Violante: seduta 29
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SEGUITO DELLA DISCUSSIONE ED EVENTUALE VOTAZIONE
DELLA RELAZIONE SULLE RISULTANZE DEL FORUM CON LE
          DIREZIONI DISTRETTUALI ANTIMAFIA, ALLA
PRESENZA DEL MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA,
                 PROFESSOR GIOVANNI CONSO
        PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
                          INDICE
                                                        pag.
Seguito della discussione ed eventuale votazione
della relazione sulle risultanze del Forum con le
direzioni distrettuali antimafia, alla presenza del
ministro di grazia e giustizia, professor Giovanni
Conso:
Violante Luciano, Presidente .............. 1419, 1421, 1422
                                      1423, 1426, 1427, 1429
Borghezio Mario ....................................... 1428
Brutti Massimo, Relatore .................. 1419, 1423, 1427
Cabras Paolo .......................................... 1423
Calvi Maurizio ............................ 1422, 1423, 1428
Conso Giovanni, Ministro di grazia e
giustizia ....................................... 1421, 1424
Folena Pietro ......................................... 1428
 Imposimato Ferdinando ................................ 1421
Matteoli Altero ................................. 1422, 1427
Scotti Vincenzo ........................... 1423, 1428, 1429
Comunicazioni del presidente:
Violante Luciano, Presidente .................... 1429, 1430
Calvi Maurizio ........................................ 1430
Scotti Vincenzo ....................................... 1430
Smuraglia Carlo ................................. 1429, 1430
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La seduta comincia alle 15,30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta
precedente).
Seguito della discussione ed eventuale votazione della
relazione sulle risultanze del Forum con le direzioni
distrettuali antimafia, alla presenza del ministro di grazia e
giustizia, professor Giovanni Conso.
  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione e
l'eventuale votazione della relazione sulle risultanze del
Forum - tenutosi il 5 febbraio scorso - con le direzioni
distrettuali antimafia, alla presenza del ministro di grazia e
giustizia, professor Giovanni Conso, che ringrazio nuovamente
per la cortesia mostrata nei nostri confronti nel tornare oggi
qui per dibattere sull'argomento all'ordine del giorno.
   Colgo l'occasione per salutare il senatore Gibertoni che è
qui con noi per la prima volta.
   Do quindi la parola al relatore, senatore Brutti.
  MASSIMO BRUTTI, Relatore. Nella riunione di
martedì scorso abbiamo registrato un ampio consenso attorno ad
alcuni dei punti fondamentali della relazione da me svolta e
soprattutto della sintesi delle proposte emerse nell'ambito
del Forum del 5 febbraio. Ho ascoltato con attenzione gli
interventi dei colleghi e quello del ministro Conso; ho poi
letto il Resoconto stenografico che dava conto delle diverse
posizioni emerse e su tale base ho provato a definire le
questioni su cui mi è parso che il consenso fosse tale da
consentire la loro immediata traduzione in proposte concrete.
   In primo luogo, è emerso un dato politico, sottolineato
con energia ed impegno anche dal ministro. Mi riferisco alla
constatazione che, se oggi siamo in grado di ravvisare una
concordia di valutazioni e quindi un consenso su proposte
specifiche, non è il caso di perdere tempo. E' possibile,
infatti, trasformare le ipotesi su cui si è coagulato il
consenso in decisioni operative. Ritengo, pertanto, di poter
esporre alcune proposte che a mio avviso sarà possibile
trasfondere in un testo da trasmettere al Governo ed al
Parlamento, nella forma semplice ed essenziale di una
risoluzione.
   Già nella riunione di martedì scorso abbiamo tutti insieme
sottolineato l'assoluta ed urgente necessità di un impegno che
sia tenace e puntuale, che non abbia pause né cadute di
tensione da parte di tutti gli organi dello Stato, ciascuno
nell'ambito delle proprie competenze, affinché proseguano e si
sviluppino coerentemente le attività di investigazione, il
controllo del territorio e l'iniziativa giudiziaria contro la
mafia.
   Credo di poter affermare che un comune sentire sia stato
manifestato sulla necessità di potenziare tutti gli strumenti
di cui lo Stato dispone, rafforzando la DIA nel quadro di un
indispensabile coordinamento dell'azione di contrasto. Il tema
fondamentale del Forum era stato proprio quello della
necessità di dare il massimo di efficienza al circuito nuovo
costituito dalle direzioni distrettuali antimafia e dalla
direzione nazionale.
   Per quel che riguarda le competenze del Parlamento, siamo
in grado oggi di
                        Pag. 1420
proporre di istituire innanzitutto i tribunali distrettuali
poiché, per i procedimenti relativi ai delitti di criminalità
organizzata, di comune accordo abbiamo sostenuto che debba
essere competente il tribunale o la corte d'assise che ha sede
presso il capoluogo di distretto. Al Parlamento possiamo
proporre anche un'altra misura: assegnare alle procure
distrettuali l'iniziativa processuale relativa alle misure di
prevenzione previste dalla legislazione antimafia. Infine,
possiamo proporre l'obiettivo di offrire incentivi più
rilevanti e meno incerti a chi intenda collaborare con la
giustizia. Nella riduzione delle pene a favore di chi si
dissocia dai complici ed aiuta concretamente l'autorità nella
ricostruzione dei fatti e nell'individuazione dei colpevoli,
occorre restringere - e tutti abbiamo concordato - i margini
di oscillazione e di discrezionalità del giudice.
   L'altro obiettivo su cui si è manifestato un ampio accordo
(e sul quale si è soffermato anche il ministro Conso) è quello
di reintrodurre la possibilità di definire con rito abbreviato
i procedimenti per i reati punibili con la pena dell'ergastolo
riguardanti i collaboratori di giustizia; il che per essi
comporta un ulteriore e forte incentivo che si affianca alla
riduzione della pena dell'ergastolo, già prevista dal
decreto-legge n. 152 del 1991.
