Il problema principale di un traduttore è sicuramente la scelta dei
termini e delle locuzioni più adeguate a rendere nella propria lingua i
testi che si accinge a tradurre. Ciò è ancor più vero nel caso di una
traduzione tecnica, qual è quella a cui i volontari di Liber Liber
stanno lavorando. Come riferimento costante per tutti i traduttori,
questa pagina sarà aggiornata riportando, suddivise per argomenti, le
discussioni terminologiche che si verificano quotidianamente, tra i
partecipanti al progetto, nello spazio comune offerto dalla mailing-list
del progetto Manuzio.
Le osservazioni e i risultati riportati di seguito sono
vincolanti ai fini della traduzione. Questo documento non è
però saldo e immutabile, ma in continua evoluzione, in virtù degli
apporti che riceve quotidianamente. Ciò significa che è possibile
dimostrare, indirizzando un messaggio alla lista, che una certa
traduzione riportata in questa pagina è sbagliata o migliorabile. Se il
suggerimento è accolto, la nuova traduzione sarà inserita di diritto
nel seguente elenco. E' comunque la terminologia riportata in questa
pagina che fa testo in merito alle scelte lessicali da effettuare nel
corso del lavoro.
NOTE
- Si raccomanda, nel sottoporre i propri dubbi sulla
traduzione agli altri volontari, di citare SEMPRE per esteso il
passo controverso, piuttosto che il numero di riga del file html
originario. In tal modo, anche se il messaggio inviato alla lista
diventa un po' più lungo, si evita a chi volesse controllare il
passo e suggerire una propria traduzione la notevole perdita di
tempo di contare le righe (che a volte sono diverse centinaia).
- Le frasi citate sotto le definizioni sono tratte, così come sono,
dalle lettere dei volontari spedite alla lista. E' per questo motivo
che gli accenti sono riportati spesso come apostrofi [a'], alla
destra della lettera a cui si riferiscono, piuttosto che fare corpo
unico con la lettera stessa [à].
- In linea di massima gli aggiornamenti alla lista seguente vengono
inseriti a cominciare dall'alto, in modo che siano i primi visibili
a chi scorre il documento. Ho preferito, tuttavia, non dividere le
sezioni a seconda del giorno, in modo da non essere costretto a
duplicare le voci che ricevono successivi aggiornamenti, modifiche e
integrazioni. Insomma: è consigliabile dare una scorsa all'intero
documento (o, in alternativa, adoperare le funzioni di ricerca del
browser).
PRECISAZIONE IMPORTANTE. I nomi degli elementi NON
vanno tradotti, quando nel testo inglese ci si riferisce alla SINTASSI
dell'HTML (come nel caso del file elements.html, tradotto da Stefano
Basagni). Dovrebbero invece essere tradotti, quando ricorrono in un
brano discorsivo come NOMI COMUNI e non come parole chiave.
Ecco un esempio di ciò che voglio dire. Consideriamo la frase:
"The FIELDSET element allows authors to group thematically related
controls and labels." Tradurrei questa frase così:
"L'elemento 'FIELDSET' consente agli autori di raggruppare
tematicamente controlli ed ETICHETTE correlati."
Consideriamo, ora, quest'altra frase: "The LABEL element may be
used to attach information to controls. Each LABEL element is associated
with exactly one form control." La traduzione che propongo è la
seguente: "L'elemento 'LABEL' può essere usato per agganciare
informazioni ai controlli. Ogni elemento 'LABEL' è associato con un
unico controllo del modulo e con nessun altro".
La differenza è, appunto, che "label" rimane in
inglese quando funge da elemento e diventa "etichetta" (o
altro termine analogo) quando nel testo è usato discorsivamente, senza
uno specifico richiamo alla sua natura di elemento della sintassi HTML.
Spero che siate tutti d'accordo su questa importante distinzione:
lasciare, infatti, in inglese ogni singola ricorrenza di un termine
appartenente alla sintassi del linguaggio, significherebbe creare, alla
fine, un testo con addirittura più parole in inglese che in italiano.
