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Villari, Pasquale

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Pasquale VillariPasquale Villari nacque a Napoli nel 1826 (secondo altre fonti nell'ottobre del 1827). Partecipò insieme con F. De Sanctis, del quale subì un influsso culturale decisivo, ai moti napoletani del 1848, e fu costretto all'esilio nel '49 dopo la restaurazione borbonica. Si recò a Firenze dove trascorse un decennio di studi e ricerche negli archivi fiorentini. Ebbe per insegnanti il Rodinò per le lettere, il Palmieri per la fisica, il De Angelis in matematica. Dal 1859 al 1865 fu insegnante di storia all'università di Pisa, poi insegnante di storia moderna e di propedeutica storica nell'Istituto di studi superiori di Pisa, fino al 1913. Nel 1891, dopo essere stato deputato (1870-76 e 1880-82 per il collegio di Arezzo) ed eletto senatore (1884), fu nominato ministro della pubblica istruzione nel primo gabinetto Di Rudinì.

Il suo primo scritto, stampato a cura di Luigi la Vista, conosciuto dal Villari alla scuola di De Sanctis, riguarda un quadro di Domenico Morelli, il più noto pittore napoletano, che divenne poi suo cognato. Fu lui stesso più tardi, nel 1863, curatore degli scritti postumi del La Vista (che era stato fucilato in seguito alla restaurazione borbonica) presso Le Monnier, che accompagnò con una appassionata prefazione biografica.

Frutto dei suoi anni di studi, ispirati al positivismo, di cui fu uno degli iniziatori in Italia, furono dapprima opere di vasto respiro come l'Introduzione alla storia d'Italia dal cominciamento delle Repubbliche del Medioevo alla riforma del Savonarola (1849); L'origine e il progresso della filosofia della storia (1859); Storia di Girolamo Savonarola e dei suoi tempi (2 voll., 1859-61, tradotto quasi subito in inglese, francese e tedesco), che gli valse la notorietà come storico. A queste opere seguì il saggio La filosofia positiva ed il metodo storico (1866), poi confluito nel volume Saggi di storia, di critica e di politica (1868), che fu una sorta di premessa teorica alla Scuola storica. Opere successive furono: Niccolò Machiavelli e i suoi tempi (3 voll., 1877-82); I primi due secoli della storia di Firenze (2 voll., 1893-94); Le invasioni barbariche in Italia (1900); L'Italia da Carlo Magno alla morte di Arrigo VII (1910).

Si occupò anche della questione meridionale, che egli giudicava come il problema più importante dell'Italia post-risorgimentale, con un articolo intitolato Di chi la colpa? (pubblicato su «Politecnico» all'indomani delle sconfitte di Custoza e Lissa nel 1866 e nel quale criticava aspramente la burocrazia piemontese e la mancanza di crescita di senso civico negli italiani), con corrispondenze da Napoli, con le Lettere meridionali (edizione definitiva 1878) e con gli Scritti sulla questione sociale in Italia (1902).

Presiedette per 7 anni (1896-1903) la «Dante Alighieri»; fu socio nazionale dei Lincei dal 1878 e nel 1910 ottenne il collare della Ss. Annunziata. In seguito alla sua permanenza in Inghilterra e Scozia, dalla quale scaturì una monografia sull'istruzione pubblica in quei paesi, sposò la vedova inglese Linda White, autrice di novelle e libri per la gioventù. Da essa ebbe il figlio Luigi. Morì a Firenze nel 1917.

Fonti:

  • F. Baldasseroni, Pasquale Villari. Profilo biografico e bibliografia degli scritti, Firenze, Galileiana, 1907.
  • G. Salvemini, Pasquale Villari, in G. Salvemini, Scritti vari (1900-1957), a cura di G. Agosti e A. Galante Garrone, Milano, Feltrinelli, 1978, pp. 57-80.
  • Dizionario biografico degli scrittori contemporanei diretto da Angelo De Gubernatis, Firenze, Le Monnier, 1879.
  • Eugenio Garin, Un secolo di cultura a Firenze: Da Pasquale Villari a Piero Calamandrei, Firenze, La nuova Italia, 1959.
  • Giovanni Spadolini,La Firenze di Pasquale Villari, Firenze, Le Monnier, 1989.

A cura di Paolo Alberti.


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