Banda larga e Internet mobile
In questo capitolo ci occuperemo di una serie di tecnologie
che sono complessivamente designate come 'tecnologie di
trasmissione broadband', o a 'banda larga'[
1 ]. Con questa espressione ci si riferisce
comunemente a tutti i sistemi di trasmissione dati ad alta
velocità: sia quelli su cavo, sia quelli basati su apparati
di radiocomunicazione terrestri e satellitari (wireless).
Si tratta di un tema assai importante per almeno due
motivi: in primo luogo, gli analisti sono concordi nel
ritenere che queste tecnologie cambieranno radicalmente il
modo di accedere ai contenuti digitali diffusi attraverso le
reti telematiche. In secondo luogo, proprio per i cambiamenti
introdotti nelle modalità e potenzialità d'uso della rete,
quella che in apparenza è una innovazione esclusivamente
tecnica avrà profonde conseguenze economiche, sociali e
culturali, accelerando le trasformazioni determinate dalla
rivoluzione digitale.
È ormai opinione diffusa che lo sviluppo delle tecnologie
digitali e l'avvento della cosiddetta new economy
stiano determinando mutamenti sociali e culturali profondi.
Sociologi, economisti, studiosi della comunicazione, politici,
imprenditori, hanno a più riprese - e ciascuno dal proprio
punto di vista - espresso e argomentato tale convinzione. Tra
le molte voci, un'analisi particolarmente interessante,
sebbene non sempre condivisibile, dei cambiamenti in atto è
quella proposta dall'economista americano Jeremy Rifkin.
Nel fortunato libro intitolato L'era dell'accesso,
Rifkin sostiene che, con la diffusione delle comunicazioni
digitali e degli scambi economici on-line, le forme di mercato
tradizionali, basate sulla proprietà e sullo scambio di beni,
tenderanno a essere sostituite da un nuovo genere di
transazioni, basate sull'accesso:
Nella nuova era, i mercati stanno cedendo il passo alle
reti, e la proprietà è progressivamente sostituita
dall'accesso. Imprese e consumatori cominciano ad abbandonare
quello che è il fulcro della vita economica moderna: lo
scambio su un mercato di titoli di proprietà fra compratori e
venditori... nella new economy, il fornitore mantiene la
proprietà di un bene, che noleggia o affitta o è disposto a
cedere in uso temporaneo a fronte del pagamento di una
tariffa, di un abbonamento, di una tassa d'iscrizione. Lo
scambio di proprietà fra compratori e venditori - l'aspetto
più importante del moderno sistema di mercato - cede il passo
a un accesso temporaneo che viene negoziato fra client e
server operanti in una relazione di rete[
2 ].
Nell'economia tradizionale, fondata sullo scambio di beni materiali,
le transazioni tra gli attori del mercato prevedono il
passaggio permanente della proprietà di un bene dal venditore
al compratore. Ma quando ad essere scambiati sono dei beni immateriali
- servizi, informazioni o, più generalmente, idee - questo
modello non è più applicabile. Allo scambio fisico
accompagnato dal diritto di proprietà si sostituisce dunque
la cessione del diritto di accesso. Una delle
caratteristiche di questa forma di transazione è il suo
stretto legame con il tempo. Laddove nell'economia materiale
si acquista permanentemente un oggetto (almeno nella maggior
parte dei casi), in quella immateriale si tende ad affittare
temporaneamente un servizio, una prestazione, o la
possibilità di consultare informazioni. In questo contesto il
rapporto fra unità di tempo e quantità di informazioni
veicolate diventa una delle variabili fondamentali delle
transazioni comunicative ed economiche on-line: la scarsa
efficienza dei sistemi di trasmissione dati, infatti, fa
diminuire la quantità di informazioni accessibili in un dato
lasso temporale, o - simmetricamente - dilata il tempo
necessario a usufruire di un servizio, aumentando i costi
generali, e frustrando le aspettative del compratore.
Non a caso uno dei principali ostacoli alla distribuzione
di contenuti e servizi ad alto valore aggiunto attraverso
Internet è stato proprio costituito dalla limitata capacità
delle infrastrutture di trasmissione, soprattutto nel
cosiddetto 'ultimo miglio', il tratto che giunge nelle case
degli utenti. L'enorme espansione della rete ha stimolato
l'offerta e la domanda di nuovi servizi e contenuti digitali,
ma le infrastrutture tecnologiche esistenti non sono
sufficientemente veloci per veicolare gli elevati quantitativi
di informazione necessari.
Figura 52 L'incredibile crescita degli utenti della
rete traina l'aumento di connettività e la nascita di nuovi
nodi della rete
In questo quadro si collocano gli ingenti investimenti che
istituzioni pubbliche e aziende private stanno facendo per
rinnovare e potenziare gli apparati e i canali di trasmissione
dati che costituiscono le infrastrutture fondamentali di
Internet, e in generale di tutti gli strumenti di
comunicazione digitali. In linea generale questo passaggio -
che corrisponde alla transizione dalle tecnologie di
trasmissione a banda stretta a quelle a banda larga - si
articolerà in due fasi.
Nella prima fase, appena iniziata e il cui completamento
avverrà in tempi medio-brevi, si miglioreranno le prestazioni
delle attuali infrastrutture di comunicazione, forzando verso
i limiti massimi di portata le linee e le tecnologie di
connessione tradizionali. La tecnologia ADSL, ad esempio,
esalta le capacità di trasferimento dati del doppino
telefonico. La tecnologia GPRS, di prossima introduzione,
sfrutterà invece l'attuale rete di comunicazione cellulare
GSM, migliorando la velocità della trasmissione dati
possibile al suo interno. Con il potenziamento delle vecchie
tecnologie si potranno sperimentare nuovi servizi e contenuti,
e preparare il passaggio alla seconda fase, il salto
tecnologico verso i veri e propri sistemi a banda larga: le
fibre ottiche per le trasmissioni via cavo e la tecnologia
UMTS per quelle wireless (senza cavo).
Questa seconda fase richiederà tempi più lunghi - secondo
le analisi più ragionevoli non sarà completata prima del
2010 - e soprattutto avrà dei costi assai elevati. Ma i nuovi
servizi digitali che potranno viaggiare attraverso queste
'autostrade dell'informazione' (per usare una vecchia metafora
oggi passata di moda, ma che conserva la sua efficacia) - video
on-demand, videotelefonia mobile, contenuti e
intrattenimento multimediale di alta qualità, formazione a
distanza, telelavoro - genereranno dei mercati ad altissima
redditività.
Dopo avere delineato il quadro generale in cui si inscrive
la transizione verso le tecnologie a banda larga, passiamo ora
a esaminare in dettaglio gli aspetti più propriamente tecnici
di questa rivoluzione.