- Correzioni apportate da Domenico Ciuffreda, nella sua
traduzione di forms.html, sulla base delle note presenti nel file
html40-errata.html
a) (par. 17.5) nella lista "attributi definiti altrove"
sono stati aggiunti i link di "id/class",
"lang/dir", "title", "style" e
"tabindex"; è stato rimosso invece quello di
"usemap";
b) (par. 17.6 e 17.6.1) nelle liste degli "attributi definiti
altrove" di OPTION ed OUTGROUP sono stati rimossi
"onfocus", onblur" ed "onchange", in quanto
estranei all'argomento trattato. E' stata aggiunta la lista degli
"attributi definiti altrove" per l'elemento SELECT, che
mancava; l'ho ricostruita basandomi anche sulle pagine
"scripts.html" e "dtd.html";
c) (par. 17.9.1) è stato rimosso dalla lista "attributi
definiti altrove" il link di "tabindex", estraneo
all'elemento LABEL;
d) (par. 17.12.2) la frase "I seguenti elementi ammettono
l'attributo readonly: INPUT, TEXT, PASSWORD e TEXTAREA." è stata
cambiata in "I seguenti elementi ammettono l'attributo readonly:
INPUT e TEXTAREA."
Queste sono le più recenti rettifiche "ufficiali" della
W3C (12 mar 1998,19:21:08).
- A Standard Default color Space for the Internet ==> Uno
spazio colore standard predefinito per Internet
- Form-based File Upload in HTML ==> Aggiornare
(o Inviare?) file basati
su moduli in HTML
- Registered charset values ==> Valori registrati per
insiemi di caratteri
- Uniform Resource Locator (URL) ==> Localizzatore
uniforme di risorsa
- 8-bit single-byte coded graphic character sets ==>
Insiemi di caratteri grafici codificati con un singolo byte da 8 bit
(?)
- Information Processing ==> Trattamento
delle informazioni
- Universal Multiple-Octet Coded Character Set ==>
Insieme universale di caratteri codificati in un ottetto multiplo
- Path ==> Percorso
- Changes ==> Modifiche
- Companion ==> Guida
- to Clash ==> Entrare in conflitto con
- Frame ==> Cornice (quando riferito alle
tabelle), Frame negli altri casi
- Definition List ==> Lista di Definizioni
- Format ==> Formato
- Type ==> Tipo
- Attributes defined elsewhere ==> Attributi definiti
altrove
- Escape special characters ==> Caratteri speciali di
escape
- Big-endian ==> Big-endian
- Little-endian ==> Little-endian
(Vittorio Romano) "big-endian"
(e quindi little-endian) non sono traducibili in alcun modo. Nascono
dai Viaggi di Gulliver (se non ricordo male!), in cui le persone
venivano divise in due classi: chi rompe le uova dalla parte stretta e
chi dall'altra. Per cio' che riguarda le architetture hardware,
distingue le macchine che memorizzano (nei registri del processore) le
parole di memoria nello stesso ordine o in ordine inverso. Sfido
chiunque a tradurlo in una parola :-|
- Specification ==> Specifiche
- Recommendation ==> Direttiva
(Daniele K. Gabriele) Inoltre vorrei
chiedere se "specification" e "recommendation"
sono ancora da definire. In caso affermativo, il gruppo Cougar si era
messo d'accordo su, rispettivamente, "specifiche" e
"direttiva"; quest'ultima sia per evitare il senso
spregiativo del vocabolo "raccomandazione" in italiano, sia
per una maggior corrispondenza tecnico-giuridica di
"direttiva" al valore del documento del W3C.
- Applet ==> Applet (da lasciare in inglese)
- Image map ==> Mappa sensibile
- Create a frame document ==> Creare un documento con
frame
- Metadata ==> Metadati
- Draft ==> Bozza
- Content provider ==> Fornitore di contenuti
- System identifier ==> Identificatore di sistema
- Public identifier ==> Identificatore pubblico
- DTD Transitional ==> DTD di transizione
- DTD Frameset ==> DTD per documenti basati su frame
- Entity Latin-1 ==> Entità Latin-1
- Entity Symbol ==> Entità Symbol
- Entity Special ==> Entità Special
- Charset ==> Insieme di caratteri
- Media descriptors ==> Descrittori di media
- Uniform Resource Identifier ==> Identificatore Uniforme
di Risorsa
- Link forward ==> Collegamento successivo
- Link reverse ==> Collegamento precedente
- SGML mixed content model ==> Modello SGML per contenuti
misti
- Whitespace ==> Spazi bianchi
- Clicked ==> Cliccato
- Header ==> Intestazione
- Footer ==> Nota
- Caption ==> Didascalia
- Scripting ==> Programmare (? - da
decidere a seconda del contesto)
- Named dictionary of meta info ==> Dizionario con nome
di metainformazioni
(Simone Diamanti) "imagemap":
che ne dite di "mappe sensibili"? mi sembra che dia l'idea
del possibile feedback (a rigore, ogni immagine in una pagina web e'
"cliccabile" ma non e' detto che la cosa abbia effetti
particolari). Basta che non lo si interpreti come "mappe gentili
e disponibili" :). (Marco Calvo)
Concordo: mappe sensibili e fogli di stile sono ampiamente usati nella
manualistica, sono anche foneticamente validi. Direi di adottare
questi termini.
