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Copertina > Home > Comunicare > Comunicati stampa > 1999 >

29 luglio

Le supertariffe Internet finiscono in Parlamento

Questa è una storia che inizia con un ultimatum (della Telecom Italia S.p.A.) e finisce alla Camera, con una interrogazione parlamentare.

Liber Liber è una associazione culturale, distribuisce (gratis) i capolavori della letteratura in lingua italiana via Internet, grazie al supporto del suo sponsor (una società che si occupa di telecomunicazioni, la E-text S.r.l.), delle Università di Milano, Napoli, Roma e altre.

Come le mille altre realtà italiane simili, come le centinaia di società nate intorno al fenomeno Internet, Liber Liber deve fare i conti con il colosso Telecom Italia S.p.A. I guai cominciano sin dalla prima bolletta: la Telecom Italia S.p.A. si "sbaglia" di 13 milioni. E, con tutta la cordialità del monopolista, Angelo Pusateri della Telecom Italia S.p.A., comunica: "o pagate, e subito, oppure ci vedremo costretti a tagliare la linea". Cioè, o pagate (anche se ci siamo sbagliati di 13 milioni) o smettete di lavorare.

Passano gli anni, e alla fine la Telecom Italia S.p.A. ammette il torto e promette (ma a mesi di distanza ancora non mantiene) di restituire i soldi.

Solo a questo punto la storia si fa interessante. Liber Liber indaga, fa qualche confronto con l'estero e scopre che non solo la qualità dei servizi è ben altra (prevedibile), ma che le disparità tariffarie tra l'Italia sotto monopolio (la liberalizzazione non ha toccato tutti i settori delle telecomunicazioni) e gli altri Paesi sono abissali, quasi incredibili: abbiamo tariffe del 1000% (con 3 zeri!!!) più care rispetto agli U.S.A. e, senza andare tanto lontano, dell'800% più care rispetto all'Inghilterra (questi ultimi, sono dati O.C.S.E., pubblicati nel Communication Outlook nell'aprile 1999, http://www.oecd.org/).

Sulla scia delle denunce di Liber Liber, Roberto Villetti (SDI) ha presentato una interrogazione parlamentare (è la n° 4/25052 del 21 luglio 1999), il sen. Antonio Di Pietro (I Democratici) ha scritto un articolo su Oggi, ma anche ad Alleanza Nazionale il sen. Giovanni Collino si sta interessando della questione. Liber Liber fa pressioni, forse altri partiti e movimenti seguiranno.

Non saranno i soli. Finalmente anche gli Internet provider italiani (i "grossisti" di Internet) cominciano a farsi sentire. Lorenzo Busatti, Davide Caffaratto e altri del Forum degli Internet Service Provider indipendenti hanno dichiarato di volersi costituire in Associazione. Perché non lo hanno fatto prima? La maggior parte delle oltre 200 società che partecipa al Forum è nata da pochi anni, se non da pochi mesi (creando molti posti di lavoro). Ma la fase pionieristica va concludendosi.

Non si tratta solo della battaglia di una corporazione. L'intero Paese è danneggiato da una economia con feudi e feudatari, con tariffe moltiplicate per 10 grazie al monopolio, con abusi che soffocano la creazione di nuovi posti di lavoro e provocano servizi scadenti.

E se Internet è anche un strumento di civiltà, veicolo di informazioni più accessibili ed economiche, se è un mercato promettente che può dare nuovo impulso all'economia, queste tariffe, in Italia, non lo riescono a uccidere, ma sicuramente lo rallentano, lo fanno diventare una rivoluzione di serie B. Negli altri paesi si corre, qui si subiscono gli interessi dei monopolisti.

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