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Copertina > Home > Iniziative speciali > 2003 >

Liber Liber per la pace

La pace è fragileMarzo 2003: guerra "preventiva" all'Iraq senza una specifica risoluzione dell'ONU.

Liber Liber è una associazione che si occupa per lo più di letteratura e anche se non vogliamo fare politica (ci sono altri spazi e altri momenti per farla, ognuno secondo le proprie convinzioni), qualche bit in difesa della pace vogliamo spenderlo comunque.

È doverosa una premessa: Liber Liber non ha strumenti per raccogliere le opinioni dei suoi sostenitori su argomenti come questo, per rispetto di tutti perciò non vogliamo schierarci a favore di questa o quella specifica posizione. Ciononostante, siamo convinti che tutti vogliano la pace, che questo sia l'obiettivo ultimo di ogni essere umano, anche di coloro che sostengono l'utilità della guerra "preventiva". E allora proviamo a fare una semplice considerazione.

Quali che siano le regole che ci diamo, troveremo sempre essere umani disposti a violarle, ladruncoli e dittatori saranno tra noi forse per sempre. Nel corso degli ultimi secoli tuttavia abbiamo creato codici, tribunali e forze di polizia che più o meno efficacemente hanno dato una regola alla nostra convivenza. Se leggiamo Dante, Machiavelli, Manzoni e centinaia di altri grandi testimoni del nostro passato, scopriamo una Italia più violenta e feroce di quella contemporanea. Siamo purtroppo ancora lontani da una società nella quale si è tutti uguali di fronte alla legge e nella quale tutti i valori a fondamento di una civile convivenza sono rispettati, ma sarebbe sciocco negare una evoluzione dei costumi.

Le relazioni tra nazioni hanno bisogno delle stesse regole che disciplinano le relazioni tra cittadini. Abbiamo bisogno di organismi sovranazionali più efficaci e autorevoli degli attuali. Non possiamo più accettare che intere popolazioni siano sotto il giogo di dittatori, non possiamo più accettare il proliferare di armi di distruzione di massa e non possiamo più accettare che governanti diano il via alla guerra magari sotto la pressione di fabbricanti di armi, di gruppi economici o addirittura di consiglieri elettorali.

I tribunali non sono una soluzione perfetta, lo vediamo tutti i giorni, ma sono la migliore approssimazione che abbiamo saputo trovare. Il nostro obiettivo, oggi, è dare maggiore intelligenza alle nostre azioni. Dobbiamo e possiamo riflettere sfruttando anche quello che la storia ci ha insegnato.

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