(Armando La Mura) Visto che il w3c
considera DTD Transitional equivalente a DTD loose perche' non
traduciamo tutti e due i termini come DTD di transizione?
(M.D.) Io lascerei la traduzione "di
transizione" per "transitional" e quella di
"allargato" per "loose": ferma restando
l'equivalenza dei due DTD, "loose" e
"transitional" sottolineano due aspetti differenti della
stessa cosa (cioè l'allargamento verso forme di compatibilità
all'indietro e la natura auspicabilmente transitoria di tali
specifiche), sfumatura di significato che si perderebbe uniformando i
due termini inglesi ad un unico equivalente italiano.
(Vittorio Romano) Qui [a proposito di
"content providers"] bisogna stare attenti alla
distinzione tra chi fornisce i servizi di comunicazione e chi si
occupa dei contenuti... Forse "fornitori di contenuti"
specifica meglio la seconda categoria.
(M.D.) Per "DTD Frameset"
Armando La Mura propone la traduzione "DTD dei set di
frame". Senza voler negare validità alle sue proposte, da parte
mia propongo la seguente forma, che mi pare più comprensibile per il
lettore inesperto: "DTD per documenti basati su frame". A
tale traduzione si può associare l'originale inglese, per maggiore
chiarezza.
- Nota d'impaginazione: tra l'apostrofo e la parola
apostrofata non va inserito alcuno spazio
- I plurali dei termini stranieri NON si declinano in
italiano ("i tag" e non "i tags")
(Stefano Basagni) Visto che poi non
traduciamo alcuni termini, ricordo che in italiano non si fa il
plurale dei nomi stranieri (quindi e` "i tag", e non "i
tags"; "sequenza di byte", non "sequenza di
bytes"). Anche qui, se volete fare i plurali, basta dirlo.
(M.D.) Accogliendo la giusta osservazione
di Stefano, ribadisco che è regola della lingua italiana adoperare i
prestiti linguistici come parole indeclinabili (cioè usate nella
forma singolare anche quando, nella frase, hanno valore di plurale).
La ragione di ciò è facilmente intuibile: immaginate cosa accadrebbe
se, inserendo in una frase italiana sei o sette parole provenienti
ciascuna da lingue diverse, dovessimo rendere i plurali di ognuna
seconda la regola propria della sua lingua d'origine! Una frase ha
senso quando è articolata secondo le regole grammaticali e
sintattiche di una ed una sola lingua (nel nostro caso l'italiano). Vi
invito, perciò, a rifuggire dall'errore oggi comunissimo di
scrivere cose come "i frames", "i tags", "i
forms" e simili.
- Floating objects ==> Oggetti posizionabili
- Search robot ==> Robot di ricerca
- Invalid document ==> Documento non valido
- Style sheets ==> Fogli di stile
- Visual browser ==> Navigatore o
interprete visuale (da discutere)
(M.D.) La traduzione di "floating
objects" è risultata abbastanza difficile e controversa. Tra le
varie possibilità mi sembra che "oggetti posizionabili" sia
la traduzione che meglio rende, in italiano, l'idea di qualcosa che
può essere spostato in posizioni diverse (per favorirne il miglior
allineamento possibile con il testo).
- Case-Sensitive ==> Maiuscolo
significativo
- Case-inSensitive ==> Maiuscolo
indifferente
- Case Information ==> da discutere: Informazioni
sulle maiuscole
- Document-wide identifiers ==> da
discutere: Identificatori dell'(intero) documento
o Identificatori univoci del documento
(Mariasilva Bernasconi) Vi porto solo la
mia testimonianza di parlante italiano: per dieci anni e fino a pochi
mesi fa ho insegnato ad allievi quindicenni ad usare il computer: ho
sempre detto "maiuscolo indifferente" o "maiuscolo
significativo"; spesso mi é capitato di dire "maiuscolo non
indifferente". Da intendere, e a me è sempre parso ovvio:
"il fatto che le lettere siano scritte in carattere maiuscolo o
minuscolo è (o non è) . . .". Io non direi "maiuscole
significative" o "maiuscole indifferenti", perchè il
significato mi sembra in questo caso equivocabile.