   Al Governo siamo in grado di proporre innanzitutto una
revisione della pianta organica delle procure distrettuali ai
fini di un rafforzamento dell'iniziativa investigativa e
giudiziaria. Ad esempio, su alcuni casi vi è stata una
valutazione pienamente concorde: penso alla procura di Palermo
che avrebbe bisogno di un ampliamento dell'organico di dieci
unità, a quella di Catania e ad altre ancora nelle quali la
direzione distrettuale antimafia non è in grado di funzionare
e neanche di costituirsi come struttura autonoma.
   Proponiamo ancora al Governo la messa in opera di un
sistema di circolazione e scambio delle informazioni che
faccia perno sulle banche dati delle procure distrettuali,
mettendole in rapporto con la procura nazionale. Quest'ultima
dovrà acquisire ed elaborare i dati informativi per restituire
alle singole procure distrettuali il patrimonio complessivo di
conoscenze derivante dalle varie indagini.
   Per quel che riguarda i collaboratori della giustizia, vi
è stato pieno accordo sull'esigenza di garantire una netta
separazione tra gli organi dell'investigazione e quelli
deputati alla protezione. Analogamente, si è concordato sulla
necessità di garantire forme di aiuto all'integrazione sociale
delle famiglie dei collaboratori medesimi. Proponiamo pure
l'obiettivo di destinare questi ultimi alla custodia in
strutture carcerarie, opportunamente individuate a questo
scopo, con un trattamento penitenziario meno rigido di quello
ordinario.
   Alcune proposte riguardano la competenza, l'impegno ed il
lavoro della Commissione antimafia. Nella prospettiva di un
potenziamento delle iniziative giudiziarie contro la
criminalità e di un'adeguata specializzazione di chi esercita
funzioni requirenti, la Commissione può rivolgere - e ritengo
che tale impostazione sia coerente con le posizioni sin qui
assunte - al Governo un invito ad assumere tutte le iniziative
utili allo scopo di sostenere con continuità e di potenziare
la scuola per la formazione e l'aggiornamento dei magistrati
del pubblico ministero, già operante per iniziativa ed a cura
del Consiglio superiore della magistratura. Infatti, essendoci
soffermati sulla necessità di potenziare il sistema delle
procure distrettuali e del circuito delle procure della
Repubblica, non possiamo certo ignorare che un importante
aspetto di tale potenziamento è rappresentato proprio
dall'aggiornamento, dalla formazione, dalla specializzazione
dei magistrati del pubblico ministero. Nella prospettiva di
creare strutture più organiche e di individuare forme più
compiute d'intervento, considero utile che la Commissione
antimafia inviti il Governo a rafforzare quel che già esiste.
   La Commissione aveva già convenuto sull'opportunità di
promuovere al più presto due ulteriori incontri. Se al termine
                        Pag. 1421
 della seduta odierna approveremo una risoluzione, in essa
potremmo indicarli come obiettivi a breve. Si tratta di un
incontro con i magistrati della direzione nazionale antimafia
e di un altro con i rappresentanti della procure non
distrettuali operanti nelle zone maggiormente colpite dalla
criminalità organizzata. Di entrambi tali incontri si è
avvertita in vario modo l'esigenza nelle nostre discussioni.
Essi a mio avviso potranno servire per approfondire e
proseguire nel lavoro già avviato, per acquisire nuovi
elementi di conoscenza nonché per definire, se necessario,
ulteriori proposte.
   Da ultimo, desidero ricordare che è emersa un'altra
questione, richiamata principalmente dal presidente. Mi
riferisco all'utilità che la Commissione verifichi, in tempi
assai rapidi, la situazione penitenziaria complessiva e poi di
ciascuno degli imputati e dei condannati per reati di mafia.
   Questi mi sembrano i punti sui quali è possibile oggi
giungere ad una convergenza in base a quanto è stato detto
nella scorsa seduta: punti che possono essere riassunti, in
modo lineare e semplice, in una breve risoluzione, che segni
in ordine ad essi la volontà politica auspicabilmente unanime
della Commissione.
  PRESIDENTE. Signor ministro, intende prendere
immediatamente la parola per esprimere la sua opinione sulle
proposte formulate dal senatore Brutti?
  GIOVANNI CONSO, Ministro di grazia e giustizia.
Signor presidente, preferisco intervenire dopo aver ascoltato
l'opinione degli onorevoli membri della Commissione.
  FERDINANDO IMPOSIMATO. Nel condividere le proposte
avanzate dal senatore Brutti, desidero soffermarmi in
particolare su una questione emersa nel corso delle nostre
missioni in Puglia e in Calabria, quella riguardante la
struttura delle procure distrettuali antimafia.
   In Puglia, ad esempio, è emersa l'esigenza che tali
procure possano articolarsi anche in uffici distaccati presso
quelle città in cui l'azione della criminalità organizzata di
tipo mafioso è particolarmente aggressiva.
   A Foggia, numerosi magistrati ed esponenti delle forze
dell'ordine hanno rilevato che è estremamente difficile per i
magistrati della procura distrettuale antimafia di Bari
provvedere al controllo del territorio nonché ad una pronta
azione repressiva delle azioni delittuose commesse nel
territorio foggiano, particolarmente colpito dai fenomeni
criminali considerati. Infatti, tra Foggia e Bari vi sono 150
chilometri di distanza, per percorrere i quali in automobile
sono necessarie 2 ore.
   E' stata quindi manifestata l'opportunità che, ove
necessario, alcuni magistrati, pur facendo parte della procura
distrettuale antimafia, possano abitualmente operare nelle
zone in cui i fenomeni criminali assumano dimensione massiccia
e costante. Tale soluzione, che condivido pienamente, senza
scalfire il dettato della legge, secondo cui le procure
distrettuali devono operare nei capoluoghi di regione,
consentirebbe un'articolazione delle stesse in sedi
distaccate.