In generale possiamo dividere l'insieme dei sistemi di
trasmissione a banda larga in due classi. La prima è
costituita dai sistemi di trasmissione via cavo, che sono
destinati a servire gli apparati di ricezione fissi, come i
personal computer, i televisori dotati di set top box, e ogni
altro genere di 'infodomestico' che la fantasia dei
progettisti e dei designer industriali porterà nelle nostre
case (sono già disponibili 'frigoriferi intelligenti', 'forni
interattivi' e 'lavatrici controllate a distanza'). La seconda
classe è costituita dai sistemi di trasmissione wireless,
che invece sono destinati alla vasta famiglia di dispositivi
di comunicazione ed elaborazione mobili.
Una conseguenza della diffusione di tecnologie di
trasmissione wireless a banda larga sarà l'affermarsi
di nuovi paradigmi nell'uso degli apparati digitali. La
pubblicistica specializzata li indica in modi diversi: mobile
computing, mobile networking o ancora Internet
everywhere. Ma dietro tutte queste espressioni c'è la
possibilità di utilizzare dispositivi portatili potenti e
flessibili, in grado di effettuare molte delle operazioni
attualmente deputate ai normali personal computer, di
collegarsi alla rete ad alta velocità da ogni posto e in
qualsiasi momento, di farci comunicare e interagire con
chiunque. E si tratta di una prospettiva assai più vicina di
quanto si possa pensare: già a partire dal prossimo anno, con
l'avvio della commercializzazione del sistema GPRS i più
recenti e potenti computer palmari potranno collegarsi senza
fili a Internet a velocità analoghe o lievemente superiori a
quelle attualmente consentite dai tradizionali modem.
ADSL: un riciclaggio ecologico?
Come detto, nella definizione generica di banda larga
confluiscono sia le tecnologie che tendono ad aumentare -
anche considerevolmente - le capacità delle infrastrutture
preesistenti, sia tecnologie del tutto nuove in grado di
garantire altissime velocità di trasmissione. Nella prima
categoria, quella - per intenderci - del potenziamento dei
cablaggi preesistenti, rientrano gli standard basati sulla
tecnica del multiplexing come il DSL (Digital
Subscriber Line) e i suoi derivati: ADSL, CDSL, HDSL,
RADSL, ecc. Il multiplexing si basa su un principio teorico
molto semplice: il frazionamento di una singola linea di
trasmissione in numerosi canali distinti[
3 ]. In questo modo i dati, scomposti in pacchetti,
viaggiano parallelamente e contemporaneamente sui vari canali,
sfruttando al massimo la banda passante disponibile[
4 ]. Appena i dati giungono a destinazione l'intero
blocco di informazioni viene riassemblato.
Questa tecnica viene sfruttata anche dai tradizionali modem
analogici. Ma le tecnologie DSL sono in grado di utilizzare un
range di frequenze assai più vasto e fisicamente
separato dalla banda vocale, che rimane a disposizione per le
conversazioni telefoniche. Permettono dunque di creare molti
canali paralleli, con l'effetto di aumentare la velocità
complessiva della trasmissione e di permettere una connessione
dati permanente alla rete senza pregiudicare l'uso della linea
per le telefonate vocali.
Figura 53 La diversa collocazione delle frequenze voce
e delle frequenze dati nello standard ADSL
Tra le molte varianti della famiglia DSL, quella che è
stata scelta per offrire servizi di rete all'utenza
residenziale in gran parte del mondo - Italia compresa - è la
Asymmetric Digital Subscriber Line (ADSL)[
5 ]. Come si evince dal nome, si tratta di una
tecnologia che consente di trasmettere informazioni digitali
ad alta velocità su linee telefoniche tradizionali in modo
asimmetrico: essa cioè garantisce una velocità in ricezione
assai maggiore di quella in trasmissione. In teoria le
velocità raggiungibili oscillano da 640 Kbps a 6.1 Mbps in
ricezione e da 16 a 640 Kbps in trasmissione dati. Ma la
maggior parte delle offerte commerciali attualmente
disponibili in Italia si posizionano sulla fascia bassa: 640
Kbps in ricezione e 128 in trasmissione.
Queste caratteristiche confermano che una tecnologia come
ADSL ha lo scopo di fornire nel più breve tempo possibile e a
costi competitivi un sistema di trasmissione sufficientemente
veloce e ampiamente diffuso sul territorio. La natura
asimmetrica e la velocità della comunicazione ADSL rispondono
abbastanza bene all'esigenza di rendere più efficienti gli
attuali sistemi di diffusione di contenuti utilizzati su
Internet; lo streaming video (e cioè la trasmissione
continua di flussi di dati video), ad esempio, implica la
necessità di scaricare grossi quantitativi di dati a fronte
di una sola richiesta di pochi bit in uscita dal nostro PC
verso il mondo Internet. Ma queste stesse caratteristiche non
permettono, almeno con la velocità dei servizi ADSL offerti
commercialmente nel nostro paese, di sperimentare realmente
tecnologie di comunicazione interattiva più avanzate (a
cominciare dal video on-demand e dalla televisione via
rete, che richiederebbero una banda costante di un paio di
Mbps, e da sistemi di videoconferenza di buona qualità,
penalizzati dalla ricordata asimmetria fra velocità di
trasmissione e di ricezione, che limita di fatto a 128 Kbps la
velocità dei collegamenti in videoconferenza).
Da un punto di vista pratico, per usufruire di un accesso a
Internet mediante ADSL occorre stipulare un abbonamento
specifico con un provider, richiedere alla società telefonica
l'installazione di un dispositivo (detto splitter) in
grado di dividere le frequenze vocali da quelle dati
utilizzate per la connessione permanente alla rete, e infine
acquistare e collegare al computer uno specifico modem. Il
costo medio di un abbonamento ADSL in Italia si aggira
attualmente sulle 130-150 mila lire mensili, ma si è già
manifestata una tendenza al ribasso. A fronte di questo
investimento (ammortizzabile solo da chi usa la rete per
alcune ore al giorno) si ha la possibilità di usufruire di
un'alta velocità di ricezione dati e di avere una connessione
permanente alla rete (ma ricordiamo che solo le offerte più
costose includono l'assegnazione di un indirizzo di rete
fisso).
Tra gli svantaggi, oltre ai costi si possono annoverare il
limite fisico di distanza dalla centrale dati (il segnale a
qualità piena viene garantito solo in un raggio di circa 5 o
6 km dalla centrale di smistamento digitale della Telecom); la
necessità di acquistare e configurare nuovo hardware; i
possibili rischi di impatto ambientale (nel doppino telefonico
della nostra casa transiteranno delle frequenze - oltre 30 KHz
- mai sperimentate su vasta scala e per lungo tempo); i
potenziali problemi di sicurezza informatica (infatti, più a
lungo si rimane connessi e più è probabile essere soggetti
ad attacchi e intrusioni). Ulteriori problemi possono
scaturire dalla necessità di utilizzare hardware (il modem) e
software compatibili con le impostazioni del provider e delle
centrali Telecom. A questo proposito, l'ovvio consiglio è
quello di utilizzare sempre i kit hardware forniti dal
provider, o di configurare il vostro modem sotto la guida di
un tecnico.
