CAPITOLO QUINTO


I SIMBOLI DEL TROMBA

2. Il periodo, l'ora e l'orientazione

Secondo la tesi di Eliade (1973), qualsiasi rito religioso è un evento sacro perché è una riattualizzazione di un evento primordiale e si svolge quindi in un "tempo sacro". Il tempo, per Eliade (1973), non è infatti "omogeneo" e "continuo", ma esistono intervalli di tempo sacro, un tempo cioè "circolare" "reversibile" e "infinitamente recuperabile", che interrompono la normale durata temporale, propria del tempo "quotidiano" "storico" e "cronologico". Il passaggio dall'uno all'altro avviene attraverso i riti che proiettano i partecipanti nel tempo mitico delle origini e che quindi non possono essere celebrati che in determinate circostanze e modi. Anche nel tromba ritroviamo delle regole costanti che stabiliscono il momento propizio e il modo adatti a celebrare il rito e a disporre gli oggetti rituali.

La data delle sedute del tromba è fissata in funzione della luna, che deve essere crescente, e della storia mitica dei re. Il fattore economico e sociale non è totalmente assente: i periodi di carestia sono controindicati, mentre il fine settimana è favorevole. La data è anche in rapporto con particolari eventi della vita dei campi (Radavidrason, 1988-89).

Con la sua "morte e resurrezione" la luna simboleggia, secondo Estrade (1977), la scomparsa ed il ritorno dei re che possono quindi apparire solo sulla scia dell'astro. Inoltre considerata come un simbolo femminile di fecondità non può non "partecipare" a questo culto che riunisce essenzialmente donne e che è proprio di una società che pone la fecondità al primo posto dei suoi valori (Estrade, 1977).

L'ora in cui avvengono le benedizioni, la processione della cerimonia del Bagno delle reliquie ed in cui l'iniziato riceve l'investitura durante il rito del Barisa è sempre, secondo Estrade (1977), mezzogiorno, perché è l'ora in cui il sole è allo zenit e i raggi solari cadono perpendicolarmente sulla terra ed è l'ora che rappresenta quindi la benevolenza degli spiriti.

Quando i posseduti sollecitano i favori della divinità e dei tromba devono orientarsi in direzione dell'est. Il levante è il simbolo della vita, della gioia, della fortuna e della giovinezza e, come il sole all'inizio del giorno, rappresenta le forze ascendenti (Estrade, 1977). La testa del mondo, la dimora degli dei e degli antenati si ritiene che siano collocati ad est, mentre il luogo sacro per eccellenza è il nord-est dove infatti è costruito l'altare e si trovano gli oggetti rituali. Queste due direzioni (il nord e l'est) sono, secondo Estrade (1977) quelle principali da cui sono arrivati i primi immigrati malgasci. Il nord-est è dunque considerato dominio degli spiriti ed è opposto al sud-est che è invece dominio dei viventi (Lombard, 1988).


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