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Ragazzoni, Ernesto

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Ernesto RagazzoniErnesto Ragazzoni nacque a Orta Novarese il 9 gennaio 1870. Era il primo di cinque fratelli. Il padre Giovanni è maggiore dell'esercito e amministra le sue terre di Barengo e dintorni. La famiglia, di abitudini tipicamente borghesi di estrazione agricola, agiata e distintissima, in omaggio al culto della praticità, lo avvia al diploma di ragioniere. Ernesto studia all'istituto Mossotti dal 1883 al 1887, anno in cui consegue il diploma, ma ha sin da allora la passione per le lingue e la letteratura, particolarmente per quella inglese e americana. La carriera alla quale è stato avviato non lo soddidsfa affatto e il periodo trascorso a fare il ragioniere e il bancario viene utilizzato per leggere, studiare le lingue ed esercitarsi nella scrittura.

"Il cittadino novarese" ospita nel 1891 i suoi primi racconti; nello stesso anno pubblica la raccolta di Ombra, edita dalla Tipografia Operaia di Novara. La sua permanenza alla Banca Popolare di Novara dura solo qualche mese. Scrive per "Il novelliere del popolo", letture settimanali a dispense, e parte del feuilletton dal titolo L'ultima dea. Ma la sua scrittura ironica e sarcastica induce l'editore ad affidare il proseguimento del romanzo (recentemente ristampato in volume) ad altro autore dopo l'undicesima puntata.

Nel 1893 Ragazzoni si trasferisce a Torino per impiegarsi nelle ferrovie, lavoro che manterrà fino al 1900. Frequenta il caffè Molinari in piazza Solferino, e la trattoria Il Crematoio, frequentata anche da Guido Gozzano e da altri letterati. Continua a studiare e a leggere e inizia la collaborazione con i giornali "Farfalla", "Gazzetta letteraria" e "La Stampa".

Nel 1896 pubblica, insieme con Federico Garrone, Edgar Allan Poe. Nel 1898-99 collabora anche alla rivista quindicinale torinese "Germinal", diretta da Angelo Pizzorno, che esce dal marzo 1898 e sarà nei primi due anni una delle riviste culturali di sinistra più vivaci e interessanti e a cui collaborarono scienziati e letterati tra i più noti dell'epoca.

Sempre in questo periodo scrive le poesie 8 maggio, pubblicata su "Il lavoratore", e I ribelli, pubblicata su "Il Cavallotti" il 15 febbraio 1900.

Alfredo Frassati, senatore e neo direttore della "Stampa", lo assume al suo giornale. Vi rimarrà come redattore per diciotto anni, tranne una breve parentesi di circa un mese nel 1901, durante il quale assume la direzione di "La gazzetta di Novara", bisettimanale di stampo conservatore e monarchico, cosa che solo in apparenza è in contraddizione col suo spirito anarco-socialista, sempre critico spietato della società borghese, dello stato, dell'idea di "progresso", ma soprattutto del colonialismo e del militarismo.

Nel 1902 si stabilisce a Parigi, dove rimane 14 anni come corrispondente del suo giornale. Per brevi periodi vivrà anche a Londra e a Roma (dove nel 1919 collaborò al "Il Tempo" - gli scritti di questo periodo sono raccolti nel volumetto Le mie invisibilissime pagine - dopo aver collaborato nel 1918 al "Resto del Carlino"), senza però mai integrarsi in nessun ambiente artistico-letterario, senza aderire ad alcun movimento.

Si sposa nel 1899 con una donna di origine cilena, Felicia Rey, figlia di un colonnello stretto collaboratore del generale Lamarmora.

Per la famiglia d'origine il comportamento di Ernesto appare una disarmonia, dovuta alla stravaganza. Si sa, ma si finge di ignorare, che Ernesto ha una figlia nata fuori del matrimonio, e si sorvola sulla sua propensione a fare debiti e a dissipare denaro e sé stesso, attraverso alcool e sregolatezza e senza mai prendere sul serio né sé stesso né gli altri. Tuttavia Cajumi, che curò la pubblicazione della prima raccolta postuma di poesie (ed. Chiantore, 1927), nota che "L'umorista gaudente che fu in apparenza, avesse una vita interiore tormentata e turbata. I problemi metafisici e religiosi lo preoccupavano, talora lo assillavano... Egli errò di inquietudine in inquietudine, alla ricerca di una luce ignota, del dio nascosto". Per questo sembra che fosse attirato dall'occultismo, dalla magia, dalla cabala.