   Per quanto riguarda i pentiti, sono del parere che, come
avviene negli Stati Uniti, occorra affidare a magistrati
dell'ufficio del procuratore generale antimafia la gestione
degli stessi. Questo tema è estremamente delicato e merita la
nostra attenzione.
   Desidero ricordare che negli Stati Uniti esiste una legge
che affida al procuratore generale il compito di gestire i
pentiti. Ritengo opportuno prevedere un'analoga soluzione nel
nostro paese per evitare conflittualità tra le forze
dell'ordine, che certamente si verificheranno permanendo
l'attuale situazione di confusione.
   Sono allarmato dell'antagonismo che si sta creando tra le
forze dell'ordine per quanto riguarda i pentiti - la recente
vicenda di Rosetta Cutolo ne è un segnale - e che potrebbe
danneggiare l'azione
                        Pag. 1422
della magistratura. Occorre pertanto una previsione
legislativa che affidi al pubblico ministero la gestione dei
pentiti.
   Per quanto riguarda gli incontri con i magistrati,
condivido le proposte avanzate dal collega Brutti. Ritengo che
si debbano ascoltare i magistrati delle città più colpite, che
avvertono talvolta l'assenza della procura distrettuale per le
ragioni che ho prima argomentato. Tali magistrati, che non
fanno parte delle procure distrettuali antimafia, dovrebbero a
mio parere essere ascoltati per primi, soprattutto in
relazione alla quantità enorme di procedimenti penali iniziati
prima dell'entrata in vigore della legge, anche al fine di
stabilire un coordinamento tra tali procedimenti, affidati
alla competenza territoriale di giudici non appartenenti alle
procure distrettuali antimafia, e quelli avviati da queste
ultime.
  ALTERO MATTEOLI. Sarò brevissimo, intendendo rifarmi
nell'espressione del mio pensiero all'intervento che ho svolto
nella precedente seduta. Le proposte formulate dal senatore
Brutti non possono ottenere il voto positivo del mio gruppo
per una ragione, forse anche d'ordine ideologico,
insormontabile: la previsione di ulteriori incentivi per i
pentiti. Tale ostacolo è per noi assolutamente insormontabile.
   Quanto sta accadendo, quanto abbiamo potuto vedere in
questi giorni, grazie allo spettacolo quotidiano che la
televisione manda in onda relativamente a gravissimi problemi,
dimostra come il numero dei pentiti stia crescendo forse a
dismisura rispetto alle reali intenzioni del pentitismo.
   Credo che il Parlamento abbia fatto il massimo nei
confronti dei pentiti e non vedo margini per la previsione di
ulteriori incentivi. Propongo quindi alla Commissione,
consapevole anche che non sarebbe di poco conto l'espressione
di una soluzione non unitaria in ordine ad un problema di
questa natura, di concedersi una settimana di riflessione
prima di arrivare al voto, per verificare la possibilità di
giungere nei prossimi giorni all'individuazione di un punto
d'incontro.
   Altre proposte - quella ad esempio del rafforzamento delle
procure distrettuali - potrebbero certo essere esaminate; per
quanto ci riguarda, però, ciò sarebbe inutile qualora
permanesse nel quadro delle ipotesi previste la richiesta di
ulteriori incentivi per i pentiti.
   Una settimana di pausa potrebbe consentirci di riflettere
(noi per primi) su un'ipotesi capace di consentire uno sblocco
della situazione. Qualora invece la Commissione intendesse
decidere oggi, esprimeremmo voto contrario.
  MAURIZIO CALVI. Desidero formulare due osservazioni
intese a comprendere se esistano spazi politici per
un'ulteriore riflessione prima di inviare al Parlamento la
nostra risoluzione. Mi riferisco a due questioni particolari:
quella sollevata poc'anzi dal collega Matteoli circa
l'opportunità di un ulteriore sconto...
  PRESIDENTE. Non è stato proposta un'ulteriore riduzione
delle pene, ma una maggior chiarezza nell'attribuzione delle
stesse. Esse potrebbero essere anche più rigorose: si tratta
solo di un problema di chiarezza.
  MAURIZIO CALVI. Il senatore Brutti ha parlato di
riduzione.
  PRESIDENTE. Non delle pene ma della discrezionalità.
  ALTERO MATTEOLI. Il collega Brutti ha parlato di
incentivi.
  MAURIZIO CALVI. Di ulteriori incentivi.
  PRESIDENTE. Ogni opinione è naturalmente legittima,
specie in riferimento ad una materia così delicata. Tuttavia,
la proposta avanzata dal senatore Brutti prevede che si
elimini l'attuale margine di grande elasticità e che si dia
maggior certezza della pena. L'incentivo consiste in una
maggiore certezza della pena.
                        Pag. 1423
Attualmente, infatti, non è incentivante sapere che per uno
stesso reato un giudice può infliggere tre anni ed un altro
sette.
  MAURIZIO CALVI. Oggi vi è da parte dei magistrati una
gestione politica dei pentiti. La flessibilità è un'elemento
forte della dinamica della gestione dei singoli pentiti.
   Ritengo che non si debba far riferimento alla gestione
complessiva dei pentiti, bensì che la possibilità di offrire
un margine di riduzione della pena piuttosto che un altro vada
lasciata al magistrato in relazione al singolo pentito.
   Ritengo opportuna un'ulteriore riflessione in materia
piuttosto che giungere alla formulazione di un'ipotesi secca.
Mi esprimo a favore di tale riflessione, qualora esistano in
seno alla Commissione le condizioni per poterla effettuare.
   Vorrei che la Commissione valutasse quest'opportunità ed
auspico che gli interventi di altri colleghi permettano di
comprendere se esistano spazi o offerte di riflessione e
proposte di mediazione. Questa materia è delicatissima e ne
sottolineo l'importanza ai fini di un maggiore rafforzamento
della risoluzione che dovremo approvare.