La parabola del buon satellite
Un'alternativa alla tecnologia ADSL, soprattutto in questa
fase di transizione verso le comunicazioni ad altissima
velocità, è rappresentata dalla cooperazione tra cavo
telefonico tradizionale e satellite. Come sappiamo, i
satelliti svolgono un ruolo centrale nelle telecomunicazioni.
In particolare, fra le centinaia di satelliti orbitanti
intorno al nostro pianeta, quelli dedicati alla trasmissione
dati sono di norma satelliti geostazionari. Si tratta
di satelliti posizionati a circa 40 km di altitudine che -
grazie alla sincronizzazione tra la velocità di rivoluzione
del satellite e quella di rotazione terrestre - sono in grado
di restare posizionati sullo stesso punto del globo terrestre,
e dunque di coprire sempre lo stesso orizzonte (circa il 40%
della superficie terrestre). In questo modo possono funzionare
da specchi riflettenti per le onde radio attraverso cui sono
veicolate comunicazioni telefoniche, trasmissioni televisive
(digitali e analogiche) e flussi di dati digitali.
Fino ad un paio di anni fa la trasmissione e ricezione di
dati via satellite interessava quasi esclusivamente i grandi
gruppi di telecomunicazioni. Ma oggi esistono delle
piattaforme che permettono di fornire servizi Internet via
satellite anche all'utenza residenziale. Si tratta per ora di
una tecnologia ibrida, che si basa sulla 'cooperazione' tra
satellite e modem tradizionale (per questo ne trattiamo in
questa sezione del capitolo). Infatti, le comunicazioni che
dall'utente vanno verso la rete passano - lentamente -
attraverso la tradizionale linea telefonica, mentre i dati che
dalla rete arrivano all'utente viaggiano, ad altissima
velocità, via etere. Per ricevere le informazioni in entrata
si usa una comune parabola - la stessa utilizzata per la
televisione satellitare digitale - opportunamente collegata al
computer mediante un'apposita scheda. La ricezione può
avvenire, a seconda dell'abbonamento attivato, a una velocità
variabile fra i 300 Kbps e i 2 Mbps.
Pur trattandosi di un sistema di comunicazione fortemente
asimmetrico - i dati in ricezione sono sensibilmente più
veloci di quelli in trasmissione - questa tecnologia è
l'unica opportunità di usufruire di servizi di rete a banda
larga in quelle zone dove le infrastrutture di comunicazione
via cavo più avanzate (centrali di smistamento digitali e
nodi ADSL) sono assenti, e dove probabilmente la fibra ottica
impiegherà ancora molto tempo ad arrivare. Attraverso il
satellite la ricezione ad alta velocità diventa quindi
possibile anche in quelle località della nostra penisola che
hanno linee telefoniche gestite da vecchie centraline
analogiche.
Un'altra tipologia di comunicazione sat to PC è
quella basata sulla tecnica del multicasting, che
consente a un satellite di distribuire contemporaneamente
contenuti digitali a più utilizzatori. Questi servizi di
trasmissione satellitare - la cui commercializzazione è stata
recentemente avviata anche in Italia - permettono di inviare
ad altissima velocità dati audiovisivi, software, giochi,
ipertesti multimediali. Tali contenuti possono essere ricevuti
sul personal computer mediante una speciale scheda, che lo
collega alla comune parabola per la televisione digitale, o da
un televisore dotato di un decoder dalle caratteristiche
hardware e software non troppo dissimili da quelle di un
computer. La trasmissione satellitare in multicasting consente
di unire la televisione satellitare all'impiego del personal
computer ma, essendo unidirezionale, impedisce ogni forma di
comunicazione interattiva (a meno di non ricorrere a un
sistema ibrido come quello sopra considerato). L'utente,
infatti, può navigare solo sugli ipertesti ideati e
confezionati dal fornitore del servizio, e non ha la
possibilità di veicolare a sua volta dei contenuti. I
destinatari della tecnologia del multicasting satellitare,
dunque, sono sotto molti punti di vista un soggetto passivo
come quello dei mass-media più tradizionali.
Merita un cenno infine una tecnologia non ancora
disponibile, ma dalla quale ci si aspetta il superamento di
quello che, come abbiamo visto, è sicuramente il limite
maggiore dell'uso del satellite come strumento di connessione
alla rete: la difficoltà di un collegamento effettivamente
bidirezionale. Si tratta del progettato sviluppo di antenne
paraboliche in grado non solo di ricevere dati, ma anche di
trasmetterne verso il satellite, attraverso l'impiego di una
banda particolare denominata banda Ka. Se questa tecnologia
conoscerà un effettivo sviluppo, il satellite potrà
trasformarsi, soprattutto nelle zone lontane da grossi
insediamenti urbani e nelle quali i costi della cablatura a
fibre ottiche potrebbero rivelarsi eccessivi, in un canale
prezioso anche per i collegamenti personali alla rete.
Una navigazione ricca di fibre
Una tecnologia come ADSL rende molto più veloce l'accesso
alla rete Internet ma, sotto molti punti di vista, rappresenta
una sorta di accanimento terapeutico su un malato terminale:
l'ormai obsoleto doppino in rame. E, come abbiamo visto, le
comunicazioni satellitari consentono di raggiungere elevate
velocità di trasmissione, ma per il momento solo in modalità
unidirezionale. L'unica tecnologia di trasmissione in grado di
fornire un effettivo salto qualitativo nella fornitura di
servizi di rete è la fibra ottica. Nei prossimi anni, dunque,
assisteremo alla graduale dismissione dei cablaggi su doppino
telefonico e al tanto atteso passaggio alla fibra ottica anche
nella fascia di utenza residenziale.
Questa transizione è, per il momento, solo agli inizi,
sebbene in alcuni paesi (in particolare negli Stati Uniti)
siano già molti gli utenti raggiunti da servizi di
telecomunicazione basati su cablatura a fibre ottiche. Anche
in Italia la situazione si sta muovendo in questa direzione:
terminate le discussioni sugli standard da adottare e superate
le perplessità sulla consistenza effettiva della domanda,
sono infatti iniziate (o sono state riprese) le campagne di
cablaggio capillare in alcune città del nostro paese. Il
progetto più avanzato è quello avviato nello hinterland
milanese dal consorzio Metroweb (a cui partecipano AEM ed
e.Biscom), con 700 km di cavi posati. A questa iniziativa si
affiancano la ripresa del Progetto Socrate - avviato dalla
Telecom nel 1995 e poi colpevolmente interrotto - e i piani di
Wind (con uno stanziamento di 10.000 miliardi di lire) che
dovrebbero portare entro il 2005 al cablaggio capillare del
territorio nazionale. Sulla stessa linea si muovono Infostrada,
Ferrovie dello Stato e Società Autostrade[
6 ].
