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La Repubblica Romana fu l'estremo tentativo, da parte delle forze democratiche dei vari Stati d'Italia, di prendere il sopravvento dopo gli esiti negativi della I guerra d'Indipendenza.
Il 15 novembre 1848 nello Stato pontificio fu assassinato il capo del Governo, Pellegrino Rossi, un giurista di fama internazionale schierato su posizioni moderate. Dopo pochi giorni, incapace di resistere alla pressione dei democratici che chiedevano un'Assemblea costituente, il papa si rifugiò nella fortezza di Gaeta. In conseguenza di questi avvenimenti, il 9 febbraio 1849, l'assemblea costituente dello Stato romano proclamò la decadenza del potere temporale del papa e la creazione della Repubblica Romana, affidando lo Stato ad un triumvirato di cui entrarono a far parte il 29 marzo dello stesso anno Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini.
Contro la Repubblica Romana si mossero i governi degli stati cattolici. Il più accanito oppositore fu il Presidente della Repubblica Francese Luigi Napoleone. Questi era legato alle masse cattoliche per l'aiuto che gli avevano dato nelle recenti elezioni presidenziali; era inoltre deciso a prevenire l'intervento austriaco in Roma per ragioni di prestigio e di equilibrio politico nel panorama europeo. Per tutti questi motivi inviò contro la Repubblica Romana un corpo di truppe comandate dal generale Oudinot. Contemporaneamente le forze asburgiche occupavano Bologna e Ancona e quelle borboniche avanzavano da sud verso Roma. La sproporzione delle forze tuttavia non scoraggiò la Repubblica Romana, che si preparò alla resistenza, confortata dal largo consenso popolare e dall'appoggio di democratici e repubblicani accorsi da tutta Italia e postisi sotto la guida di Giuseppe Garibaldi, cui i triumviri avevano affidato la difesa della città.
Queste poche migliaia di uomini riportarono qualche successo nello scontro con Francesi e Borbonici e si distinsero nella difesa delle ville patrizie, trasformate in fortilizi. Le sorti della Repubblica poterono tuttavia solo essere rimandate di qualche tempo.
Durante l'assedio i democratici riuscirono a mettere in atto quei principi di “democrazia pura” elaborati dai costituenti. Mentre i Francesi, dopo l'imposizione della resa, procedevano ad occupare i quartieri settentrionali della città, la Costituente, rimasta al proprio posto, votò il 3 luglio, a sfida dei suoi nemici, la Costituzione della Repubblica romana, la più avanzata in senso democratico di tutte le costituzioni italiane del Risorgimento.
Note a cura di Sara Ciccolini.
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