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Élisée Reclus nacque a Sainte-Foy-la Grande, Gironde nel 1830. Studiò all'università di Berlino e completati gli studi rientrò in Francia dove iniziò a svolgere il suo lavoro scientifico.
Durante i moti parigini del 1848 si impegnò politicamente a fianco dei gruppi repubblicani, e fu quindi costretto all'esilio dopo il colpo di stato di Luigi Napoleone del 1851. Per tutta la durata dell'esilio (1851-1857) viaggiò molto, nelle isole britanniche, negli Stati Uniti e nell'America meridionale, raccogliendo una gran mole di dati e materiale che utilizzò negli anni successivi per saggi, articoli e libri, tra cui il noto Storia di un ruscello (Firenze 1933).
Rientrato in patria in seguito a un'amnistia, la sua posizione politica conobbe un'evoluzione in senso anarchico; a tale scelta non v'è dubbio che contribuì la profonda e duratura amicizia con Bakunin. Aderì quindi alla Prima Internazionale attestandosi su posizioni antiautoritarie. In questo periodo collaborò a numerosi giornali e riviste tra le quali "L'Egalité" di Ginevra, finche nel 1871 partecipò attivamente all'esperienza della Comune di Parigi. Fu quindi costretto nuovamente all'esilio e questa volta riparò in Svizzera, dapprima a Lugano e poi a Clarens sul lago di Ginevra.
Qui riprese gli studi di geografia: nel 1878 pubblicò Histoire d'une montagne e tra il 1876 e il 1894 la monumentale Nouvelle Géographie Universelle in 19 volumi, opera originale, ricchissima di dati e di un apparato illustrativo sicuramente pregevole. Il geografo tedesco Carl Ritter (suo maestro) affermò "la Terra è ormai senza limiti, poiché sulla superficie planetaria il centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo". Tale affermazione viene ripresa dal Reclus appunto nell'ambito della sua gigantesca fatica editoriale. Per molto tempo il suo approccio antropologico e non statalista in geografia è stato dimenticato, censurato o sottovalutato con uno sbrigativo giudizio di "superficialità" o "mancanza di metodo". Oggi sembra più che mai attuale.
Nel corso dell'elaborazione della sua opera più importante si stabilì a Bruxelles dove insegnò presso l'Université Nouvelle, di tendenza socialista, e dove fondò un istituto cartografico. L'attività scientifica non lo distolse però dall'impegno politico: collaborò con Kropotkin (e successivamente con J. Grave) alla pubblicazione del giornale "Le révolté". Appunto insieme a Kropotkin (e a P. Brousse) fu tra i principali esponenti del comunismo anarchico, movimento che auspicava la proprietà comune dei mezzi di produzione e dei beni di consumo, e che si differenziava innanzitutto dalle correnti autoritarie del movimento operaio, ma anche dall'individualismo anarchico e dal sindacalismo rivoluzionario, correnti che stavano emergendo in quell'epoca.
Della sua elaborazione teorica rimangono notevoli: La société mourante et l'Anarchie (1893), Évolution et Revolution (1894), La société future (1895), L'Anarchie (1896), La évolution, la révolution et l'ideal anarchique (1898).
Morì a Thourout, Bruges nel 1905.
Fonti:
- Note biografiche a cura di G. Mesnil in E. R. Scritti Sociali, Bologna 1951.
- M. Nettlau, Élisée Reclus, Berlino 1928.
- G. Woodcock, L'anarchia - storia delle idee e dei movimenti libertari, Milano 1966.
A cura di Paolo Alberti.
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