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La "Costituzione Livornina" o "Leggi Livornine" di Ferdinando I de' Medici (questa copia è del 1593) concedeva a tutti i mercanti stranieri che si trasferissero in Livorno o Pisa una ampia serie di privilegi ed immunità.
Anche se ufficialmente la legge si rivolgeva ai "mercanti di qualsivoglia natione, levantini, e' ponentini", in realtà aveva principalmente lo scopo di attirare i mercanti Ebrei e sfruttare la loro fitta rete commerciale per dare impulso economico alla città. La Costituzione Livornina concedeva agli Ebrei, a quel tempo perseguitati in tutti i territori assoggettati alla Spagna, la libertà di praticare il loro culto (in particolare immunità dall'Inquisizione), di possedere libri ebraici e di insegnare l'ebrarismo, oltre a un'autonomia giudiziaria all'interno della loro comunità. Come conseguenza Livorno divenne un importante centro di cultura ebraica per i tre secoli successivi.
La Costituzione (assieme alla proclamazione di Livorno quale porto franco), incise profondamente sulla storia della città che divenne una tollerante comunità cosmopolita (la città non avrà mai un ghetto): oltre all'importante nucleo formato dalla comunità ebraica (che venne a costituire circa il 10% della popolazione), vennero ad abitarvi Mussulmani, Valdesi, Greci, Armeni, Francesi, Olandesi, Inglesi, Spagnoli, Portoghesi e Russi.
Il testo è tratto da una copia in formato immagine, cortesia del Schoenberg Center for Electronic Text & Image - University of Pennsylvania Library - Philadelphia, PA (http://dewey.library.upenn.edu/sceti/). Realizzato in collaborazione con il Project Gutenberg (http://www.gutenberg.net/ ) tramite Distributed proofreaders Europe (http://dp.rastko.net/).
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