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Nato a Firenze nel 1449, figlio di Pietro di Cosimo e Lucrezia Tornabuoni, Lorenzo fu una delle figure capitali del Rinascimento italiano. La sua educazione, che raggiunse presto una raffinata erudizione, fu curata dai maggiori dotti presenti all'epoca in Firenze.
Nel 1469, dopo il matrimonio con Clarice Orsini e la morte del padre, assunse il potere della città, consolidando in breve tempo un vastissimo potere personale.
Fine diplomatico e accorto politico, seppe condurre Firenze attraverso le difficili contese tra gli stati limitrofi, i contrasti con la Chiesa, e i rapporti con la Francia, guadagnandosi il titolo di "ago della bilancia" delle sorti italiane. Nel 1478 si salvò a stento da una congiura ordita dalla famiglia dei Pazzi e sostenuta dallo stesso papa Sisto IV, che poco dopo lanciò l'interdetto contro Firenze.
Circondandosi di importanti filosofi e letterati tra cui Marsilio Ficino, Lorenzo diede alla cultura fiorentina un chiaro impulso in direzione neoplatonica, svolgendo un'intensa attività di mecenatismo che in breve tempo attirò nella sua cerchia i maggiori intellettuali dell'epoca: Angelo Poliziano, Luigi Pulci, Leon Battista Alberti, Giovanni Pico della Mirandola, Girolamo Savonarola e numerosi altri. Fu egli stesso uno scrittore piuttosto eclettico, sia in versi sia in prosa; tra le opere maggiormente note ricordiamo: il Simposio, poemetto che descrive una lunga sfilata di noti bevitori fiorentini; l'Uccellagione di starne, poemetto in ottave influenzato dallo stile di Pulci; La Nencia da Barberino, in cui si narra l'amore del contadino Vallera per la sua Nencia.
La produzione successiva al 1470 fu fortemente influenzata dagli insegnamenti di Ficino: Altercazione, dialogo filosofico; i sette Capitoli religiosi; il Comento a 41 sonetti d'amore. A partire dal 1484 si data invece l'ultimo gruppo di opere, segnate da un realismo più maturo e da una nota di malinconia: Corinto, poemetto rusticale; Ambra, idillio ovidiano; Selve d'amore, raccolta di strambotti in due libri e altre opere di minore importanza. Sempre a quest'ultima fase appartengono i Canti carnascialeschi, tra cui la celebre Canzona a Bacco.
Lorenzo morì a Firenze nel 1492.
Note biografiche a cura di Daniela Gangale.
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