  PAOLO CABRAS. E' forse opportuno che il senatore Brutti
rilegga il passo della sua relazione relativo al problema
sollevato dai colleghi Matteoli e Calvi.
  MASSIMO BRUTTI, Relatore. "Offrire incentivi meno
incerti a chi intenda collaborare con la giustizia. Nella
riduzione delle pene a favore di chi si dissocia dai
complici...
  PRESIDENTE. Quelle attualmente previste!
  MASSIMO BRUTTI, Relatore.... ed aiuta
concretamente l'autorità nella ricostruzione dei fatti e nella
individuazione dei colpevoli, occorre restringere i margini di
oscillazione e di discrezionalità del giudice".
  PRESIDENTE. Ribadisco che non è prevista alcuna
ulteriore incentivazione.
  MASSIMO BRUTTI, Relatore. La sintesi della mia
relazione che era stata distribuita la scorsa settimana
conteneva le proposte da me avanzate. Su tali proposte,
tuttavia, si è sviluppata una discussione e si sono
manifestati alcuni dissensi, dei quali ho tenuto conto,
cercando di individuare i punti comuni degli interventi
svolti.
   Quel che vi sto proponendo adesso, da cui potrà
eventualmente scaturire il testo definitivo della risoluzione,
riflette non le mie proposte originarie ma i punti sui quali
si era verificato l'accordo.
  MAURIZIO CALVI. Per quanto riguarda una delle altre
proposte, l'istituzione dei tribunali distrettuali, chiederei
possibilmente un ulteriore confronto interno alle istituzioni
(per esempio, con il CSM od altri livelli), per ricevere dalle
diverse responsabilità un giudizio che offra alla nostra
Commissione la possibilità di affrontare con la maggiore
chiarezza e puntualizzazione possibile il problema
dell'istituzione dei tribunali distrettuali.
  VINCENZO SCOTTI. Mi permetto di avanzare una proposta
procedurale. Ritengo che vi possa essere un'ampia (mi auguro
unanime) convergenza sull'insieme della risoluzione proposta
dal relatore Brutti, in particolare per quanto attiene a tutti
gli aspetti di rafforzamento organizzativo e funzionale, con
riferimento sia alla legislazione sia all'amministrazione.
Rimane invece una discussione aperta sul problema dei pentiti
nel suo insieme, ivi incluso l'aspetto della loro gestione.
   Il senatore Imposimato ha sollevato una questione
estremamente delicata, inserita peraltro con chiarezza
nell'ambito di quelle da affrontare anche da parte del
relatore Brutti: il vero problema riguarda il rapporto fra
l'investigatore ed il pentito, considerando quanto nasce da
tale rapporto e la sua delicatezza.
                        Pag. 1424
   A mio avviso, se affrontassimo separatamente la questione
complessiva dei pentiti, la risoluzione proposta dal senatore
Brutti non ne soffrirebbe. La proposizione relativa alla
certezza della pena è fuori discussione: personalmente, la
ritengo particolarmente importante perché non è possibile
lasciare discrezionalità in determinati campi. In proposito,
quindi, concordo con quanto proposto dal relatore.
   Con riferimento alle altre questioni integrative sollevate
dal senatore Imposimato, non mi rifiuto di discuterne e penso
anzi che vada svolto un confronto approfondito: esse
rappresentano infatti il perno della politica giudiziaria ma
non possono essere risolte né con il trasferimento delle
esperienze di altri paesi nel nostro ordinamento né con un
affrettato orientamento ed una rapida decisione.
   Ritengo, quindi, che in questo momento non si presenti
alcun problema riguardo alla questione della certezza della
pena; se poi apriamo una discussione più ampia (che riterrei
utile svolgere) sulla questione dei pentiti, basandoci fra
l'altro su tutto il materiale che abbiamo raccolto, possiamo
decidere di stralciarla per un approfondimento, anche perché
possono emergere altri problemi ad essa collegati. Pure
considerando quanto ci hanno riferito i procuratori, vi sono
infatti molti elementi sui quali è necessaria una messa a
punto (non un cambiamento) della legislazione vigente per
renderla più funzionale rispetto agli obiettivi che ci
proponiamo di perseguire.
   Se ci limitiamo dunque ad affrontare il tema della
certezza della pena, possiamo decidere al riguardo; se invece
vogliamo introdurre anche altre questioni, come mi sembra
utile ed importante, si può svolgere una discussione a parte
su di esse. Personalmente, sono favorevole ad approvare questa
sera la risoluzione per quanto riguarda gli aspetti sui quali
siamo d'accordo, ed invito i colleghi ad accettare la mia
proposta, perché ritengo che sia importante mettere dei punti
fermi per concludere, pezzo dopo pezzo, il lavoro che stiamo
svolgendo. In questo modo, comunque, non si dovrebbe
assolutamente incidere sulla complessità delle proposte
avanzate dal relatore Brutti, sulle quali è opportuno ed utile
che la nostra Commissione si pronunci.
  GIOVANNI CONSO, Ministro di grazia e giustizia.
Ritengo anch'io che un'ulteriore meditazione su qualche punto
possa essere utile, se non necessaria, e vada quindi fatta. Un
documento parlamentare, soprattutto se rivolto al Governo, in
tanto può essere più significativo in quanto sia espressione
di una valutazione unanime. Se vi è un aspetto che suscita
perplessità o dissonanze, conviene stralciarlo e farne oggetto
di ulteriore meditazione, con la possibilità e la speranza che
vengano dissipati i dubbi e si pervenga ad una conclusione
comune. In questo sta la forza di un documento parlamentare,
date la gravità del problema e la necessità di confrontarsi
con altri interlocutori: non bisogna partire deboli.
