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Copertina > Home > Iniziative speciali > 1999 > Telecom, +1000% > Rassegna stampa >

1999 04 07

Tratto dal settimanale "Oggi" del 7 aprile 1999, rubrica "Dalla parte dei cittadini", di Antonio Di Pietro (pag. 9):


Con il monopolio Telecom "navigare" diventa un salasso

Caro Di Pietro, si parla tanto di moderni mezzi di comunicazione telematica e posta elettronica. Anche noi, che abbiamo un figlio studente alle scuole superiori, ci siamo modernizzati installando in casa un impianto Internet. Lui è soddisfatto e spesso lavora al computer. Per il bilancio familiare, però, il risultato è stato disastroso. Le bollette telefoniche sono praticamente raddoppiate. Ma come fanno all'estero a potersi permettere un simile lusso?

Laura R., Pisa

Antonio Di Pietro

"Chi viaggia su Internet poi si ritrova con bollette telefoniche assai più alte che in altri Paesi. Tutto ciò avviene perché in quel settore esiste un solo gestore"

Perché all'estero Internet non è considerato un lusso ma un servizio. Per questo le cose vanno in modo diverso che in Italia. Le telefonate urbane da noi sono ancora sotto regime di monopolio, essendo la Telecom l'unico gestore. Finora la fornitura di servizi di telecomunicazioni è stata fatta in un mercato senza concorrenza: chi ha voluto installare un telefono e usarlo ha dovuto rivolgersi alla Telecom che praticamente ha applicato le tariffe che più le hanno fatto comodo dal punto di vista degli utili, tanto non c'erano società alternative a cui l'utente potesse rivolgersi. Di recente è stato permesso l'accesso a nuovi gestori del servizio telefonico, ma solo per i servizi telefonici diversi dalle chiamate urbane. Ciò comporta che il costo delle linee dedicate a Internet in Italia, a causa di questo perdurante regime di monopolio nel quale opera la Telecom Italia S.p.A., è di qualche centinaio di volte più alto delle tariffe applicate, per esempio, negli Stati Uniti. La disparità di costi blocca nel nostro Paese l'evoluzione dell'utilizzo di tale mezzo di comunicazione e di conoscenza. Si pensi che in Usa 24 adulti su 100 usano Internet, in Italia solo due-tre.

Un sistema tariffario più accessibile, oltre a rendere alla collettività un servizio pubblico, aprirebbe la strada a numerosi nuovi posti di lavoro per la possibilità di sviluppo imprenditoriale dei cosiddetti "provider" (coloro che gestiscono il servizio Internet). So bene quale possa essere la facile giustificazione della Telecom: le tariffe applicate si rifanno a tabelle decise dall'Authority e quindi dallo Stato. Ma proprio qui sta l'anomalia: fin quando il servizio sarà svolto in regime di monopolio da un solo gestore, non sapremo mai quale possa essere il prezzo più conveniente sulla base di una reale concorrenza fra diversi imprenditori. La Telecom avrà pure necessità di applicare le tariffe richieste per pareggiare il proprio bilancio, ma potrebbe anche darsi che altri imprenditori saprebbero ottimizzare le proprie energie imprenditoriali fornendo un miglior servizio a minor costo. Il problema non si risolve demandando all'Authority l'individuazione di un prezzo equo, ma dando la possibilità ai "provider" di rivolgersi a soggetti diversi dalla Telecom per utilizzare linee dedicate a Internet (CDN). Speriamo che il liberismo, quello vero, che si sta avverando anche per il servizio telefonico, si completi al più presto pure rispetto alle opportunità collegate a Internet.

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