che può valere il concetto di distanza nel web, e mi entusiasmo quando un'entità opera degli sconfinamenti, come in questo caso, dalla letteratura alla musica. Certo manca sul web un archivio di opere musicali di pubblico dominio, c'è tanto di quel materiale noto e meno noto che sarebbe un delitto tenerlo nascosto, senza nessuna ragione comprensibile.

Ma le cose funzionano così, quando la musica perde il suo potere commerciale o la sua vendibilità, si trasforma in un oggetto del quale si può fare benissimo a meno, su cui non conviene spendere altro tempo.

Inesorabilmente si spezza la catena della continuità culturale, che è anche continuità storica perché appartiene agli uomini, è fatta dagli uomini, del progresso puro, vero, vero perché basato su conoscenze acquisite nel tempo e non su falsi miti di propaganda mediatica fine a se stessa. Si rischia altresì di perdere il senso della memoria culturale, unica scialuppa di salvataggio di una società altrimenti destinata a non avere più memoria.

Le nuove tecnologie possono aiutarci affinché ciò non avvenga ma bisogna lavorare su livelli diversi e paralleli. Da una parte è naturale e necessario che si rendano disponibili contenuti culturali, i tempi sono maturi e non c'è bisogno di aggiungere altro, dall'altra è tuttavia indispensabile educare i potenziali fruitori di questi materiali affinché percepiscano il reale valore che tali contenuti rappresentano.

Viviamo nell'era del consumismo estremo e dell'omologazione totale, la qualità (come concetto astratto) è attribuita alle cose in base al loro potenziale economico non al loro valore intrinseco. Per fare un esempio concreto, nell'immaginario collettivo, una chitarra Fender che costa 2.000 euro è per forza migliore di una chitarra Jim Reed che costa 9 volte meno; eppure è costruita con gli stessi materiali e suona allo stesso modo. Trasferendo il paragone al nostro campo di azione, è facile intuire come spesso iniziative di "liberazione dei saperi", di distribuzione gratuita dei prodotti della conoscenza e dell'arte, possano essere facilmente scambiate per operazioni di bassa lega, di scarso valore qualitativo. In Anomolo combattiamo contro questo spettro ormai da tre anni tant'è che ci troviamo costretti a dividere i nostri compiti tra la produzione effettiva di materiale musicale e la comunicazione delle modalità estetiche e filosofiche che supportano la nostra attività. Seppure non abbiamo nulla da giustificare dobbiamo sempre spiegare "come" e "perché", i nostri interlocutori non comprendono quasi mai il valore delle produzioni che pubblichiamo, semplicemente perché il loro contenuto è gratuito, si può avere senza pagare alcunché. Tutto ciò è paradossale se pensiamo alle reti P2P dove lo scambio di file musicali avviene allo stesso modo ma con una percezione qualitativa diversa, per cui il brano di una pop-star, poiché generalmente riconosciuta, deve per forza essere superiore a quello di un artista ignoto. E' come se il virus della produzione industriale, che rappresenta nell'immaginario del musicista ma anche del fruitore la massima espressione dello status artistico (nella mentalità corrente essere prodotti dalla EMI non è come essere prodotti da Anomolo), riuscisse a sopravvivere anche laddove il senso stesso della produzione viene messo in discussione, abbandonato, in luoghi dove nulla ha più un costo e può essere scambiato gratuitamente.

La mia impressione, lo dico senza alcuna retorica, è che il grande lavoro da fare stia nel superare lo scoglio gigantesco dell'incomprensione; è necessario abbattere quella forma mentale costruita e condizionata da decenni di falsi modelli di progresso che hanno fatto credere ad intere generazioni, compresa la mia, che l'evoluzione dell'umanità si misurasse in benessere economico e in ricchezza proprietaria, non nelle conquiste dell'intelletto e della conoscenza. La cultura musicale, come tutte le altre forme di espressione, è stata assoggettata agli stessi schemi e non è un caso che a capo della BMG, una delle major più potenti del mondo, ci sia l'ex direttore generale della Camay, un'azienda di saponette.

Concludo questo brevissimo intervento, e come sempre finisco per parlare di tutto tranne che dell'etichetta, invitandovi a guardare lo scenario all'interno del quale stimo realizzando progetti anche da questa angolazione. Quanto ad Anomolo è sottinteso l'appoggio totale all'iniziativa che state lanciando, Oriana avrà modo di tenere vivi i contatti e informarvi su ciò che anche noi stiamo progettando per il futuro. Troveremo il modo di collaborare proficuamente.

Mi auguro soprattutto che questo piccolo contributo possa generare una discussione o tutt'al più stimolarci a ricercare la strada migliore affinché quello che abbiamo in mente possa un giorno trasformarsi in una piccola, pacifica rivoluzione culturale.

Un saluto a tutti, Marco Fagotti.

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