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Cesare Lombroso nasce a Verona il 6 novembre del 1835 da una facoltosa famiglia ebraica. Nel 1852 si iscrive alla facoltà di medicina dell'Università di Pavia, conseguendo la laurea nel 1858.
La sua fama è legata in particolar modo alla teoria fisiognomica dell'uomo delinquente, individuo che riporta nella struttura fisica i caratteri degenerativi in contrapposizione all'uomo normale e socialmente inserito.
L'interesse di Lombroso per i poveri e gli emarginati appare fin da quando, giovane medico, percorre le campagne lombarde distribuendo pamphlet ai contadini vittime della pellagra. Arruolatosi nel Corpo Sanitario Militare, nel 1859, partecipa alla campagna di repressione del brigantaggio in Calabria, dove affronta lo studio delle popolazioni locali in rapporto al linguaggio e al folklore.
Nel 1866 è nominato professore straordinario dell'Università di Pavia.
Nel 1871 Lombroso ottiene la direzione del manicomio di Pesaro. Alla guida di questo istituto, inizia ad elaborare un progetto per la creazione di manicomi criminali destinati ai soggetti pericolosi e alienati, che succesivamente propone all'attenzione delle autorità ministeriali.
Rientrato a Pavia nel 1872, avvia gli studi che gli consentiranno di portare a compimento la sua "teoria dell'uomo delinquente".
Muore a Torino il 19 ottobre 1909.
Note biografiche a cura della redazione di Liber Liber.
Se noti errori di qualsiasi tipo, per favore segnalaceli tramite la pagina "segnalazione degli errori". |
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Gli e-book (istruzioni e licenze)
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Tre tribuni studiati da un alienista |
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20 maggio 2004 |
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Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito "Gallica, bibliothèque numérique de la Bibliothèque nationale de France" (http://gallica.bnf.fr).
In questo saggio Cesare Lombroso delinea una "teoria psichiatro-zoologica delle rivoluzioni". Secondo Lombroso, "...gli uomini tutti odiano le innovazioni, perchè essi obbediscono involontariamente alla legge d'inerzia; [...] la forza d'inerzia terrebbe quasi sempre il soppravvento senza la comparsa o l'impulso dei geni, degli alienati o dei mattoidi, che, appunto perchè tali, appunto perchè hanno un organismo e quindi tendenze ben differenti dalle comuni, quando trovino un terreno predisposto, provocano i mutamenti non senza pagarne spesso il fio col martirio, col carcere e con le risate accademiche".
Note a cura di Ferdinando Chiodo.
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titolo: |
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uomo bianco e l'uomo di colore (L').
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane |
e-text del: |
8 settembre 2004 |
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Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito "Gallica, bibliothèque numérique de la Bibliothèque nationale de France" (http://gallica.bnf.fr/).
In questo studio sulle differenze e le affinità fra le popolazioni umane sono presenti tutti i pregi e tutti i difetti delle opere di Lombroso. Il rifiuto della trascendenza e la fiducia nella scienza e nel progresso convivono con evidenti vizi epistemologici (l'incapacità di distinguere le variazioni ereditarie dalle somazioni, l'uso affrettato della statistica, ecc.) tali da condurlo a conclusioni ridicole prima ancora che ripugnanti:
"Se stiamo alle lingue, abbiamo le razze a lingue chiocchianti, polisintetiche, monosillabiche, agglutinative, a flessione. Se stiamo alle arti, abbiamo le razze a strumenti di pietra e a strumenti di bronzo e di ferro, e le razze domatrici di animali, e le razze costruttrici di machine. Se stiamo all'estetica abbiamo, nella pittura, le razze artistiche, quelle artistiche senza prospettiva, e le affatto inartistiche: e, nella musica, le razze col 'la' per nota fondamentale, e le razze col 'fa' e senza mezzo tono, e le razze con tre toni soltanto. Se stiamo alla scrittura, abbiamo le razze a scrittura pittorica, ideografica, fono-ideografica ed alfabetica. Se stiamo alle religioni, abbiamo le razze a religione feticia, sciamana, politeista, monoteista e le razze con poca o niuna credenza, le scettiche. Se stiamo alta politica, abbiamo le razze a famiglie sparse, a tribù, a impero dispotico e a impero più o meno elettivo o temperato dal voto popolare. Che se con una sola frase noi vogliamo riassumere quasi tutti questi caratteri, noi dobbiamo dire che vi sono due grandi razze: la Bianca e la Colorata. Noi soli Bianchi abbiamo toccato la più perfetta simmetria nelle forme del corpo. Noi soli, con la scrittura alfabetica e con le lingue a flessioni, potemmo difenderlo ed eternarlo nei monumenti, nei libri e nella stampa. Noi soli possediamo una vera arte musicale."
Note a cura di Ferdinando Chiodo.
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