da "Racconti e bozzetti" (1880-1922)
Nella stalla (inondazione)
Le mucche, lungo le rastrelliere, si voltavano indietro, a fiutare quel
tramestìo che si era fatto attorno alla lettiera della Bigia. La pioggia batteva
contro le impannate; e le bestie scuotevano le catene sonnolente: di quando in quando,
nell'ombra cui non arrivavan mai a dissipare le lanterne polverose, si udiva il tonfo di
quelle che si accovacciavano, ad una ad una nello strame alto, dei muggiti brevi e
sommessi, un ruminare svogliato, il fruscìo della paglia. Di tanto in tanto le mucche
inquiete levavano il capo, tutte in una volta.
La Bigia aveva ai piedi un vitellino, ancora tutto molle e lucente
nella lettiera, e lo leccava e lo lisciava muggendo sotto voce. - Di fuori si udiva un
rombo che cresceva, dappertutto. Poco dopo accadde un gran trambusto nelle stanze
superiori: dei passi precipitosi, e dei mobili che strascinavano sul pavimento. Uno
spalancare di usci e di finestre e delle voci che chiamavano nel cortile.
Quindi si udirono delle schioppettate e delle strida di donne che piangevano.
Il gallo, in cima alla scala, saettava il capo, spaventato, chiocciando. Di fuori, il cane
uggiolava.
Ad un tratto le bestie cominciarono a muggire tutte in una volta, fiutando
verso l'uscio, cogli occhi spaventati, e tiravano forte le catene, come cercassero di
strapparle.
Per tutta la corsìa oscura corse un volo pesante e schiamazzante di galline.
Immediatamente si udì il rombo vicino che scuoteva i muri, e sembrava montare verso le
finestre. La Bigia allora levava il muso fumante verso l'impannate, e metteva un
muggito lungo e doloroso. Poi ritornava a fiutare il vitellino, raccoccolato colle zampe
sotto il ventre.
Il cane non uggiolava più. Della gente correva pel cortile, delle voci
affannate, delle grida. L'uscio si spalancò all'improvviso, ed entrò un'ondata d'acqua
sporca. Allora nella stalla successe un trambusto, un rovinìo, tutta una fila di mucche
avea strappata l'asse, alla quale erano legate, e scappava all'impazzata trascinandosela
dietro, inciampando le une colle altre, mentre le galline fuggivano schiamazzando fra le
loro gambe.
Nella corte su di un palo, ardeva un fascio di legna secca, e illuminava tutto
intorno l'acqua nera, che luccicava dove cadevano le scintille. - Le bestie irruppero
dalla stalla come una valanga, rompendo, scavalcando ogni cosa, sguazzando nella
pozzanghera, la Bigia in mezzo. Poi tornò indietro, levando il muso, con lunghi
muggiti, verso le finestre della cascina. Andava e veniva per la corte colla coda ritta;
infine si decise di rientrare nella stalla. Il vitellino era là coll'acqua al collo, la
madre tentava di spingerlo dolcemente verso l'uscio, scalpicciando in mezzo all'acqua. Ad
ogni momento levava il capo verso il soffitto come per chiamare aiuto. Giunse un'altra
ondata che gorgogliò al posto dove era il vitello, poi si agitò disperatamente e
ribollì; la lanterna era sempre accesa nella stalla nera che sembrava barcollare. Infine
l'onda si allargò quieta ed immobile dappertutto. Allora la Bigia scappò muggendo
al vento, colla coda ritta, l'occhio pazzo di terrore, e si prese nell'oscurità profonda.
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