2.2.1 Identità e Alterità

La prima prestazione che un'organismo già organicamente distinto deve compiere per poter avere esperienze e comunicare è quella di formare in sé stesso una rappresentazione della propria distinzione da uno sfondo. Ci sono ormai buone indicazioni empiriche che questo, almeno nel caso dell'uomo, può essere fatto tramite due apparati fondamentali, la percezione e la memoria (la quale è sempre legata ai singoli apparati percettivi). Per quanto riguarda la percezione, è particolarmente importante il sistema propriocettivo, deputato alla percezione del proprio corpo [1] . Solo sulla sua base possono seguire l'eteroriferimento e l'autoriferimento di stimoli percettivi derivati dagli altri sensi (ad esempio vedere il proprio corpo). Percezioni che però, senza la permanenza della propriocezione e della memoria ad essa collegata, danno luogo a sensazioni estranianti, perché il corpo non viene più riconosciuto come proprio. Disturbi legati agli apparati di queste due funzioni (propriocezione e memoria) sfociano infatti sempre in disturbi dell'identità anche corporea [Sacks 1986, 44 ss., 69 ss. e 84 ss.]. Di conseguenza, il sé nasce prima di tutto come autopercettivo, e perciò come sé autointerattivo, sulla base di una relazione circolare, fondata organicamente, con le proprie percezioni (vedi sotto Figura 2-2) .

Contemporaneamente alla distinzione del sé da uno sfondo viene distinto anche tutto ciò che non è il sé, ovvero il suo "mondo oggettuale" [2] . Tale distinzione nel dominio sociale assume una forma doppia, paradossale: il non-sé è un alter-ego, "un altro che è come me ma che non sono io". Il processo della distinzione, in ogni dominio operativo (biologico, cognitivo o sociale che sia), genera infatti sempre contemporaneamente i due lati della distinzione. Tale prestazione, se avviene in sistemi già distinti ad altri livelli di realtà (biologici ad esempio nel caso dell'uomo), viene definita nella terminologia della teoria dei sistemi come re-entry, rientro della distinzione in ciò che è distinto [3] [Luhmann e De Giorgi 1992, 16 ss. e 58].

Il sé perciò non è come tale un processo sociale: prima dei condizionamenti sociali del sé, l'individuo deve formarsi una chiara distinzione operativa tra sé e non sé, per imputare correttamente e apprendere non solo nel suo dominio sociale (formare il suo sé sociale), ma in generale in tutto il suo dominio cognitivo, di cui il dominio sociale è solo una parte [4] .

Circolo autointerattivo del sé

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Tale processo interattivo, svolto cioè in accoppiamento strutturale con il proprio ambiente, non avviene comunque come un trasferimento all'interno di informazioni su quale sia il confine tra sé e non sé, ma dipende dal funzionamento chiuso del sistema nervoso. Una volta costituitosi come sé autopercettivo, un sistema può collegare altre percezioni a questa consapevolezza (distinzione) e raffinare la distinzione tra il sé e il non sé, ampliando il suo dominio di interazione e ammettendo influenze sociali.

Il sistema sociale infatti, attraverso la comunicazione, si ricollega a questa capacità primaria di distinzione propria degli organismi dotati di sistema nervoso tramite una forma analoga, quella appunto di alter ego. Essa è valida per tutti i possibili partecipanti a un sistema di comunicazione [5] e non indica persone concrete, ma le posizioni reciproche degli interlocutori (sorgente e destinatario). In pratica rappresenta la struttura generale di un sistema della comunicazione.

 


[1] C. S. Sherrington [1906 e 1940] coniò alla fine dell'ottocento il termine "propriocezione" per distinguere dalla esterocezione e dalla interocezione quell'insieme di sensazioni che fanno riconoscere il proprio corpo come proprio. Interessante poi, per una visione di come veniva trattato il fenomeno dalla biologia negli anni cinquanta, la voce Orgàniche, sensazioni del dizionario enciclopedico della UTET [1959], che definisce sensazioni organiche o interne <<tutte le sensazioni che provengono dagli organi interni del corpo (...) provvisti di nervi centripeti (...). Le sensazioni interne non hanno un valore conoscitivo così grande come le sensazioni esterne, che ci mettono direttamente a contatto col mondo fisico, ma sono importanti perché sono origine dei sintomi di stati patologici. Il loro studio è stato a lungo trascurato a favore di quello delle sensazioni esterne. Ma si riconosce, presentemente, il grande valore di queste sensazioni che, fuse insieme e coordinate, sono l'origine del cosiddetto sentimento corporeo, per il quale noi conosciamo il nostro corpo e lo distinguiamo da quello degli altri. Il sentimento corporeo è senza dubbio la base fisiologica della coscienza e della personalità>> [corsivo nostro]. Si vede sia la sottovalutazione che la (successiva) rivalutazione della propriocezione, anche sul piano gnoseologico. Torna Su
[2] E' importante notare tale contemporaneità della formazione, come pure del funzionamento, di sé e non sé. L'identità è costituita sempre dalla unità operante di tale distinzione. Il non sé perciò fa parte costitutiva dell'identità, nonostante lo si intenda spesso come qualcosa di estraneo ad essa. Certo è evidente che il sistema non è l'ambiente, ma qui si tratta di una distinzione operata internamente dal sistema, non di oggetti o di altre distinzioni che comunque esistono al di fuori del sistema. Torna Su
[3] Con questo concetto si vuole semplicemente intendere che un sistema, che è già autopoieticamente distinto, mentre opera si forma una rappresentazione interna della propria distinzione da uno sfondo. Tale distinzione è un prodotto del sistema e non ha alcuna esistenza oggettiva al di fuori di esso. Però gli permette di "sensibilizzarsi" agli eventi esterni e di elaborare l'informazione che così viene costituita senza che per questo sia necessario postulare che il sistema perda la sua differenza dall'ambiente, "internalizzandolo". Nel caso dei sistemi psichici, la costituzione avviene nella forma di aspettative "proiettate" nell'ambiente, dalla cui soddisfazione o insoddisfazione prende il via la successiva elaborazione. Per i sistemi sociali, avviene come comunicazione a cui si raccordano altre comunicazioni.Torna Su
[4] Questo lo aveva già intuito Mead, con la sua distinzione del Sé come composto da Io, <<risposta dell'organismo agli atteggiamenti degli altri>> e Me, <<insieme organizzato degli atteggiamenti degli altri che un individuo assume>>, anche se aveva eccessivamente enfatizzato l'importanza, pur grandissima, del linguaggio e dell'interazione specificamente sociale per la formazione del sé [Mead 1972, 188 ss.].Torna Su
[5] Nelle società moderne, tendenzialmente tutti gli esseri umani e solo gli esseri umani. Nei casi particolari possono essere richiesti ad es. particolari titoli per partecipare a un certo sistema della comunicazione. In questo modo la forma generale, che pretende cioè di essere valida per qualsiasi sistema sociale, si adatta alla struttura sociale esistente.Torna Su