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Nato a Firenze (1220/25?) dal giudice e notaio Bonaccorso, intraprese la professione del padre. Dal 1254 iniziò la carriera politica, ricoprendo incarichi di sempre maggiore importanza all'interno del comune.
L'incontro tra Dante
e Brunetto Latini
[Inferno XV, 23]
in una illustazione di
Gustave Doré I rivolgimenti politici fiorentini e l'alternarsi al potere delle diverse fazioni lo costrinsero all'esilio in Francia tra il 1260 e il 1266. Col ritorno dei guelfi al potere poté rientrare in patria, proseguendo il suo cursus politico fino a raggiungere il priorato nel 1287.
Vero protagonista della vita politica e culturale di Firenze tra il 1270 e il 1290, Latini è ricordato da Dante Alighieri, che lo definisce maestro (Inf. XV) e dallo storico Giovanni Villani (Cronica VIII, 10).
Tra le sue opere quella che ebbe maggior fortuna è il Tresor in tre libri, scritto in prosa francese e poi subito tradotto in italiano: si tratta di una compilazione a carattere enciclopedico che si inserisce in un genere piuttosto praticato nel medioevo e che sfrutta l'apporto di testi classici tra cui l'Etica Nicomachea, a cui Latini attinse ampiamente per la stesura del libro II.
Oltre al Tresor, Latini fu autore di rime, poemetti didascalici e volgarizzamenti di testi classici, soprattutto latini.
Morì nel 1293 a Firenze.
Note biografiche a cura di Daniela Gangale.
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