Tutte queste iniziative industriali si sono poste delle
scadenze abbastanza simili: la prima fase di
commercializzazione dei servizi su fibra avverrà intorno al
2003. Per ora l'unica ad aver anticipato i tempi è Metroweb,
che già oggi fornisce, in una limitata area residenziale
milanese e attraverso la società di commercializzazione per
l'utenza residenziale Fastweb, una connessione permanente e
dedicata a Internet con banda garantita di 10 Mbps. Il
servizio include una serie di opzioni avanzate come il video
on-demand, la televisione digitale, telefonia vocale
illimitata, per una cifra che si aggira intorno alle 100.000
lire mensili.
La ricchezza di servizi e contenuti che possono essere
veicolati attraverso la fibra ottica pone numerosi
interrogativi circa il posizionamento di questa tecnologia
rispetto agli altri sistemi di trasmissione. In prima istanza,
si potrebbe pensare che almeno in alcuni casi la
disponibilità di connessioni ad alta velocità via cavo possa
sostituire alcune tecnologie di trasmissione via etere,
soprattutto quelle satellitari. Già ora in alcuni esperimenti
pilota (relativi in particolare alle città d'arte, nelle
quali l'estetica urbana non guadagna certo da un'eccessiva
proliferazione di parabole) i cavi hanno sostituito le
parabole satellitari.
Tuttavia, la situazione non è così semplice. Innanzitutto
perché i costi del cablaggio rendono economicamente
svantaggiosa la copertura di territori isolati e di zone a
scarsa densità di popolazione. A meno di massicci interventi
pubblici, è dunque assai improbabile che i paesi di montagna
e le zone agricole siano servite da una rete in fibra ottica,
almeno per i prossimi anni. Inoltre, anche i collegamenti via
cavo, pur così convenienti in termini di larghezza di banda e
per la capacità di garantire una piena interattività, hanno
una forte limitazione: la dipendenza dalla localizzazione
fisica dei cavi e delle prese per la connessione, che rende
indispensabile una localizzazione fissa del computer o del
ricevitore televisivo. In altri termini: le necessità
dell'Internet mobile sono tali da rendere difficile ritenere
che i cavi a fibre ottiche possano costituire il veicolo unico
per la trasmissione in rete di contenuti digitali. È
probabile dunque che l'evoluzione futura vada verso
l'integrazione di tecnologie diverse (cavo, satellite, wireless
terrestre) più che verso la vittoria schiacciante di una di
esse a scapito delle altre. Inoltre la ridondanza delle
tecnologie di accesso rappresenta una sorta di garanzia non
solo per il funzionamento generale della rete, ma anche per le
prospettive di profitto delle aziende che stanno investendo
nel settore delle tecnologie di trasmissione a banda larga.
Non a caso, gli ingenti capitali riversati sia sul cablaggio
in fibra sia sulla telefonia cellulare di terza generazione
sono in molti casi riconducibili agli stessi operatori. Le
aziende coinvolte in queste ciclopiche operazioni di mercato,
infatti, cercano di essere presenti con più di una tecnologia
di punta sul mercato delle telecomunicazioni. In questo modo
saranno pronte a sfruttare tutte le possibili opportunità di
redditività scegliendo, al momento opportuno, la tecnologia
che riuscirà a guadagnarsi la maggiore penetrazione presso
gli utenti.
Una rete... elettrica?
Un'alternativa alla fibra ottica potrebbe essere
rappresentata dalla rete elettrica. Dopo alcuni anni di
sperimentazioni, costellate da diversi insuccessi, la società
inglese Norweb è riuscita a sviluppare e rendere funzionante
una tecnologia che consente di veicolare dati ad alta
velocità attraverso i comuni cavi di distribuzione
dell'energia elettrica. Questa tecnologia, denominata Digital
Powerline, si basa su un'idea non dissimile dal multiplexing
per le linee telefoniche: si tratta di trasmettere attraverso
i fili di rame dell'elettricità onde elettromagnetiche che
sfruttano delle bande di frequenza diverse da quelle della
corrente elettrica. La portata di questa trasmissione,
tuttavia, a causa delle enormi interferenze che si generano,
è limitata a pochi chilometri. Dunque questa tecnologia non
sostituirà la fibra ottica per le grandi dorsali, ma potrà
essere usata solo per lo smistamento dei dati verso l'utenza
residenziale.
Questi segnali, una volta arrivati nelle abitazioni, vanno
convertiti in flussi di dati binari comprensibili dal
computer. A tale fine potranno essere usate diverse soluzioni.
La prima, destinata all'utenza domestica, consiste in un
dispositivo di filtro collegato da un lato alla presa della
corrente e dall'altro al PC mediante la tradizionale porta
parallela o la più efficiente interfaccia USB. Una seconda
famiglia di periferiche utilizzerà, per il collegamento verso
il PC, un cavo di rete Ethernet, consentendo di connettere ad
Internet piccole e medie reti locali.
Diverse aziende di telecomunicazioni in Gran Bretagna e
negli Stati Uniti stanno sperimentando questo sistema di
trasmissione, che potrebbe eliminare a costi bassissimi e in
un colpo solo il problema dell'ultimo miglio. Su questa strada
si muovono anche alcuni progetti di aziende italiane come
quello avviato da ENEL e Wind nelle città di Milano e Bologna
(che assai ottimisticamente intendeva arrivare alla
commercializzazione entro l'inizio del 2001), e da e.Biscom e
AEM, battezzato Power Line Communication.
Tuttavia è opinione diffusa che le difficoltà tecniche da
superare, i costi e dubbi sull'efficienza effettiva non
rendano questa tecnologia, almeno per ora, una reale
concorrente della fibra ottica per la fornitura generalizzata
di servizi a banda larga via cavo.
WAP: senza cavo e senza utenti
Iniziamo la nostra rassegna delle tecnologie a banda larga wireless
con una tecnologia a banda stretta: il Wireless Application
Protocol (WAP). Sembrerà una contraddizione, ma in
effetti l'inizio di quel nuovo paradigma nell'uso della rete
che viene comunemente indicato come 'Internet mobile', e che
troverà piena applicazione con l'avvento dei sistemi di
comunicazione cellulari ad alta velocità, inizia proprio da
qui.
