linux@studenti si propone di far conoscere e diffondere il software libero tra gli studenti, sia per i risvolti etici e culturali che questo porta con sè, sia per il ruolo di primo piano assunto nell’ambito della didattica e della ricerca, ma ancor di più per lo spazio crescente che sta conquistando anche in ambito commerciale.
L’offerta di software libero è ormai tale da essere un’importante opportunità per gli impieghi più vari, e non solo più “faccenda da esperti”. Il software libero offre strumenti adatti sia per un utilizzo generico che professionale, anche nel campo della progettazione. Strumenti utili a ingegneri e architetti, quelli di oggi e quelli di domani.
La scelta di usare o meno il software libero, più correttamente il FLOSS, spinge a riflettere su alcuni altri temi quali:
- implicazioni delle licenze per l’uso del software
- formati aperti
- contenuti aperti
FLOSS
Il termine FLOSS, Free/Libre/Open Source Software è un termine ibrido che indica contemporaneamente e collettivamente il software libero e quello a sorgente aperto (open source). Aspetti diversi della stessa sostanza.
Per approfondimenti: FLOSS.
Copyleft
L’espressione “copyleft” nasce dalla prassi goliardica di alcuni sviluppatori di software che distribuivano copie dei loro lavori riportanti la dicitura “copyleft – all rights reversed” (con una c rovesciata). In effetti il termine è molto significativo poichè racchiude un duplice gioco di parole: “left” è appunto il participio passato di “leave” (lasciare, permettere) e comunica l’idea di un regime più libero; ma è anche l’opposto di “right” (destra) e comunica un’idea di ribaltamento dei principi.
Individua un modello di gestione dei diritti d’autore basato su un sistema di licenze attraverso le quali l’autore, in quanto detentore originario dei diritti sull’opera, indica ai fruitori dell’opera che essa può essere utilizzata, diffusa e modificata liberamente, pur nel rispetto di alcune condizioni essenziali. La condizione principale obbliga i fruitori dell’opera, nel caso vogliano distribuire l’opera modificata, a farlo sotto la stessa licenza. In questo modo, il regime di copyleft e tutto l’insieme di libertà da esso derivanti sono sempre garantiti.
Per approfondimenti “Il copyleft in tasca”.
Formati aperti
Privilegiare formati aperti nella diffusione, pubblicazione e scambio per posta elettronica di file e documenti significa:
- Assicurare l’accessibilità e la perennità dei dati: il destinatario ha la garanzia che potrà sempre leggere e modificare il file.
- Garantire una trasparenza perfetta al livello del contenuto dei dati scambiati: l’autore di un documento ha la certezza di non diffondere informazioni confidenziali.
- Limitare la diffusione dei virus: mittente e destinatario del file avranno la tranquillità di non contaminarsi a vicenda.
- Promuovere la diversità e l’interoperabilità nel campo dell’informatica.
Per approfondimenti: “Perchè usare formati aperti?”.
Contenuti aperti
Il concetto di opera libera (dal francese “oeuvre libre”) o di opera a contenuto libero (dall’inglese “Open content”) trae la sua ispirazione da quello di Open Source: la differenza sta nel fatto che in un’opera di contenuti ad essere liberamente disponibile ed utilizzabile non è il codice sorgente del programma software che li genera, ma i contenuti editoriali generati dal programma, quali testi, immagini, musica e video.
Per approfondimenti: Creative Commons Italia