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Caravita

Giuseppe Caravita, giornalista de "Il Sole 24 Ore", risponde a un intervento di Marco Calvo, presidente di Liber Liber, nella conferenza telematica del Gruppo Innovazione (http://www.innovazione.perlulivo.it/).

Giuseppe Caravita
Giornalista de "Il Sole 24 Ore"
3 gennaio 2000

[...] Credo che tu sappia benissimo che tutti quelli che si occupano, anche minimamente, di TLC e di Internet conoscono altrettanto bene l'importanza della questione (le alte tariffe della materia prima di Internet, N.d.R.). Ne parlano il meno possibile perché c'è di mezzo il bilancio Telecom, e tutta la fragile costruzione sviluppata, nel bene e nel male, per tentare di dare un futuro non traumatico a questa azienda, gravata da una ristrutturazione pesante e dall'attacco dei concorrenti. Il Governo, nei fatti, fino ad oggi ha protetto Telecom.

Nella UE è poi un atto uno scontro piuttosto pesante (anche se silenzioso, come per tutte le faccende che contano davvero), sulla cruciale questione delle dedicate. Da un lato la DG 13, da sempre vicina ai grandi carrier, porta avanti un visione di uno stretto e limitato oligopolio europeo di grandi gestori, a cui vanno aggiudicate condizioni accettabili per quanto riguarda le dedicate (il vero punto che decide e deciderà della concorrenza sulle reti), per gli altri, ISP (le società che forniscono l'accesso a Internet) e nuovi carrier, valgono invece le "otto volte", magari ridotte a sei.

In Italia è in atto la battaglia sull'unbundling, ovvero sulla possibilità per i concorrenti di affittare la rete Telecom nell'ultimo miglio, a prezzi equi. Guarda i listini europei e italiani. Oggi un grande gestore alternativo paga le linee di interconnessione all'incumbent un terzo o un quarto di quanto le paghi tu. Chiaro il messaggio? Anche qui si ripropone lo scontro. Da un lato esistono tariffe di interconnessione a Telecom per i grandi carrier (Wind, Infostrada...) a livello Usa, dall'altro ai piccoli e ai clienti questo viene negato. In particolare ai nuovi entrati, che per usare l'unbundling dell'ultimo miglio non possono certo creare una propria rete tanto capillare da connettere migliaia di centrali Telecom urbane. L'unica, qui, è abbassare drasticamente il costo delle linee dedicate affittate al Telecom. A meno di non attendere la lenta formazione di infrastrutture fisiche alternative a livello delle città. Ma questo vorrebbe dire anni prima dell'effettiva competizione sulle reti.

Questa battaglia si sta svolgendo proprio in queste settimane. Il problema è però che i più penalizzati, ovvero i piccoli carrier e gli ISP, non sono nemmeno del tutto uniti tra loro. Alcuni sono già, nei fatti, dei "satelliti" di Telecom, e non vogliono inimicarsi troppo il gestore dominante, che peraltro fornisce loro essenziali introiti con la free Internet e l'interconnessione (il ricavato sulla bolletta telefonica dei propri utenti, N.d.R.).

Telecom, dal canto suo, sa benissimo che la situazione non potrà essere tenuta bloccata per molto tempo. Per questo, con le sue nuove offerte Adsl, mira a conquistarsi una forte quota di mercato presso gli utenti finali, salvo poi, ridurre (gradualmente, il più gradualmente possibile) anche il costo delle dedicate.

Ovviamente nel mezzo c'è l'Authorithy. Che da un lato non può presentare una direttiva di unbundling troppo sbilanciata su un disegno di concorrenza oligopolistica, e dall'altro lato deve comunque tener conto del bilancio (e delle eccedenze occupazionali) di Telecom. Nel frattempo l'offerta Adsl di Telecom resta bloccata presso l'Authorithy. Se passasse subito, prima dell'unbundling, creerebbe un enorme vantaggio per il gestore dominante. Ma l'unbundling, per passare, ha bisogno di una forte "rimodulazione" delle tariffe delle dedicate. Qui è l'impasse, e qui ne vedremo di belle.

Morale: non hai l'Adsl a basso costo da Telecom, ma non hai nemmeno i servizi alternativi. E' il migliore dei mondi possibili... non credi?

Beppe Caravita.

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