- Section ==> Paragrafo (Sezione
solo in alcuni casi particolari)
(Stefano Basagni) Una prima nota sulla
traduzione dei termini dall'inglese. La "section" inglese,
e` il "paragrafo" italiano, e non la sezione, che non mi
pare abbia gran senso in campo editoriale. O no? Come decidiamo di
fare?
(Simone Diamanti) Nella pagina sulla
terminologia Stefano Basagni chiede come dovrebbe essere tradotto
"section": penso che abbia ragione a preferire
"paragrafo", anche se credo che l'uso di "sezione"
non sarebbe improprio - ma credo che si potrebbero usare i termini in
maniera differente, e sfruttare "sezione" quando si
intendono "sezioni tematiche". Ad esempio, nel file
about.html, che ho cominciato a tradurre, mi sembra utile dire che il
documento e' diviso in SEZIONI, e che, per dire, la sezione
sull'argomento x e' costituita dai PARAGRAFI y e z. O no?
- Tag ==> Tag o Marcatore
- Start Tag ==> Tag Iniziale
- End Tag ==> Tag Finale o Tag
di Chiusura
(Enrico Grandi) E' poi ovvio, ad esempio,
che la parola "tag" non dovrà essere tradotta....
(M.D.) Vi sembra corretto tradurre
"tag" con "marcatore", come annota Vincenzo
Romano? Attendo risposte in mail-list
- Come si rendono gli accenti in HTML
(Roberto Pili) Tutte le vocali accentate
sono formate da 4 elementi: & + vocale + acute/grave + punto e
virgola.
"acute" per l'accento acuto cioe' chiuso cioe' verso destra;
"grave" per l'accento grave cioe' aperto cioe' verso
sinistra
é (accento di perche') è (accento di e')
(Vittorio Romano) Prova a dare uno
sguardo qui: http://www.cli.di.unipi.it/Beatrice/guide/html/htmlman/caratt.html
- Quando adoperare l'accento grave e quando quello acuto
(Nicola Mastidoro) L'accento all'interno
della parola (usato per distinguere omografi non omofoni) va usato
quando necessario. Il dubbio tra acuto e grave (suono chiuso e suono
aperto) può essere sciolto usando un dizionario.
- L'accento sull'ultima lettera in generale è grave per tutte le
vocali, come in "città".
Il dubbio si pone solo per la "e", per la quale:
- è acuto nei seguenti casi: "sé", "né",
"poiché", "giacché", "perché", ecc.
- è grave in "tè", "caffè",
"Giosuè", "Mosè"
(M.D.) Credo che per questioni di
comodità ed uso consolidato - lasciando perdere in questa sede la
diatriba sul suono chiuso della "i" e della "u" -
ci convenga adoperare senz'altro, nella traduzione italiana, l'accento
grave per la vocale finale di tutte le parole accentate, tranne per la
"e", nei casi segnalati da Nicola Mastidoro. A proposito:
gli "omografi non omofoni" sono quelle parole che si
scrivono allo stesso modo ma si pronunciano diversamente (ad es.:
"ancora" si pronuncia con l'accento tonico sulla prima
sillaba quando è sostantivo e con l'accento sulla seconda sillaba
quando è avverbio di tempo).
- Contents ==> Sommario
- Index ==> Indice (analitico)
(Stefano Basagni) Credo poi che debba farsi una distinzione tra "contents" e "index". In inglese, di solito, contents e` l'indice e index e` quello che da noi si chiama indice analitico. Io qui ho tradotto in maniera equina "contenuti" e "indice", ma fatemi sapere la vostra.
(M.D.) La mia proposta e' di tradurre "contents" con "sommario" e "index" con "indice". Che ne dite?
(Giorgio Guzzetta) Riguardo alla coppia
'contents'-'index', concordo con la proposta di renderli con
'sommario' e 'indice' (perche' pero' non aggiungere 'analitico' - mi
sembra piu' chiaro che non il semplice 'indice'? forse c'e' un motivo
che non colgo?).
