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Publius Terentius Afer, meglio conosciuto come Terenzio, nacque nel 190 a. C. forse a Cartagine (si dice fosse berbero).
Fu condotto schiavo dalla città natia a Roma dal senatore Terentius Lucanus, che lo usò come amante e che poi gli rese la libertà, pare per le sue doti d'intelligenza e bellezza.
Autore di teatro di talento, per le tematiche da lui affrontate non incontrò il favore del grande pubblico romano; la sua carriera teatrale si esaurì quindi nel giro di soli sette anni. Le sue opere ci sono giunte pressoché integre, accompagnate da una serie di commenti dell'epoca, come quelli di Elius Donatus; si citano tra le maggiori: l'Andrina (Andria, rappresentata nel 165 a. C.), La suocera (Hecyra, 165 a. C.), Il punitore di se stesso (Heuatontimorumenos, 163 a. C.), L'eunuco (Eunuchus, 161 a. C.), Formio (Phormio, 161 a. C.) e I fratelli (Adelphoe, 160 a. C.), che pare essere l'ultima delle commedie scritte e rappresentate da Terenzio.
Nel 159 a. C. si recò in Grecia, ma morì, poco più che trentenne, durante il viaggio di ritorno.
Note biografiche a cura di Michela Pisu.
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