Il WAP è un protocollo dedicato alle comunicazioni
cellulari, sviluppato al fine di scambiare dati tra telefoni
portatili GSM e rete Internet. Mediante questo protocollo è
possibile inviare contenuti testuali codificati attraverso un
apposito linguaggio di markup la cui sintassi si basa su XML:
il Wireless Markup Language (WML). Esistono dei
convertitori software automatici che sono in grado di
trasformare documenti HTML in WML rendendo così (almeno in
linea di principio) veicolabile via cellulare un grande
quantitativo di informazioni Internet. Per accedere a questi
contenuti è necessario disporre di telefoni portatili
abilitati al protocollo WAP e dotati di un apposito browser.
Non guasta inoltre (e in certi casi è davvero indispensabile)
un display LCD leggermente più grande rispetto a quello dei
portatili tradizionali.
Il protocollo WAP, come detto, non si può sicuramente
annoverare fra le tecnologie a banda larga. Esso, infatti, è
stato appositamente studiato per veicolare informazioni
tramite l'attuale tecnologia di comunicazione cellulare GSM,
la cui velocità di trasmissione dati è limitata a soli 9600
Bps. Questo limite impedisce ovviamente la trasmissione di
contenuti multimediali. Le informazioni veicolate via WAP sono
dunque di norma solo dati testuali, e anche in questo caso
l'accesso è decisamente lento e, per giunta, la comunicazione
è piuttosto instabile. Inoltre, è impensabile che lo schermo
degli attuali telefonini - a malapena utilizzabile per leggere
o spedire brevi messaggi di testo - possa costituire
un'interfaccia accettabile per la consultazione di contenuti
informativi articolati, anche solo testuali. Lo slogan
'piccolo è bello' si scontra in questo caso con un principio
ancor più fondamentale, quello dell'usabilità delle
interfacce. Contro un'interfaccia scomoda e inadeguata, anche
la migliore tecnologia è impotente - e la tecnologia WAP è
ben lontana dall'essere la migliore. Di conseguenza,
nonostante le massicce campagne pubblicitarie, i servizi WAP
hanno avuto un successo di mercato molto ristretto,
circoscritto soprattutto a quegli utenti che li utilizzano per
effettuare transazioni finanziarie.
Con ogni probabilità la più rilevante ricaduta positiva
degli investimenti effettuati in questa tecnologia consiste
nell'aver avuto occasione di sperimentare su vasta scala l'uso
di servizi interattivi nell'ambito della trasmissione dati
cellulare, ed i relativi modelli di business, in attesa
dell'introduzione di standard tecnologici più efficienti. Il
futuro di WAP in quanto tale, invece, ci sembra decisamente
limitato.
GPRS: un passo avanti
Il General Packet Radio Service (GPRS) è uno
standard di comunicazione cellulare ideato per aumentare la
capacità di banda delle attuali reti GSM. Anche questa,
dunque, è una tecnologia che punta ad aumentare la velocità
della trasmissione dati utilizzando le infrastrutture di
trasmissione preesistenti, in modo da garantire miglioramenti
dei servizi nel modo più rapido ed economico possibile.
Per ottenere questo risultato, GPRS introduce nella
comunicazione cellulare una modalità di comunicazione delle
informazioni che ha fatto la fortuna di Internet: la
commutazione di pacchetto[ 7 ].
Attualmente la rete GSM è a commutazione di circuito: chi
effettua una chiamata vocale impegna completamente, per tutto
il tempo della conversazione, uno dei canali resi disponibili
dall'antenna che serve la 'cellula' di territorio in cui si
trova. L'utente - sia che trasmetta voce, sia che trasmetta
dati - occupa tutta la banda del canale, anche se il transito
di dati durante l'impegno della linea è minimo. Di
conseguenza la tariffazione avviene in base al tempo di
utilizzo della linea. Con la tecnologia GPRS, invece, la
comunicazione si baserà sulla commutazione di pacchetto. I
telefoni GPRS saranno costantemente connessi alla rete e in
base al quantitativo di 'pacchetti' di dati inviati e ricevuti
otterranno dal sistema più o meno banda. Questo permetterà
ai gestori di sfruttare meglio le frequenze cellulari evitando
che un solo utente impegni un intero canale per comunicare
pochissimi dati.
Il limite teorico della velocità di trasmissione
raggiungibile con la tecnologia GPRS è di 172,2 Kbps. In
realtà il servizio che sarà commercializzato non arriverà a
tali velocità: questo, infatti, richiederebbe che i gestori
di telefonia cellulare dedicassero al traffico generato dagli
utenti tutte le frequenze di cui dispongono. Inoltre i
telefonini attualmente in commercio sono in grado di gestire
solo quattro canali radio in ricezione e uno in trasmissione.
Per questo i gestori di reti mobili cellulari italiani stanno
sperimentando servizi GPRS che permettono di arrivare a 50,4
Kbps in entrata (dalla rete al telefonino), e 12 Kbps in
uscita, velocità corrispondente all'unione di 4 linee in
ricezione e una in trasmissione. Verosimilmente, considerando
le frequenze di servizio e i canali preferenziali che
sicuramente i gestori vorranno tenere per sé, si arriverà
entro la metà del 2001 a sperimentare delle linee a 56 Kbps,
equiparabili alla banda attualmente raggiungibile con un
normale modem analogico.
Pur occupando le stesse frequenze dell'attuale GSM, il
passaggio verso il sistema GPRS - anche dal punto di vista
dell'impegno economico - non è stato indolore per i gestori
di telefonia mobile. Sia gli apparati hardware sia i software
di trasmissione e ricezione sono stati modificati
appositamente. Un altro notevole sforzo, in vista della
commercializzazione su vasta scala del servizio, è legato al
cambio dei sistemi di tariffazione. Come si è già accennato,
il passaggio dalla commutazione di circuito alla commutazione
di pacchetto implica infatti che gli utenti potranno essere
connessi permanentemente al sistema cellulare, e questo impone
il passaggio dalla tariffazione a tempo a quella basata sul
calcolo dei dati trasmessi e inviati (Pay per Bit).
Come è già successo per WAP, anche per il futuro della
tecnologia GPRS si pongono interrogativi legati alla
sovrapposizione con altri standard più evoluti: infatti, se
GPRS è arrivato, UMTS è molto vicino! Non è tuttavia
plausibile che questa tecnologia sia destinata a cedere il
passo così celermente al fratello maggiore di terza
generazione, anche perché, come vedremo, la stessa diffusione
di UMTS richiede un lavoro tecnologico non indifferente. Uno
scenario più probabile è quello che prevede per i prossimi
anni una segmentazione dei mercati di riferimento. Il GPRS
sarà dunque rivolto in prima istanza all'utenza consumer,
mentre UMTS si rivolgerà agli utenti professionali e avrà
inizialmente tariffe assai più alte.
