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Iacopo Sannazaro (anche noto come Iacopo o Jacopo Sannazzaro) nacque a Napoli nel 1455 (o nel 1456).
Di nobile famiglia originaria della Lombardia, fu accolto nell'Accademia Pontaniana con il nome di Actius Syncerus. Figura centrale del mondo culturale napoletano, decise di seguire Federico III d'Aragona nell'esilio in Francia del 1501. Tornò a Napoli solo dopo la morte del re. Questa esperienza d'esilio fu determinante per la creazione letteraria del Sannazaro.
In una prima fase, quando il re era ancora vivo, fu prevalente in lui l'uso del volgare italico: famosa per i virtuosismi di cui l'autore era capace è l'Arcadia, opera che gli diede notorietà e che influì sulla produzione letteraria degli anni successivi. Singolari alcune opere minori come le sei Farse e le Rime del 1530.
In una seconda fase, dopo l'esilio, si espresse solo in un latino aulico, quasi a rimarcare la sua voglia di distacco, tanto è vero che trascorse il resto della sua vita nella sua villa di Mergellina, quasi fosse in un nuovo esilio. Di questa fase rimangono famose sono le Elegie in tre libri; gli Epigrammi; le cinque Egloghe pescatorie, tutte dal tono malinconico e soave. Religioso è invece il tono del poema Il parto della vergine del 1526 diviso in tre libri, in cui la "vergine" del titolo è ovviamente la Maria della religione cattolica.
Iacopo Sannazaro morì nel 1530.
Note biografiche a cura di Michela Pisu.
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