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Letterato e filosofo bresciano (Brescia o forse Pompiano 1498 - Ferrara, 1564).
Laureatosi a Padova, collaborò con Bartolomeo Lombardi alla traduzione latina della "Poetica" di Aristotele (pubblicata solo nel 1550).
Durante un viaggio di istruzione in Germania conobbe Erasmo, del quale curò la stampa a Brescia (1531) della traduzione italiana dell'«Enchiridion». Rientrato in Italia fu nominato professore di filosofia a Padova, succedendo a Marcantonio Passeri.
Nel 1542 si trasferì a Ferrara, alla corte di Ercole II d'Este. Nel 1545 recitò alla presenza della duchessa di Ferrara Renata di Francia un "Trattato dell'Eccellentia delle donne" detto per Anna d'Este. Possedette tra l'altro una cospicua raccolta di manoscritti greci formata prima del 1560 dal camuno Paolo Magnolo. Curioso e di vivo interesse per l'estemporaneità il trattatello: "De ridiculis" pubblicato come appendice al commento alla "Poetica" di Aristotele.
Di lui abbiamo:
- I. "Trattato dell'eccellenza delle donne" (Brescia, Turlini 1545, e 1547 in 8);
- II. "Madii Vincentii et Bartholomaei Lombardi Explicationes in Aristotelem de Poetica" (In Venezia pel Valgrisi 1550 in fol.);
- III. In Q. Horatii Flacci de Arte Poetica lib. ad Pisones interpretatio" (Ibidem 1550 in fol.);
- IV. "De Ridiculis" (Ibidem 1550 in fol.);
- V. "De cognitionis praestantia oratio et anno, quo naturalem philosophiam in almo Ferrariensi Gymnasio docere coepit, habita". (Ferrariae, apud Franciscum Rubeum de Valentia 1557 in 4). (Da: Antonio Fappani, "Enciclopedia Bresciana")
Note biografiche a cura di Vittorio Volpi.
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