UMTS: la connessione globale
Molti analisti concordano nel ritenere che l'introduzione
di UMTS segnerà una rivoluzione epocale nella storia della
comunicazione, rivoluzione che inciderà profondamente anche
sul modo di vivere di gran parte della popolazione, almeno nel
mondo occidentale.
Per capire in che modo e perché questa tecnologia abbia
una portata innovativa tanto ampia, cominciamo con
l'analizzarne le caratteristiche. UMTS è uno standard di
comunicazione dati studiato ormai da un decennio dall'ITU (International
Telecommunications Union), e in particolare dal gruppo di
lavoro internazionale IMT-2000. La definizione di questo
standard è stata un successo enorme, visto che alla complessa
opera di standardizzazione hanno partecipato praticamente
tutti gli operatori di comunicazione mobile, satellitare,
radio-televisiva; i produttori di hardware e software; molti
istituti governativi; aziende statali ed enti di ricerca di
tutto il mondo.
La sigla UMTS sta per Universal Mobile Telephone System.
L'appellativo di 'universale' deriva dalla caratteristica di
riuscire a integrare, in maniera del tutto trasparente per gli
utenti, infrastrutture di comunicazione via etere, sia
cellulari sia satellitari, e via cavo. UMTS arriva a un transfer
rate di oltre 2 Mbps, sia in ricezione sia in
trasmissione, e permette di fruire del servizio sull'intera
superficie del pianeta, anche se si è in movimento. Questa
tecnologia, dunque, darà a ciascuno di noi la possibilità di
una connessione individuale e permanente alla rete, in grado
di seguirci nei nostri spostamenti.
UMTS utilizza un reticolo strutturato di frequenze che
vanno dai 1900 ai 2200 Mhz, e la sua introduzione richiede una
radicale trasformazione degli standard di radiotrasmissione e
dei sistemi di assegnazione dei canali etere. Le norme di
trasmissione dati per l'UMTS sono state elaborate dall'UTRA (UMTS
Terrestrial Radio Access), e prevedono la divisione delle
tradizionali celle di telefonia mobile in una gerarchia di
sottocelle: nell'ordine, macro celle, micro celle, micro-pico
celle, e pico celle. La velocità di trasmissione varia a
seconda della collocazione dell'utente sul territorio e quindi
della cella di riferimento. Praticamente tutto il pianeta
sarà coperto da macro celle che garantiranno una velocità
minima di 144 Kbps. La velocità del trasferimento dati
aumenta man mano che le celle concentriche si infittiscono
(tipicamente nei centri abitati) e il massimo di transfer
rate (che come detto è di 2 Mbps) è raggiungibile nelle
zone coperte da pico celle.
Questo sistema ha, evidentemente, il limite di rischiare il
sovraffollamento delle celle più piccole e arrivare quindi a
possibili rallentamenti del servizio. Ma la soluzione a questo
problema è insita nello standard stesso. Le pico celle,
infatti, sono appena di poche decine di metri: basta quindi
spostarsi di poco per ottenere un aumento delle prestazioni. E
in ogni caso, per quanto possa essere affollata una pico
cella, si potranno sempre garantire le velocità delle celle
gerarchicamente superiori. Inoltre esiste la possibilità da
parte degli operatori di concentrare maggiore banda passante
in particolari aree geografiche per periodi limitati di tempo
(ad esempio in caso di grandi eventi di massa).
Con queste caratteristiche tecniche è facile ipotizzare
che su questa tecnologia convergerà l'offerta di una gran
mole di contenuti multimediali e servizi interattivi. Da un
terminale mobile UMTS si potranno ricevere e trasmettere audio
e video ad alta qualità, effettuare videotelefonate o
videoconferenze, accedere a tutti i servizi informativi di
Internet (con terminali che saranno probabilmente più simili
agli attuali computer palmari che ai telefonini ai quali siamo
abituati). Poiché le pico celle (le celle UMTS di dimensioni
minori) sono assai più piccole delle celle GSM, un terminale
UMTS potrà essere localizzato con estrema precisione, in modo
da fornire informazioni contestualizzate e localizzate
rispetto al territorio. Questo permetterà dunque di avere
indicazioni sull'ubicazione della farmacia di turno più
prossima (avendo direttamente dal terminale il riferimento su
piantine topografiche elettroniche), di ricevere il catalogo
delle mostre nella galleria d'arte all'angolo, o di sapere
l'orario della prossima proiezione di un film nel cinema più
vicino, ma in linea di principio anche di controllare, se non
saranno fornite le opportune garanzie di privacy, gli
spostamenti anche minimi di ciascuno di noi!
Figura 54 Uno dei prototipi di terminale UMTS. Da
notare l'aspetto assai simile ad un computer palmare e la
micro telecamera posta sotto il display
A puro titolo esemplificativo, abbiamo provato a stilare un
elenco dei possibili servizi che potranno essere forniti
mediante la tecnologia UMTS, divisi per categoria. Ecco di
seguito il risultato.
- Comunicazioni personali
- Telefonia
- Videotelefonia
- Videoconferenza
- Posta elettronica
- Navigazione Web
- Servizi economici e finanziari
- E-commerce
- Trading on-line
- Pagamenti elettronici e borsellino elettronico
- Home banking
- Educazione e formazione
- Educazione a distanza
- Accesso a e-book, giornali e riviste on-line,
biblioteche
- Gruppi di studio e classi virtuali
- Teleformazione certificata
- Addestramento a distanza (sia su simulatori sia su
macchinari reali)
- Accesso a banche dati on-line
- Intrattenimento
- Audiovisivi on-demand
- Audiovisivi multicast
- Registrazioni audio e video
- Giochi interattivi
- Servizi di pubblica utilità
- Pronto intervento
- Telemedicina
- Consulenze on-line
- Servizi di localizzazione e antifurto
- Amministrazione pubblica
- Certificazioni on-line
- Gestione fiscale
- Pagamento immediato di multe, ecc.
- Servizi per le aziende
- Gruppi di lavoro virtuali
- Mobile office
- Connessioni private e trasmissioni audiovisive
dedicate a gruppi chiusi
- Help Desk, Customer care e
riconoscimento vocale
- Servizi "home oriented"
- Controllo remoto di elettrodomestici
- Controllo remoto degli ambienti
- Virtual baby-sitting
- Gestione automatica dell'economia domestica
Probabilmente si tratta di una lista incompleta, dato che
altri servizi potranno emergere attraverso la progressiva
esplorazione concreta delle possibilità offerte dall'Internet
mobile. Ma la conclusione generale è indubbia: l'uso di un
terminale UMTS modificherà moltissime delle attività che
caratterizzano la nostra vita quotidiana, dal lavoro allo
studio, dal divertimento alla comunicazione interpersonale.