   Del resto, l'auspicio iniziale contenuto nella relazione
del senatore Brutti nonché la sintesi che oggi egli ha
esposto, che ne riprende sostanzialmente i contenuti,
passavano attraverso la constatazione che si deve procedere
con celerità là dove vi è unità d'intenti. Se vi sono dubbi e
perplessità, non bisogna per questo "frenare" sul complesso
delle questioni: pur non abbandonandoli, si possono rinviare a
breve termine i problemi su cui manca l'accordo per farne
oggetto di ulteriore meditazione.
   Con riferimento alla questione generale del trattamento
dei collaboratori della giustizia, un suggerimento proviene
dal relatore Brutti ed anche dall'intervento del senatore
Imposimato: mi riferisco all'opportunità di un incontro - su
cui concordo - con il procuratore nazionale antimafia ed i
suoi sostituti; oserei anzi chiedere - se ritenuto possibile
ed opportuno - di partecipare personalmente. Potremmo in tal
modo guadagnare tempo: in occasione della mia
interessantissima (al di là della rilevanza istituzionale ed
umana) visita al procuratore nazionale, questi ha indicato
come gradito
                        Pag. 1425
 per loro ed interessante per me l'incontro con i suoi
sostituti. Nel corso di tale incontro si potrebbe approfondire
l'ipotesi di affidare la gestione dei pentiti al procuratore
nazionale antimafia.
   Si potrebbe così trovare quasi una giustificazione
metodologica per un rinvio dell'esame della questione. La
mancanza di un accordo, infatti, potrebbe indebolire
l'approccio ad essa, a prescindere dal fatto che non si può
non tener conto dell'interessante proposta di svolgere
quell'incontro, sulla quale mi sembra che non vi siano state
dissonanze. Nell'ambito dell'incontro potranno emergere una
serie di questioni, forse diverse ma comunque collegate a
quelle che stiamo affrontando, e si potrà valutare in
particolare il problema della gestione dei pentiti. Su di
esso, se vi saranno dati ritenuti acquisibili e validi, anche
gli altri problemi potrebbero essere incentrati e divenire
quasi una cerniera per affrontarlo nuovamente. Per questo
motivo, l'anticipazione di una decisione sul punto, in
presenza di qualche perplessità, potrebbe non essere del tutto
opportuna. Mi sembrerebbe invece interessante svolgere
l'incontro cui accennavo in via preventiva.
   Per quanto riguarda le altre questioni, ritengo che sul
piano istituzionale certamente vadano fatti i conti con altri
organismi: mi riferisco non soltanto ai passi da compiere
presso il Governo ed il Parlamento al fine di consentire
iniziative ed itinera più spediti verso un epilogo ma
anche alla necessità di un dialogo, direi quasi continuo, con
il Consiglio superiore della magistratura. L'istituzione di
tribunali distrettuali richiede sicuramente una verifica ed un
vaglio su tanti piani; per esempio, anche con riferimento
all'iniziativa di affidare le misure di prevenzione pure alle
procure distrettuali, potrebbero venire dal CSM alcune
considerazioni chiarificatrici. Non parliamo poi della
revisione delle piante organiche delle procure distrettuali o
dei problemi ricordati dal senatore Imposimato con riferimento
a Bari e Foggia, riguardo ai quali occorre avviare una
consultazione con il Consiglio superiore della magistratura.
In sostanza, portare avanti un determinato pacchetto di
questioni, a parte quella dei pentiti, offre già un materiale
copioso, che potrebbe formare oggetto di incontri con il CSM.
   Per quanto riguarda il Ministero di grazia e giustizia, vi
è una certa disponibilità ad affrontare (ammesso che sia
possibile) il tema delle strutture carcerarie apposite per i
pentiti (anche se, tutto sommato, riguardando il trattamento
dei pentiti, potremmo rimandarlo ad un secondo tempo). In sede
di ministero, quindi, potrei intanto approfondire le concrete
possibilità di realizzare un elemento che ritengo importante
ma che deve fare i conti con le disponibilità logistiche e di
organico.
   Nel complesso, sono pienamente d'accordo sulle proposte di
cui, del resto, avevamo già parlato nel corso del precedente
incontro, raggiungendo una larga intesa. Poiché, per quanto
concerne i problemi relativi ai pentiti, indubbiamente più
complessi e delicati, è bene armonizzare al massimo le
posizioni, si potrebbe prendere in considerazione la
possibilità di affrontarli in un secondo tempo, come
accennavo. Nel frattempo, bisognerebbe studiare tutti gli
aspetti che hanno rilevanza in materia, in modo da essere
pronti ad affrontare il problema in maniera conclusiva. Rimane
inoltre opportuno un dialogo con il CSM per quanto concerne i
contenuti del documento da trasmettere a Parlamento e Governo:
al riguardo, si potrebbe eventualmente considerare la
possibilità di un parere aggiuntivo per evitare un eccessivo
allungamento dei tempi.
   In ordine all'eventuale potenziamento della DIA, della DNA
e degli altri strumenti esistenti, ritengo che il problema
potrebbe essere mantenuto sullo sfondo come premessa, poiché
indubbiamente e logicamente tutti gli strumenti che abbiamo
devono essere utilizzati al massimo: è quasi illogico,
piuttosto, doversi preoccupare di strane e interminabile
contese, che non dovrebbero avere spazio e che tuttavia sono
un problema reale, a cui però, probabilmente, non è il caso di
                        Pag. 1426
accennare nella premessa, in quanto si tratta di un dato da
superare, perseguendone uno contrario. Anche il problema dello
scambio di informazioni fra le banche dati delle procure
distrettuali e della procura nazionale antimafia potrebbe
essere affrontato nell'incontro cui ho ripetutamente
accennato. I numerosi problemi da affrontare possono essere
suddivisi, poiché non è necessario redigere un documento che
contenga tanti elementi. E' preferibile che siano affrontate
in maniera armonica alcune questioni importanti: basterebbe da
sola, per esempio, la tematica dei tribunali distrettuali e
della revisione delle procure distrettuali, anche perché è da
ritenersi urgente ed è bene che venga affrontata speditamente.
  PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vorrei esprimere una
personale opinione sulle questioni che stiamo affrontando,
anche per rispondere alle osservazioni sollevate in questa
sede. Mi sembra che, come segnalavano l'onorevole Scotti e il
ministro di grazia e giustizia, vi sia l'esigenza politica di
valutare se sia possibile indicare in tempi rapidi alcune
posizioni, anche perché la fase che stiamo attraversando non è
positiva. Ritengo che sia nell'interesse di tutti delineare
con una certa rapidità una posizione chiara e netta della
Commissione parlamentare antimafia, senza imposizioni per
nessuno, eventualmente sfrondando le parti che appaiono più
discutibili. E' chiarissimo quale sia il messaggio che il capo
mafia Riina ha lanciato dalle aule di giustizia nei confronti
dei collaboratori della giustizia e di coloro che li
proteggono! Vi sono inoltre episodi molto preoccupanti
riguardanti la carcerazione: grazie alle ricerche (non ancora
definitive) condotte dai nostri collaboratori e consulenti
nonché alla efficientissima e completa collaborazione degli
uffici del Ministero di grazia e giustizia, infatti, abbiamo
avuto un quadro preoccupante di alcune liberazioni anticipate.
Persone come Agate Mariano, Marchese Salvino, Miano Salvatore,
Massalone Salvatore, Mistretta Rosario, Nania Filippo, Grado
Vincenzo, Di Carlo Andrea e via dicendo hanno avuto sconti di
pena che vanno da 100 a 315, 450, 500 giorni. Vi è dunque un
indirizzo diretto a non tener conto della qualità di capi
mafia e del traffico di droga di queste persone. Ciò non può
non essere un ulteriore elemento di preoccupazione. Del resto
voi ben comprendete quale significato questo abbia nella
cultura mafiosa e nell'entourage di tale ambiente: tutto
si sistema e comunque la soluzione si trova. Riduzioni di pena
di 400 o 500 giorni denotano un appiattimento in questo senso.
   L'ultima parte della proposta formulata dal senatore
Brutti riguarda la necessità di studiare eventuali correzioni
della normativa. Se poi il problema fosse quello di una non
corretta ed adeguata valutazione, vi sarà allora bisogno di
interventi precisi. Per esempio, risulta che su Mariano Agate
vi sia stata una segnalazione corretta della questura di
Trapani ma che di essa non si è tenuto conto. Da qui una
preoccupazione diffusa nella Commissione antimafia.
   Per tutte queste ragioni, mi permetto di segnalare ai
colleghi alcuni punti. In ordine agli incentivi per i pentiti,
la formulazione del documento poteva trarre effettivamente in
inganno. All'onorevole Matteoli - non se egli abbia avuto
tempo di esaminare il documento - vorrei dire che qui non si
tratta di prevedere una ulteriore riduzione della pena ma di
dare maggiore chiarezza. Il margine di elasticità attribuito
non al procuratore della Repubblica ma ad un altro soggetto
(il tribunale), crea un elemento di incertezza e di
manipolabilità della situazione processuale contraria alle
stesse regole della certezza della pena.
   Vi è poi un'altra questione posta correttamente dal
senatore Calvi. In occasione del Forum abbiamo avuto modo di
ascoltare i rappresentanti del Consiglio superiore della
magistratura. In particolare, il dottor Condorelli ci ha
rappresentato un'opinione favorevole esistente in seno al
Consiglio superiore sui tribunali distrettuali; sul punto,
però, altri componenti
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 del suddetto organo si sono dichiarati contrari. Ricordo,
infatti, che il dottor Santoro espresse la propria contrarietà
anche all'istituzione delle procure distrettuali. Si tratta di
una questione che avevamo già affrontata con l'ex ministro
Martelli, il quale aveva manifestato il proprio assenso.
Vorrei sapere, a questo punto, se l'esigenza manifestata dal
gruppo socialista possa essere soddisfatta inserendo nella
premessa del documento un serio richiamo alle necessità di
acquisire per le questioni ordinamentali e di procedura penale
il parere del Consiglio superiore della magistratura. In
questo modo sarebbe possibile attuare quel raccordo, quel
coordinamento di cui si è parlato all'inizio.
  ALTERO MATTEOLI. Il nostro gruppo insiste nel chiedere
alcuni giorni di riflessione prima che il documento proposto
dal senatore Brutti venga votato. Esso, infatti, ha un senso
se lo consideriamo nel suo complesso. Il fatto che prima si
parli di rafforzamento e poi si chiedano degli incentivi, ha
una sua logica.
  PRESIDENTE. Dove sono previsti gli incentivi?
  ALTERO MATTEOLI. Signor presidente, al punto 4 della
precedente relazione si parla di "offrire un incentivo più
rilevante a chi intenda collaborare con la giustizia". Credo
che l'italiano abbia un senso.
  PRESIDENTE. Ma noi stiamo discutendo d'altro.
  ALTERO MATTEOLI. La relazione del senatore Brutti,
partendo da questo punto, arriva poi a proporre una
risoluzione, alla luce di un dibattito avvenuto in
Commissione.
   Come ho già avuto modo di dire, l'onorevole Imposimato la
pensa in maniera diversa da me. Non è possibile dunque tentare
una mediazione nell'immediato, sempre che si voglia arrivare
ad una votazione unanime del documento. Esiste infatti una
distanza enorme, non componibile in pochi minuti.
  PRESIDENTE. La posizione dell'onorevole Imposimato non è
rappresentata da questo documento: non c'è, né vi deve essere.
  ALTERO MATTEOLI. Mi domando come sia possibile votare
tra poco un documento, vista la "distanza" che c'è tra me e
l'onorevole Imposimato.
