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Carlo Porta nacque a Milano nel 1775.
Giovanissimo fu costretto dal padre (Giuseppe Porta) ad abbandonare gli studi per intraprendere la carriera di funzionario amministrativo.
A partire dagli anni novanta iniziò a dedicarsi seriamente alla poesia componendo versi in dialetto milanese, ma la fama arrivò, almeno a livello locale, solo nel 1812 con il componimento Desgrazzi de Giovannin Bongee. Quattro anni più tardi fondò, insieme ad amici, la società della "Cameretta", circolo letterario che vide tra i suoi protagonisti anche il Grossi e il Berchet.
A causa dell'aggravarsi della gotta, un male che lo affliggeva già da tempo, morì prematuramente il 5 gennaio 1821.
Fra le sue opere di maggior rilievo vanno segnalate: Ona vision (1812), Fra Diodatt (1813-1814), Olter Desgrazzi de Giovannin Bongee (1813-1814), La Ninetta del Verzee (1814), Fra Zenever (1814-1815?), El lament del Marchionn di gamb avert (1816) e La Preghera (1820).
Carlo Porta è considerato il maggior esponente della poesia dialettale dell'Ottocento, insieme a Gioacchino Belli, e le sue rime meritano di essere annoverate tra gli esiti più significativi della poesia romantica italiana. La sua vena realistica, che lo portò a descrivere ambienti e personaggi rimasti fino ad allora estranei al mondo della rappresentazione letteraria, contribuì a rivoluzionare contenuti e forme della poesia tradizionale.
Note biografiche a cura di Laura Barberi.
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