Bluetooth e la casa del futuro
Se UMTS rappresenta la nuova frontiera della comunicazione wireless
sul territorio, un'altra tecnologia cambierà il modo di usare
gli apparati che occupano lo spazio domestico. Si tratta di Bluetooth,
un sistema di trasmissione wireless che permette di far
comunicare dispositivi elettronici di vario tipo (PC, computer
palmari, telefonini, elettrodomestici in genere) entro un
raggio di cento metri. La banda di frequenza usata da
Bluetooth si colloca intorno ai 2.4 Ghz, e permette di
raggiungere una velocità massima di 2 Mbps. Date le sue
caratteristiche, il campo di applicazione principale di questa
tecnologia consiste nell'interconnessione di tutti gli
apparati elettronici domestici in una rete locale senza fili.
Bluetooth sarà dunque, prevedibilmente, il mattone
tecnologico della casa del futuro.
Rispetto alle abitazioni in cui viviamo oggi, la casa del
secondo millennio sarà caratterizzata da una nuova
generazione di impianti ed elettrodomestici intelligenti,
dotati di hardware programmabile e di specifici sistemi
operativi. Mediante le interfacce di trasmissione Bluetooth
essi saranno collegati tra loro e con la rete Internet. Questo
li renderà raggiungibili in qualsiasi momento da qualsiasi
punto della rete.
Come risultato, ogni singolo servizio, dall'accensione di
una lampadina al cambio di canale del televisore,
dall'accensione del forno all'avvio dell'impianto di
climatizzazione, sarà controllabile mediante un computer
palmare dotato di interfaccia Bluetooth. E, naturalmente, lo
stesso palmare sarà in grado di comunicare mediante UMTS,
permettendo di effettuare tutte queste operazioni dovunque ci
si trovi.
Figura 55 Apparentemente una normale penna, è invece
un meccanismo di scrittura avveniristico: grazie a una micro
telecamera a raggi infrarossi e la tecnologia Bluetooth, la
normale scrittura corsiva su carta viene trasmessa al computer
e su Internet in tempo reale
Quelle che abbiamo elencato non sono invenzioni da racconto
cyberpunk: i prototipi di questi infodomestici
esistono già nei laboratori delle grandi industrie
tecnologiche. Alcuni di essi cominciano già a essere
commercializzati, ed entro pochi anni potranno entrare nel
mercato di massa.
Nelle pagine precedenti, abbiamo sostenuto in più di
un'occasione che la diffusione delle nuove tecnologie di rete
cambierà radicalmente il modo di comunicare e di vivere[
8 ]. Un'affermazione per molti versi generica;
tuttavia, è estremamente difficile prevedere con maggiore
precisione quali e quante saranno le trasformazioni, e in che
direzione si muoveranno. La stessa storia di Internet ne offre
eloquente testimonianza[ 9 ]:
nata come rete di ricerca finanziata dai militari, a
trent'anni di distanza Internet è divenuta un medium di
comunicazione globale con applicazioni in ogni settore delle
attività sociali. È probabile che pochi degli stessi
ricercatori che contribuirono alla sua nascita prevedessero
uno sviluppo di questo tipo.
Tuttavia, il tentativo di prevedere, anticipare e
indirizzare gli sviluppi tecnologici fa parte non solo della
natura umana ma delle stesse necessità operative dei
protagonisti del settore, che devono valutare e selezionare
gli investimenti da compiere. In questa situazione, la
strategia migliore consiste nel cercare di basare le proprie
previsioni, anziché su infatuazioni e mode tecnologiche del
momento, su un'analisi razionale della situazione, inquadrando
lo sviluppo dei media di rete nel suo contesto culturale,
tecnologico ed economico. Senza dimenticare che un fattore
essenziale è rappresentato dalla disponibilità di dati e
informazioni, e dall'esistenza di strutture di formazione,
discussione, elaborazione argomentativa delle scelte. In altri
termini: cercare di prevedere e indirizzare correttamente lo
sviluppo tecnologico è importante, ma possiamo sperare di
riuscirci, in maniera certo sempre parziale e approssimativa,
solo se siamo sufficientemente e correttamente informati, e se
disponiamo dei necessari strumenti per una discussione
razionale che coinvolga il maggior numero possibile dei
soggetti interessati (inclusi gli utenti finali). Un compito
alla cui realizzazione dovrebbero collaborare soggetti
politici e rappresentativi (partiti, parlamento, governo),
soggetti tecnologici e industriali, e il mondo della
formazione e della ricerca. Facile a dirsi, naturalmente, ma
assai più difficile da realizzare in pratica.
Un'altra riflessione possibile sulle implicazioni della
banda larga è quella relativa alla diffusione di massa delle
nuove tecnologie di rete, che implica per forza di cose una
semplificazione nelle procedure d'uso e di accesso alle
tecnologie stesse.
Se non si dispone di una tecnologia sufficientemente
facile, comoda e sicura, vengono a cadere i motivi per
preferire ad esempio il pagamento on-line di un bollettino
rispetto alla tradizionale fila all'ufficio postale. E non a
caso, verso un costante incremento di 'usabilità' delle
interfacce si sta muovendo tutta la moderna scienza
dell'informazione, ivi compresi la telematica e i servizi di
rete.
Ma proprio questa tendenza comporta anche, forse
inevitabilmente, un rischio rilevante di 'perdita del
controllo' da parte dell'utente finale. Infatti, mentre da un
lato si cerca di avvicinare la tecnologia alle competenze del
pubblico, è in corso anche un processo parallelo di
livellamento verso il basso delle competenze degli utenti
avanzati. Un chiaro esempio, in questo senso, è rappresentato
dai moderni sistemi operativi per personal computer: la
possibilità di controllo sui meccanismi profondi del sistema
operativo sfugge ormai completamente all'utente finale, anche
avanzato, mentre le interfacce grafiche sono studiate in modo
da indurlo a utilizzare solo pochi comandi noti, rendendo
sempre più complesso e difficile l'accesso a reconditi e
'pericolosi' pannelli di configurazione.
Obiettivo di queste considerazioni non è quello di
rivendicare la funzione dei 'guru', pochi utenti esperti in
grado di comprendere (e magari indirizzare) i meccanismi dei
processi tecnologici, ma di sottolineare il rischio che venga
del tutto a mancare la capacità di una visione d'insieme,
sufficientemente articolata e competente, su tecnologie che
entrano in maniera così pervasiva nella vita dei singoli e
della collettività. Il pericolo di perdita di controllo da
parte dell'utente finale ha infatti un suo corrispondente 'di
macrolivello': l'aumento enorme della complessità e del
numero delle conoscenze collegate alle nuove tecnologie di
rete impedisce, anche a gruppi tecnicamente preparatissimi, di
padroneggiare in maniera sufficientemente approfondita una
porzione significativa dell'orizzonte tecnologico al quale si
fa riferimento.
