CAPITOLO TERZO


IL TROMBA

5. I luoghi sacri

I luoghi sacri malgasci sono i doany (palazzo reale), dove sono conservate le reliquie del re defunto, e i mahabo, le tombe dei re. Entrambi si trovano all'interno di interi villaggi sacri che vengono designati con lo stesso nome (doany e mahabo). Contrariamente a ciò che succede nei villaggi profani, in quelli sacri l'esistenza sociale e la disposizione dello spazio sono regolati da uno stretto simbolismo, il cui rispetto è assicurato da numerosi divieti (fady). J. M. Estrade (1977) dà una testimonianza dei comportamenti a cui ha assistito nel villaggio sacro di Miarinarivo (a nord-est dell'isola), che ospita al suo interno uno dei doany sakalava. «Qui è vietato tutto ciò che può creare rumore (oggetti, comportamenti, mezzi di trasporto) e turbare così il riposo dei re... Per penetrare nel palazzo reale è necessario togliere le scarpe, entrare col piede destro, vestirsi di lambahoany (47)e spogliarsi di ogni oggetto che possa ricordare la civiltà moderna... all'interno, una tenda bianca nasconde le reliquie agli sguardi profani» (Estrade,1977, 36-38).

La continua protezione dei doany e il culto che vi si celebra sono affidati a degli specialisti, votati ereditariamente a queste mansioni. Tutti gli abitanti del villaggio sacro partecipano al servizio reale e se ne dividono i compiti. Spesso questi "funzionari del sacro" possono diventare anche "canali" dello spirito. I servitori dei doany sono sottomessi a diverse obbligazioni rituali e sono tenuti a non rivelare i dettagli relativi alla biografia e ai funerali dei re, allo scopo di prevenire i saha impostori (Estrade, 1977).

Una precisa testimonianza delle tombe reali è fornita da J. F. Baré (1980) che ha incentrato il suo studio in particolare su quelle controllate da una sotto-dinastia sakalava stabilitasi a nord-ovest, i Bemihisatra. L'organizzazione bemihisatra sorveglia direttamente tre tombe reali (situate a Ambalarafia, Manongarivo e Tsinjoarivo) ed indirettamente altre due (quelle di Lavalohaliky e Nosy Berafia). Questa ripartizione delle spoglie reali tra tombe differenti è dovuta ad esigenze di segmentazione territoriale dei regni oppure al rispetto dell'autonomia religiosa di ciascuno dei morti reali (48) oppure al tasso di conflittualità sociale interna al gruppo dei discendenti reali.

Manongarivo e Ambalarafia sono i principali luoghi di culto della monarchia bemihisatra e particolarmente a Manongarivo, dove sono inumati i discendenti più recenti della famiglia reale, le prestazioni funebri sono frequenti. Ognuno dei due villaggi sacri racchiude al proprio centro il recinto funebre e le tombe, entrambi costruiti su una posizione sopraelevata, visibile da qualsiasi punto dello stesso villaggio. L'insieme degli atti sociali, dei compiti politico-rituali e degli oggetti funebri sono ordinati secondo una precisa suddivisione dello spazio.

Ancora secondo la descrizione di Baré (1980), è inclusa nel palazzo reale (doany) una piccola costruzione, la zomba vinta (49), su cui gravano più divieti. Essa contiene gli oggetti che sono stati in contatto col corpo del sovrano (vasellame, vestiti), le reliquie reali e il danaro cerimoniale. Infine, l' "apparato" delle tombe reali è esclusivamente reclutato tra i Sambiarivo (schiavi reali) della popolazione sakalava di ogni unità territoriale (Baré, 1988).


[ Paragrafo precedente | Indice | Paragrafo successivo ]