Fu lettore della Blavatsky, di Eliphas Levi, di Stanislas de Guaita. Nonostante non abbia voluto raccogliere nulla in volume della sua opera durante la sua vita, la sua opera è arrivata fino a noi attraverso periodiche "riscoperte" avvenute esclusivamente grazie ai lettori, in assenza di critica e nonostante la (poca) critica sempre avversa. Montale disse di Ragazzoni: "Dovette la sua autentica ma limitata reputazione a poesie che non sono molto lontane dal Prode Anselmo di Visconti Venosta". Ingenerosa la dichiarazione di Montale, perché la poesia di Ragazzoni costituisce invece autentica testimonianza della sua disposizione per un discorso dove un gusto crepuscolare di sentimenti appena sfiorati e di oggetti familiari e comuni si unisce a un'ironia dominata dal gioco deformante e grottesco sulla parola, sul ritmo, sulle immagini. Il fondo amaro che si avverte nei suoi giochi verbali si esprime chiaramente nelle belle traduzioni da Poe.

Sempre autodidatta, grande poliglotta (caratteristica che gli consentì di avere incarichi giornalistici anche dal "Times"), negli ultimi anni della sua vita studia perfino il cinese, al quale si era interessato anche vent'anni prima.

Morì a Torino il 5 gennaio 1920. È sepolto a Piossasco. Nelle sue volontà chiese che i partecipanti al funerale si radunassero in osteria per un pranzo. In una poesia aveva ironizzato anche sulla propria malattia, la propria morte, il proprio funerale e aveva suggerito questa epigrafe:

«Qui giace Ernesto Ragazzoni d'Orta
«nacque l'otto gennaio mille ed otto-
centosettanta» e sotto, questo motto:
«D'essere stato vivo non gl'importa».

Opere:

  • Ombra, Tipografia Operaia, Novara 1891 [una seconda edizione, nello stesso anno, presenta poche modifiche del tutto formali].
  • L'ultima dea, Tipografia Operaia, Novara 1892 [raccolta di 17 dispense riunite in volume assieme a L'amante della regina, definito «romanzo di JACOS»]. Riedito da Interlinea, Novara 2004.
  • Poesie. Seguite dalle versioni ritmiche di Edgar Poe, a cura di Arrigo Cajumi, Chiantore, Torino 1927.
  • Poesie di Ernesto Ragazzoni, nuova edizione aumentata a cura di Arrigo Cajumi, Martello, Milano 1956, 1959.
  • Poesie e prose, a cura di Lorenzo Mondo, Scheiwiller, Milano 1978.
  • Poesie scelte, a cura di Paolo Mauri, Mondadori, Milano 1978.
  • Poesia ritrovata. Ernesto Ragazzoni. Buchi nella sabbia, a cura di Alessandra Querzoli e Alberto Antonini, in "Poesia", 39, 1991, pp. 18-25.
  • I bevitori di stelle e altre poesie, a cura di Pier Maria Galli, Scriptorius, Orta San Giulio 1997.
  • Le mie invisibilissime pagine, a cura di Anna Bujatti, Sellerio, Palermo 1993 [testi pubblicati su "Il Tempo" di Roma, 1919].
  • Buchi nella sabbia e pagine invisibili. Poesie e prose, a cura di Renato Martinoni, introduzione di Sebastiano Vassalli, Einaudi, Torino 2000.

Traduzioni:

  • EDGAR ALLAN POE, Roux Frassati e C., Torino 1896 [scelta di poesie e prose, in collaborazione con Federico Garrone].
  • ALLEN GRANT, La vita delle piante, Bocca, Torino 1902.
  • UBERTO WALES, Il giogo, Voghera, Roma 1909.

Fonti:

  • Parole che ridono. A proposito di Ernesto Ragazzoni. Con un'appendice di poesie scelte e scritti dimenticati, a cura di Cesare Bermani, Odradek, Roma 2004.
  • PAOLO MONELLI, Buchi nella sabbia, in "Corriere della Sera", 1° settembre 1927.
  • Nota biobibliografica in appendice a L'ultima dea, Novara 2004 (a cura di Cesare Birmani).
  • PAOLO MAURI, Ernesto Ragazzoni: la solitudine del verme, in "La Repubblica", 21 giugno 2000.
  • ARRIGO CAJUMI, Introduzione, in E. R., Poesie. Seguite dalle versioni ritmiche di Edgar Poe, Chiantore, Torino 1927.

Principali contributi critici su Ernesto Ragazzoni:

  • RENATO MARTINONI, Introduzione, in E. R., Buchi nella sabbia e pagine invisibili. Poesie e prose, a cura di R. M., con saggio introduttivo di Sebastiano Vassalli, Einaudi, Torino 2000, pp. XIX-LVIII.
  • A. VIVIANI, Ombre del mio tempo, Milano 1960.
  • EUGENIO MONTALE, Letture: Ragazzoni, in "Il secondo mestiere" prose 1920-1979 a cura di Giorgio Zampa, Mondadori, Milano 1996.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti.


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titolo: Buchi nella sabbia e pagine invisibili : poesie e prose
e-text del: 6 ottobre 2006
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note:

 


titolo: Poesie
e-text del: 13 agosto 2006
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note:

contiene anche la traduzione dell'opera poetica di Edgar Allan Poe.


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