Certo, nel mondo dell'alta tecnologia si deve per forza di
cose partire da una parcellizzazione dei saperi. E questo dato
di fatto non è interpretabile solo in modo negativo (come
condizione per lo sviluppo di una oligarchia capace di
controllare le tecnologie e di applicare una politica del divide
et impera conoscitivo), ma rappresenta in molti casi
un'occasione di pluralismo e democraticità, proponendo
modelli collaborativi di ricerca e di divisione del lavoro. A
questo proposito si potrebbe citare il noto e splendido
esempio di lavoro collaborativo che ha portato alla nascita e
allo sviluppo, nelle sue diverse forme, del sistema operativo
Linux.
Ma frutti così ammirevoli del lavoro collaborativo
attraverso le nuove tecnologie partono sempre da una profonda
conoscenza degli strumenti (teorici e pratici) utilizzati. Se
è vero che per raggiungere un buon risultato nel mondo di
frontiera delle tecnologie di rete è ormai comunque
necessario unire le forze e le competenze di più persone o
gruppi di persone, è anche vero che non si può prescindere
da un percorso articolato di formazione e autoformazione
individuale e collettiva. Mettere a disposizione della
collettività gli strumenti per poter svolgere questo cammino
formativo appare - proprio alla luce delle problematiche fin
qui dibattute - quasi un obbligo morale: un obbligo che
riguarda ciascuno di noi, ma riguarda anche la società nel
suo insieme e le sue istituzioni politiche e culturali.
Non è possibile chiudere queste considerazioni dedicate
alle prospettive della banda larga e dell'Internet mobile
senza mettere in evidenza il fatto che, per quanto larghe
possano essere, le strade della rete non saranno di fatto
ugualmente percorribili per tutti.
Il divario più grande è quello tecnologico e culturale: i
paesi che hanno le risorse e la capacità di muoversi verso lo
studio, lo sviluppo e l'applicazione di standard di
trasmissione avanzati, avranno l'opportunità di porsi come
interlocutori attivi nella rivoluzione della Information
Society. Chi invece rimarrà indietro potrà, nella
migliore delle ipotesi, ingrossare l'esercito dei consumatori,
nella peggiore quello degli esclusi o, come usano dire i
sociologi, degli 'infopoveri'.
Si rischia di arrivare al paradosso di vedere intere
popolazioni che vivranno - più o meno inconsapevolmente - in
un mondo magico di suoni e di filmati onnipresenti ma
inaccessibili: dallo stesso metro quadrato di superficie
terrestre chi ne avrà la possibilità potrà connettersi alla
rete e mandare un fax o ordinare una pizza, quando un passo
più in là, ignaro di vivere in un mondo iperconnesso, c'è
chi non ha di che sfamarsi.
Questa considerazione deve essere sempre presente nel
parlare dell'impatto economico, sociale e culturale delle
nuove tecnologie. E tuttavia, se è vero che alcuni paesi del
mondo avranno enormi difficoltà nel recuperare il grave handicap
tecnologico (ma ancor prima economico e culturale) rispetto ai
paesi ricchi e industrializzati, è anche vero che la
rivoluzione delle comunicazioni wireless è, potremmo
dire, intrinsecamente globale, capace di portare servizi
funzionali anche in luoghi dove una carenza endemica di
infrastrutture impedisce l'uso delle tecnologie tradizionali[
10 ].
La banda larga offre dunque effettivamente, seppure con
molti rischi, la possibilità di cambiare in meglio il nostro
pianeta. Gli stessi satelliti e le stesse micro e macro celle
UMTS saranno utilizzabili sia sul nord America sia sull'Africa
settentrionale, senza sostanziali differenze. Sta a noi
utilizzare queste risorse secondo una logica che non sia
unicamente quella del profitto immediato, spingendo lo sguardo
abbastanza lontano e cercando di evitare i possibili impatti
negativi in campo culturale, economico-sociale e - fattore da
non trascurare - anche ecologico.
pagina avanti
[
1 ] |
L'uso dell'espressione
'banda larga' per indicare la trasmissione di dati in
formato digitale ad alta velocità è legato al fatto
che la velocità di trasmissione di un canale digitale
è proporzionale all'ampiezza dell'intervallo di
frequenze elettriche o elettromagnetiche che vi possono
essere veicolate, detta larghezza di banda. |
[
2 ] |
J. Rifkin, L'era
dell'accesso. La rivoluzione della new economy,
Mondadori 1999. |
[
3 ] |
Per canale si intende una
frazione di banda che sia in grado di veicolare senza
eccessive distorsioni un segnale binario. |
[
4 ] |
La banda nella telefonia
tradizionale corrisponde al range di frequenze
fra i 300 Hz e i 3400 Hz. |
[
5 ] |
Il riferimento per lo
standard è il protocollo T1E1.4 dell'ANSI (American
National Standard Institute). |
[
6 ] |
Sia Ferrovie dello Stato
sia Società Autostrade hanno la possibilità di
stendere i cavi in fibra ottica senza la necessità di
lenti e costosi scavi: i cavi, infatti, trovano posto
lungo le tratte ferroviarie e autostradali. |
[
7 ] |
Su questi temi rimandiamo
il lettore a F. Ciotti e G. Roncaglia, Il mondo
digitale.Introduzione ai nuovi media, Laterza 2000,
pp. 127 sgg. |
[
8 ] |
Naturalmente questo sarà
vero solo per quelle popolazioni e quelle fasce sociali
in grado di sostenere i costi necessari per svilupparle,
comprarle e usarle. L'idea che le nuove tecnologie di
rete costituiscano da sole e quasi per virtù salvifica,
senza interventi di indirizzo e senza le opportune
scelte politico-economiche, uno strumento per la
riduzione delle disuguaglianze ci sembra rappresentare
una pericolosa illusione. |
[
9 ] |
Su questo rimandiamo al
capitolo 'La storia di Internet' di M. Calvo et al.,
Internet 2000, Laterza 1999. |
[ 10
] |
Altrove in questo stesso
libro abbiamo citato l'opinione di Dick Brass, uno dei
'guru' dell'alfabetizzazione attraverso l'uso delle
nuove tecnologie, secondo cui grazie all'avvento degli
e-book e delle connessioni wireless "There'll
be no village in India or Africa too poor to have a
library equivalent to the greatest universities in the
world". Una considerazione di indubbio fascino,
anche se è bene non dimenticare che - secondo il motto
popolare - la cultura non si mangia, neanche nella
variante elettronica rappresentata dagli e-book. |
|