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Pietro Marchi, medico e naturalista toscano, nacque in Firenze nel 1833. Fu il secondo di quattro fratelli che presero parte alle guerre combattute per l'indipendenza e per l'unità d'Italia. Seguì gli studi di medicina e di scienze naturali nella Università di Pisa e si laureò nel 1855.
Volontario nell'esercito regolare, fece le tre campagne del 1850, '60 e '66 e fu decorato della medaglia d'argento al valor militare. Ottenne per concorso il posto di dissettore di anatomia comparata nel Museo di Storia Naturale in Firenze (1861) e parimente per concorso ottenne poi un posto di perfezionamento all'estero. In Germania, sotto la direzione del Leuckart a Giessen, di Max Schultze a Bonn, dell'Haeckel e di altri illustri naturalisti, perfezionò la sua formazione scientifica.
Alla fine del 1866 fu nominato, per concorso, professore nell'Istituto Tecnico di Firenze, e nell'anno successivo professore libero di Zoologia nell'Istituto di Studi Superiori con l'incarico speciale della collezione di Elmintologia, incarico che mantenne fino al 1907. Ordinò ed ampliò notevolmente il Museo Tecnologico dell'Istituto Tecnico, ricco di oltre trentamila esemplari di prodotti naturali e industriali. La preziosa collezione di invertebrati in vetro, da lui pazientemente iniziata e accresciuta tramite una serie di acquisti fatti presso un commerciante di materiali scientifici per conto dell'Istituto Tecnico di Firenze, è oggi conservata dalla Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze.
Pubblicò numerosissimi lavori scientifici, fra i quali si notano i seguenti:
- «Monografia sulla Storia genetica e sulla Anatomia della spiroptera obtusa Rud» premiata nel concorso aperto dalla R. Accademia delle Scienze di Torino (Atti dell'Accademia, 1867);
- «Della dominante malattia dei bachi da seta, dell'esame microscopico delle uova e del suo più giusto valore» (Firenze, 1864-67, 1a e 2a edizione);
- «Lezioni di Fisiologia sperimentale sul sistema nervoso encefalico date dal professore M. Schiff e compilate dal professor Pietro Marchi» (Firenze, 1866-72, 1a e 2a edizione);
- «Sull'avorio che si adopera nelle arti» (Nuovo Cimento di Pisa, 1867);
- «Sugli organi secretorii del mucco nei molluschi gasteropodi» nuove ricerche (Nuovo Cimento di Pisa, 1868);
- «Uber Wimper-Epithel (Sull'Epitelio ciliare)» (nell'Archiv für mikroscopische Anatomie von Max Schultze, Bonn, 1867);
- «Sopra una Tenia della Loxia curvirostra» (Atti della Società Italiana di Scienze naturali, Milano, vol. XII, 1869);
- «Sopra una. specie nuova di Distomum trovata nelle intestina del Delphinus tursio» (Atti della Soc. It., Milano, vol. XV, 1873);
- «Sopra un nuovo Cestode trovato nello Ascalobotes mauritanicus» (Atti della Soc. It., Milano, vol. XV, 1873);
- «La Pelle e i suoi prodotti negli animali vertebrati» (Firenze, 1870);
- «Sulla Morfologia dei peli nei Chirotteri» (Atti della Soc. Ital., Milano, vol. XV, 1873).
Convinto sostenitore dell'ipotesi evolutiva di Charles Darwin, si impegnò anche nella sua divulgazione, e in quest'ambito tradusse dall'inglese l'importante testo di T. H. Huxley «Prove di fatto intorno al posto che tiene l'uomo nella natura» (Milano, Treves 1869).
Fonti:
- Dizionario biografico degli scrittori contemporanei diretto da Angelo De Gubernatis, Firenze, Le Monnier 1879.
- Corrado Parona, L'elmintologia italiana da' suoi primi tempi all'anno 1890: storia, sistematica, corologia e bibliografia. Genova, tip. Istituto Sordomuti, 1894, Atti della R. università di Genova.
A cura di Paolo Alberti.
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