- Parole spezzate dai tag HTML
(M.D.) Vale, per me, la risposta data da
Vittorio Romano. Chiarisco: i tag <b>...</b> rendono in
grassetto tutto cio' che e' tra essi racchiuso. In tutti i casi
analoghi, la regola dovra' quindi essere quella di tradurre in
italiano la parola o la frase inglese spezzata e di introdurre tra
<b> e </b> la lettera iniziale della parola o della frase
tradotta (esempio corretto: "<b>P</b>roibito")
- Form ==> Modulo
- Field ==> Campo
- Form control group ==> Raggruppamento dei controlli del
modulo
- Elements ==> Elementi
- Attributes ==> Attributi
- Comments ==> Commenti
- Entity ==> Entità
- Markup languages ==> Linguaggi di marcatura
- Character references ==> Riferimenti a caratteri
- Head section ==> Sezione d'intestazione
- Body ==> Corpo
- Font ==> Font o (da
discutere) Carattere
(Giorgio Guzzetta) Un altro paragrafo e'
dedicato ai 'Characters references'. Visto che gia' 'Font' dovrebbe
essere tradotto con 'carattere', ne nasce un conflitto. Penso che
'character' possa essere reso con 'carattere' e 'font' possa rimanere
come 'font'.
- Anchor ==> Riferimento
- Link ==> Collegamento
(M.D.) Per i non esperti:
"link" e' il rimando ipertestuale tra due
"anchor", detti "sorgente" e
"destinazione". In altri termini e' quell'elemento dell'HTML
che permette, alla pressione di un tasto, di passare da una pagina ad
un'altra risorsa ad essa collegata. La mia proposta di traduzione e'
"collegamento" per il termine "link" e
"riferimento" per la parola "anchor".
(M.D.) E' da accogliere la proposta di
lasciare in inglese il termine "frame" anche nella
traduzione italiana. Con questa parola è infatti universalmente
designato l'elemento in questione nella letteratura nostrana
sull'HTML. Aggiungerei però tra parentesi, nel testo discorsivo, le
forme "cornice" o "riquadro", che comunque
servono, al lettore digiuno di lingua inglese, a focalizzare il
significato della parola "frame".
- Deprecated ==> Disapprovato
(Daniele K. Gabriele) Io ho suggerito, ed
è stato accettato, di tradurre con "disapprovato", che
preserva ancora la sfumatura etica e inoltre fa intendere che il tag
precedentemente era legale, ma ora non lo è (quasi) più, degradato
sul campo.
- Loose DTD ==> DTD allargata
- Strict DTD ==> DTD rigorosa
(M.D.) Non mi viene per il momento una
traduzione migliore per la parola "loose". In questo caso,
infatti, indica un tipo di documento che non corrisponde strettamente
alla totalità delle specifiche dell'HTML 4.0, ma è
"allargato", appunto, fino a contenere elementi che
garantiscono la compatibilità del documento con i browser non
aggiornati.
- Generic language/style container ==> Contenitore
generico per linguaggi/stili
- Character Set ==> Insieme di Caratteri
- User Agent ==> Interprete
- Authoring Tools ==> Strumenti di Authoring
- List item ==> Elemento della lista (o dell'elenco)?
(da discutere)
- Script ==> Script (rimane non tradotto,
almeno per il momento)
(Armando La Mura) "An HTML user
agent is any device that interprets HTML documents. User agents
include visual browsers (text-only and graphical), non-visual browsers
(audio, Braille), search robots, proxies, etc.". Questo
rappresenta la spiegazione del w3c. Nel gruppo Cougar avevamo reso il
termine come 'interprete HTML'. Per quanto concerne i link di
navigazione avevamo reso contents con 'argomenti'. Per quando riguarda
i 'Block elements', lo considererei uguale a 'block-like elements' un
termine presente nell' HTML 4.0 REC.
- Nested ==> Annidato
- Presentation ==> Visualizzazione
- to Render ==> Rendere (talvolta
Visualizzare)
- Indent ==> Indentazione
- to Indent ==> Indentare
- to Set ==> Impostare
- to Reset ==> Reimpostare
- Default ==> Predefinito
- Boolean ==> Booleano
- Language information ==> Informazioni sulla Lingua
- Inline style information ==> Informazioni sullo stile
inline
(Vittorio Romano) E' questo il termine tecnico ("annidato") usato in italiano per indicare elementi (nel mio caso erano le liste) contenuti uno dentro l'altro. Sicuramente da preferirsi a "Nidificato" e simili.
|