  PRESIDENTE. L'onorevole Imposimato deciderà da sé cosa
fare.
  ALTERO MATTEOLI. Ciò che voglio dire è che comunque
verrebbe a mancare l'unanimità.
   Colgo l'occasione, inoltre, per rilevare come alcuni
aspetti meritino un approfondimento, mentre altri risultino
per certi versi pleonastici, e su questo concordo con quanto
detto dal ministro Conso.
   Ritengo che non ci sia niente di grave nel chiedere 48 ore
di tempo per riflettere sui vari problemi, atteso l'obiettivo
di arrivare ad una votazione unanime. Se poi la presidenza, la
Commissione, sono dell'avviso di arrivare oggi al voto, allora
il gruppo del MSI-destra nazionale esprime fin da adesso la
propria contrarietà, anche qualora fosse stralciata la parte
riguardante i pentiti.
   Chiedo scusa, ma per un importante impegno di natura
familiare sono costretto ad abbandonare i lavori della
Commissione.
  PRESIDENTE. Ci troviamo dinanzi alla richiesta formulata
dal MSI-destra nazionale di un rinvio di due giorni della
votazione del documento.
   Nel ricordare ai colleghi che per giovedì prossimo è
prevista la missione a Caserta, gradirei acquisire il parere
dei rappresentanti dei gruppi sulla richiesta di rinvio.
  MASSIMO BRUTTI, Relatore. Probabilmente è utile
tentare di definire su cosa
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si stia discutendo in questo momento. Se infatti andiamo a
vedere in concreto quali siano i punti sui quali vi è un largo
consenso allora la necessità di un rinvio non sembra così
forte.
   Cercherò di sintetizzare quanto oggi ho sentito qui. Dirò
subito che evidentemente ciascuno di noi si avvicina a questi
problemi partendo da premesse ideali che non sempre
coincidono; vi sono infatti aspetti non da tutti condivisi. Ma
qui non si tratta di arrivare ad una mediazione tra i diversi
punti di vista ma di fare il punto e di votare una risoluzione
sulle questioni sulle quali vi è maggior consenso.
   Per quanto riguarda le questioni concernenti l'ordinamento
giudiziario è stata avanzata l'ipotesi di inserire nella
premessa del documento l'esigenza di acquisire il parere del
Consiglio superiore della magistratura, per allegarlo al
documento e alle nostre proposte.
   I punti sui quali si registra un maggiore accordo
riguardano l'istituzione di tribunali distrettuali,
l'affidamento anche alle procure distrettuali dell'iniziativa
in materia di misure di prevenzione, procedere ad una
revisione della pianta organica per il rafforzamento delle
procure distrettuali, d'intesa, naturalmente, con il Consiglio
superiore della magistratura, come del resto ha suggerito il
ministro Conso.
   In ordine poi alla questione dei pentiti, ferme restando
le divergenze esistenti su alcuni punti sui quali sarà dunque
necessario compiere un'ulteriore riflessione, credo che si sia
registrato un accordo sulla necessità che il margine di
discrezionalità venga in qualche modo attenuato o ristretto.
   Sono poi convinto che occorra rilevare subito la necessità
di separare il ruolo e la posizione di chi investiga dal ruolo
e dalla posizione di chi protegge, proprio per evitare
possibili manipolazioni e pasticci.
   Occorre prendere atto di un largo consenso (manifestato
anche dal ministro Conso) registratosi sulla questione
relativa alla custodia dei collaboratori in strutture
carcerarie, prevedendo un trattamento penitenziario meno
rigido, nonché degli impegni assunti dalla nostra Commissione
di promuovere entro breve tempo i due incontri con la procura
nazionale e con le procure non distrettuali delle zone
interessate dal fenomeno mafioso.
   Da qui la mia convinzione che sia possibile arrivare oggi
a votare il documento, fermo restando che sull'intera
problematica relativa ai collaboratori della giustizia si è
avvertita la necessità di una più ampia riflessione.
  MAURIZIO CALVI. Anch'io sono del parere che la
Commissione voti oggi il documento, introducendovi le
correzioni formulate dal presidente e dal relatore.
  VINCENZO SCOTTI. Condivido la proposta formulata dal
relatore Brutti. A mio avviso, si tratta soltanto di valutare
se si vuole arrivare ad un voto unanime oppure no. In ogni
caso, ritengo che le riserve espresse dal gruppo del
MSI-destra nazionale, riportate nei binari indicati dalla
risoluzione, non siano tali da comportare un voto contrario ed
un'opposizione al merito delle questioni.
  MARIO BORGHEZIO. Anche da parte nostra non ci sono
opposizioni alla proposta di approvare oggi il documento, nel
quale, in buona sostanza, ci riconosciamo.
   Condivido le correzioni introdotte nel documento e le
ulteriori indicazioni formulate dal presidente e dal relatore.
   In particolare, per quanto riguarda il punto relativo al
trattamento dei pentiti, data la massima delicatezza del
problema, credo che si debba procedere con la massima cautela.
   In conclusione, preannuncio il voto favorevole della lega
nord sul documento.
  PIETRO FOLENA. Condivido la proposta formulata dal
senatore Brutti di votare oggi il documento.
   Auspico che il gruppo del MSI-destra nazionale,
modificando la propria posizione,
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 si esprima favorevolmente. Colgo l'occasione per
sottolineare l'importanza di un documento unitario in questa
fase, proprio in relazione a quanto detto poc'anzi dal
presidente. Mi riferisco, in particolare, alla sceneggiata
fatta ieri da Riina, nel corso del processo a Palermo, e ai
segnali più generali di un tentativo di delegittimazione del
contributo che alcuni collaboratori della giustizia hanno
fornito nel corso di questa settimana, fermo restando la
necessità di una discussione approfondita su tale aspetto, nei
termini suggeriti da diversi colleghi, e in particolare dal
relatore Brutti.
