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Letterio Lizio Bruno, nacque in Messina il 22 aprile 1837, da Girolamo Lizio, segretario del Comune, e da Antonia Bruno. Ebbe a professori nelle Lettere classiche l'abate Andrea Vagola, che fu poi chiamato a dettare Lettere greche e latine in
quel R. Liceo, l'abate Giovanni Saccano, insigne filologo, morto nel 1854, ed il professor Felice Bisazza, illustre poeta messinese. Nella Filosofia e nel Diritto di natura fu discepolo del Catara-Lettieri.
Sin dai primi anni dei suoi studi sentì forte vocazione per le Lettere. Nel 1853, dopo gli esami in materie filosofiche sostenuti pubblicamente nell'Istituto Maurolico (nei quali esami riportò la medaglia d'argento), si dedicò completamente alla Letteratura. In quell'anno esordì colla pubblicazione di una novella intitolata Annalena che fu considerata dai critici come "esempio di scrittura tersa ed elegante". Seguirono, nel 1854, alcuni frammenti di una Vita di Stesicoro. Nel 1855, il volumetto poetico Rimembranze, pel quale gli vennero incoraggiamenti da illustri letterati, fra cui il Mezzanotte, il Montanari, il Betti, l'Odescalchi, il Ventignano. Nel 1857, fra altri lavori minori, il Lizio Bruno pubblicò un volumetto di Liriche denso di sentimenti patriottici, dedicato al De Spuches.
Nel 1858 fu eletto, per concorso, ufficiale di 1a classe nella Segreteria del Consiglio generale degli Ospizii della Provincia messinese. In quel tempo egli aperse pure in Messina una Scuola molto frequentata di belle lettere (la poetessa Carmelina Manganaro fu allieva del Lizio Bruno presso la suddetta scuola). Nel 1860 ebbe parte decisiva nella istituzione degli Asili infantili di Messina, e per sette anni lavorò come Segretario di quella Amministrazione. Promosse nel 1869 la prima Biblioteca circolante, che intitolò poi al La Farina, ed a questa seguì poi un'altra, che fu intitolata al Manzoni. Nel 1862 fu nominato professore di Lettere italiane nel neo costituito Regio Liceo di Messina. Nel 1871 il Ministero lo nominò Direttore della Regia Scuola Normale maschile della sua patria. Nel 1877 fu promosso a Provveditore agli studii della Provincia di Catania.
Un ritratto di Letterio
Lizio Bruno più giovane
Fra le sue pubblicazioni sono ancora da ricordarsi: Carmi (Messina, 1861); Scritti varii (Ivi, 1865); Canti scelti del Popolo siciliano, posti in versi siciliani ed illustrati (Ivi, 1867); Canti popolari delle Isole Eolie, recati in prosa italiana ed illustrati (Ivi, 1871); L'educatore, racconti, dialoghetti ed apologhi di cui in pochi anni furono fatte numerose edizioni; Tocchi d'arpa (Catania, 1878. Alcune di queste poesie sono state tradotte in tedesco da L. Foglar); Istoria di dolore, carmi (Catania, 1878).
Il Lizio Bruno è uno degli scrittori più eleganti della Sicilia. Con Cannizzaro e Mitchell, è tra gli scrittori messinesi più significativi della seconda metà dell'Ottocento.
Riportiamo un sonetto, ove l'autore offre un ritratto di sè medesimo:
Al ver devoto, al simular nemico,
Franco, ardito, costante, 'l core ho pio;
Se all'ira cedo, abbomino l'intrico,
Rendo il bene pel mal, l'offesa oblìo.
Ai tranquilli silenzi, ai libri amico,
Ai sollazzi, ai clamori i' son restio:
E caldo estimator del senno antico,
Serbo a pochi moderni 'l culto mio.
Ho memoria tenace e irrequïeto
Spirto, che mai non posa, e degli altrui
Mali s'affligge ed a lenirli aspira.
Inclinato a mestizia, 'l viver lieto
Io non conosco: i miei giorni son bui,
E di flebili suoni è la mia lira!
Collabora con «Il Veridico», giornale di letteratura e arti, e nel 1860 è direttore del settimanale-politico «Il Garibaldi».
Si dedicò alla traduzione delle Odi d'Orazio e di Anacreonte.
Morì a Palermo il 5 febbraio 1908.
Fonti:
- Letterio Lizio Bruno, Rimembranze di Letterio Lizio Bruno, Messina, Stamperia D'Amico, 1855.
- Dizionario biografico degli scrittori contemporanei diretto da Angelo De Gubernatis, Firenze, Le Monnier 1879.
- Ludovico Perroni Grande, Elogio di L. Lizio Bruno; Messina, Stamperia D'Amico, 1908.
Note biografiche a cura di: Paolo Alberti.
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