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Renato Fucini nacque a Monterotondo Marittimo (Grosseto) l'8 aprile 1843, da David Fucini, medico, e Giovanna Nardi.
Renato visse la sua infanzia in campagna (dal '43 al '49 i Fucini abitarono a Campiglia Marittima, in provincia di Livorno) fino a quando, nel 1849, il padre non perse il posto di lavoro e la famiglia non fu costretta a trasferirsi prima a Livorno, poi ad Empoli e infine a Dianella, presso la stessa Empoli.
Nel 1859 il giovane Renato si trasferì a Pisa per frequentare i corsi di agraria, grazie ai quali pochi anni dopo riuscì a trovare lavoro a Firenze, allora capitale d'Italia. Fu proprio a Firenze che iniziò a scrivere i primi sonetti in vernacolo pisano, sonetti che lo resero celebre in tutta la Toscana. Furono pubblicati con il titolo Cento sonetti in vernacolo pisano nel 1872, e si rivelarono un successo editoriale a livello nazionale.
Per tale edizione il Fucini assunse lo pseudonimo-anagramma di Neri Tanfucio, di professione muratore. Negli anni successivi ottenne prima un posto come insegnante e poi come ispettore scolastico, un incarico che gli permise di vagabondare per quei paesetti della Toscana che tanto amava e dai quali traeva ispirazione per i suoi bozzetti di vita campagnola.
L'identità di semplice muratore che assunse nei Sonetti ci fa intuire quali fossero le intenzioni del Fucini narratore, il quale spesso si divertiva ad interpretare anche nella vita reale il personaggio del campagnolo riservato ma cordiale, che così spesso compariva nei suoi scritti. Nel 1877 fece un viaggio a Napoli insieme a Giustino Fortunato, noto uomo politico e scrittore. Le impressioni ed i pensieri sollecitati dalla città furono raccolti in Lettere ad un amico, titolo poi mutato in Napoli ad occhio nudo.
Dopo aver lavorato alla biblioteca Riccardiana di Firenze dal 1901 al 1907, trascorse i suoi ultimi anni di vita tra Castiglioncello (Livorno) e Dianella, dove morì nel 1921.
Note biografiche a cura di Maria Agostinelli.
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