  VINCENZO SCOTTI. Nella stesura formale del documento, in
premessa sottolineerei la preoccupazione unanimemente espressa
circa l'abbassamento di tensione registratosi nel paese. Credo
che in questo momento la Commissione antimafia debba dare
un'indicazione forte sul punto.
  PRESIDENTE. Pongo in votazione lo schema di risoluzione.
(E' approvato).
  Lo schema di risoluzione è stato approvato con un solo
voto contrario.
   Chiedo alla Commissione di dare mandato all'ufficio di
presidenza di definire, insieme al relatore, il testo finale
del documento, che dovrà tenere conto dei suggerimenti emersi
nel corso del dibattito e delle correzioni necessarie, in
particolare sui punti concernenti il richiamo alla necessità
di intervento del Consiglio superiore della Magistratura,
della conclusione della questione relativa ai pentiti
(lasciando impregiudicati gli altri aspetti), e
dell'opportunità di un incontro con la procura nazionale per
valutare i punti sottolineati oggi dal ministro Conso. Pongo
in votazione tale proposta.
(E' approvata).
  Prima di proseguire nell'esame dei punti all'ordine del
giorno, permettetemi di ringraziare il ministro Conso.
              Comunicazioni del presidente.
  PRESIDENTE. Ricordo che i gruppi devono designare i
componenti la delegazione che giovedì e venerdì si recherà in
Campania.
   Il gruppo di lavoro coordinato dal senatore Smuraglia
propone di svolgere una visita in Toscana. Do la parola al
collega Smuraglia per illustrare la proposta.
  CARLO SMURAGLIA. Il gruppo di lavoro da me coordinato si
occupa degli insediamenti mafiosi nelle aree non tradizionali.
Dopo avere raccolto il materiale disponibile - mi riferisco
alle relazioni dei procuratori generali delle zone interessate
nonché alla documentazione della Commissione antimafia
precedente, degli organi di stampa e delle deposizioni rese in
questa legislatura - si è deciso di scegliere le zone che
meritano attenzione, alla luce della considerazione che alle
tre regioni tradizionalmente interessate dal fenomeno mafioso
si può aggiungere anche la Puglia.
   Secondo il gruppo di lavoro, risultano meritevoli di
attenzione l'Emilia Romagna, la Liguria, il Piemonte e la
Lombardia e, in via prioritaria, la Toscana, sulla base delle
affermazioni del procuratore della Repubblica di Firenze,
dottor Vigna, nonché di altri magistrati toscani. Nelle
dichiarazioni rese dinnanzi alla nostra Commissione, infatti,
si fa riferimento a varie zone della Toscana ed a diversi tipi
di insediamenti, a seconda delle differenti aree geografiche:
la Versilia, la zona di Prato e quella di Pistoia (è stata
sottolineata la questione dell'autoparco, che partendo da
Firenze giunge fino a Milano).
   Il gruppo di lavoro sottolinea l'opportunità di una visita
in Toscana perché non vi è ulteriore materiale cartaceo da
consultare. D'altra parte, se il nostro fine consiste
nell'elaborazione di una relazione che disegni una mappa degli
insediamenti tradizionali e induca la Commissione a formulare
iniziative, l'unico modo è di
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rendersi conto direttamente, ascoltando le autorità di
governo, i rappresentanti dei poteri locali, delle
organizzazioni economiche nonché delle forze dell'ordine e
così via.
   La problematica era stata sollevata in sede di ufficio di
presidenza, che ha deciso che le eventuali visite devono
essere coordinate con la Commissione. Di conseguenza, è stata
predisposta una lettera affinché il presidente possa investire
la Commissione nella sua interezza. L'importante è che si
svolga l'accertamento che chiediamo: diversamente l'attività
del gruppo di lavoro non avrebbe senso, dal momento che non
potrebbe delineare il quadro complessivo degli insediamenti
mafiosi nelle zone non tradizionali. Ciò potrebbe permettere
di acquisire dati per dare indicazioni su cui riflettere e
discutere.
  PRESIDENTE. Vorrei informare i colleghi che, qualora la
Commissione consentisse con tale proposta, si deciderebbe
sull'integrazione del gruppo di lavoro con la presenza di
componenti di altri gruppi al fine di garantire la
rappresentatività.
  VINCENZO SCOTTI. Signor Presidente, condivido pienamente
la proposta formulata relativamente alla visita in Toscana:
credo sia una priorità assoluta fuori dalle regioni
meridionali a rischio. Non ho da aggiungere altro a quanto
sostenuto dal collega Smuraglia; mi si consenta però di far
presente che il gruppo di lavoro sul riciclaggio ha avanzato
una proposta, su iniziativa del collega del gruppo misto
onorevole Acciaro, del partito sardo d'azione, con riferimento
alla Sardegna ed in particolare all'area di Carbonia.
   Per ragioni di rappresentanza, debbo rendere nota la
questione al collega Smuraglia, ricordando le motivazioni
specifiche addotte dall'onorevole Acciaro. Mi premeva riferire
questo e pregare la segreteria di trasmettere la lettera
inviata.
  PRESIDENTE. Certo. Se non vi sono osservazioni, si può
affermare che sulla proposta del collega Smuraglia vi sia
consenso. I singoli gruppi sono pregati di indicare i propri
rappresentanti nell'ambito della delegazione. Stabiliremo la
data in relazione al calendario dei lavori della Commissione.
  CARLO SMURAGLIA. Il gruppo di lavoro è convocato per
domani sera alle ore 18.
  MAURIZIO CALVI. Sottopongo alla Commissione l'esigenza
di valutare l'opportunità di una nostra presenza in
Emilia-Romagna.
  PRESIDENTE. Credo sia essenziale, anche perché l'Emilia
è stata interessata da operazioni eseguite da autorità
giudiziarie non emiliane, bensì toscane.
La seduta termina alle 17.

 


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