Parenti: seduta 25
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       PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI
                          INDICE
                                                        Pag.
Comunicazioni del presidente:
  Parenti Tiziana, Presidente ...............  714, 716, 717
                                               718, 719, 720
  Arlacchi Giuseppe ...................................  718
  Bargone Antonio ................................  717, 720
  Bertucci Maurizio ...................................  719
  Bonsanti Alessandra .................................  716
  Campus Gianvittorio .................................  719
  Del Prete Antonio ...................................  717
  Di Bella Saverio ....................................  717
  Florino Michele .....................................  720
  Garra Giacomo ..................................  717, 718
  Giurickovic Pietro ..................................  715
  Mancino Nicola ......................................  719
  Manconi Luigi .......................................  717
  Meduri Renato .......................................  719
  Scopelliti Francesca ................................  719
  Tripodi Girolamo ....................................  715
  Violante Luciano ...............................  717, 718
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   La seduta comincia alle 13,45.
   (La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente).
              Comunicazioni del presidente.
  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca comunicazioni del
presidente.
   Ci siamo riuniti oggi per un breve aggiornamento sulla
definizione di alcune problematiche e in particolare di quella
che si era aperta in seguito alle dichiarazioni incrociate del
presidente della Commissione e dell'onorevole Ayala. I
tentativi compiuti da diversi componenti la Commissione hanno
portato ad una risoluzione, di cui l'onorevole Ayala prende
atto, anche se si riserva una decisione in merito alla sua
autosospensione.
   Confermo quanto ho detto ieri sera, ovverosia che nelle
mie parole non vi era alcun motivo di sospetto nei confronti
dell'onorevole Ayala; ripeto inoltre, come ho già detto ieri
sera, che non ho mai espresso opinioni di sospetto nei
confronti non soltanto dell'onorevole Ayala ma nemmeno di
alcun componente la Commissione, perché non ve n'è motivo e
perché tutti, compreso l'onorevole Ayala, godono della massima
stima mia e dei colleghi.
   Per un ulteriore chiarimento, se necessario, la mia
risposta all'onorevole Ayala che si riferiva a miei
procedimenti eventualmente in corso per calunnia, diffamazione
od altro (cosa di cui non sono a conoscenza, e di cui credo
non possa essere a conoscenza nemmeno l'onorevole Ayala)
richiamava il fatto che tutti possiamo avere problemi,
compreso lui stesso, come avvenuto presso il Consiglio
superiore della magistratura. Non so di altro, perché non sono
abituata ad occuparmi della vita personale di alcuno:
qualsiasi altra cosa sia stata scritta dai giornali è opera
del giornalista e non certamente mia, poiché non ho rilasciato
alcuna intervista ad alcun giornale.
   Se l'onorevole Ayala fosse stato presente, mi avrebbe
fatto piacere dirglielo personalmente, perché evidentemente si
è creato un equivoco, di cui abbiamo discusso ieri sera in
sede di ufficio di presidenza. Lo davo per scontato, non
avendo rilasciato dichiarazioni ad alcun giornale; purtroppo,
però, non è presente, ma potrà comunque prenderne atto e
decidere successivamente come riterrà opportuno. Ci auguriamo
peraltro che vi sia la sua collaborazione ai lavori di questa
Commissione, la quale necessita della collaborazione di tutti,
in particolare di chi ha un'esperienza più approfondita nella
lotta alla mafia e alla criminalità organizzata.
   Effettueremo pertanto il nostro viaggio in Sicilia, cui ci
auguriamo l'onorevole Ayala voglia dare il suo senz'altro
importante apporto. Naturalmente, poi, dato che l'onorevole
Ayala è stato invitato a meditare sull'opportunità di dare il
suo contributo alla missione, ci auguriamo che ciò avvenga,
benché nessuno di noi lo possa costringere: ciascuno di noi,
comunque, si adopererà in un'opera di convincimento,
testimoniandogli la nostra stima.
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   Questo è il risultato dell'attività svolta da diversi
colleghi in queste ore: quello che ho detto ieri sera e che ho
ora ripetuto dovrebbe servire per puntualizzare e concludere
questa incresciosa situazione; ci auguriamo, quindi, che a
breve riavremo fra noi l'onorevole Ayala e che questa
Commissione possa usufruire del suo apporto, insieme al
contributo di tutti per un lavoro che sia fattivo.
   Do lettura, perché possiate esprimere le vostre
osservazioni, del comunicato da trasmettere alle agenzie di
stampa in relazione al nostro viaggio dei prossimi 5 e 6
dicembre: "La Commissione antimafia presieduta da Tiziana
Parenti ha confermato nella seduta di oggi la sua volontà di
effettuare, i prossimi 5 e 6 dicembre, una missione in Sicilia
nei comuni di Corleone, San Giuseppe Jato, Gela e Niscemi.
Tale missione intende portare la solidarietà dell'intera
Commissione agli amministratori locali, recentemente vittime
di atti intimidatori, e a quanti si trovano ad operare contro
la criminalità organizzata in realtà particolarmente
problematiche, proseguendo un'azione di presenza nelle zone
più difficili del paese, che già era stata propria della
Commissione negli anni passati. In tale visita la Commissione
intende approfondire, attraverso l'audizione degli
amministratori locali, anche le ragioni, i diversi aspetti e
gli ostacoli che si sono presentati ai singoli comuni nella
realizzazione del loro programma contro la criminalità
organizzata, con particolare riferimento all'individuazione di
inerzie e resistenze all'interno delle pubbliche
amministrazioni".
   I colleghi ritengono che il comunicato sia completo?
  PIETRO GIURICKOVIC. Desidero innanzitutto dare notizia
che ho appena lasciato l'onorevole Ayala, con il quale ho
potuto verificare una perfetta identità di vedute, anche
rispetto al mio intervento di ieri. L'onorevole Ayala mi
conferma che il problema dell'autosospensione non è soltanto
legato ad una questione meramente personale, o anche di
rilevanza politica, rispetto al presidente Tiziana Parenti, ma
che, anzi, la sua autosospensione potrebbe decadere, comunque,
anche con la presidenza attuale. Quello che l'onorevole Ayala
lamenta, e che ha motivato la sua autosospensione, è il fatto
che questa Commissione non gli sembra in grado di dare segnali
forti di unità nella lotta alla mafia.
   Come ho già detto ieri, il problema è dare un segnale non
tanto ai cittadini ma soprattutto alla mafia. Un segnale
potrebbe anche cominciare a venire dalla missione in Sicilia.
A tale proposito, voglio aggiungere una mia riflessione
personale. Un problema oggi generalizzato delle istituzioni,
dei partiti, degli organismi della politica, è rappresentato
da un notevole scollamento rispetto alla cosiddetta società
civile (scusate se abuso di questo già abusato termine). Con
riferimento alla missione in Sicilia, un rapporto che fosse
unicamente rivolto verso le istituzioni locali, a mio modo di
vedere, sarebbe insufficiente; estremamente importante sarebbe
invece cercare punti di collegamento con (abuso ancora) la
società civile, soprattutto attraverso le associazioni, in
Sicilia numerose, che già operano su questo tema e che
potrebbero fornire quantomeno informazioni, visioni, opinioni
non istituzionali, quindi, proprio per questo, più originali.
Ciò rappresenterebbe nello stesso tempo un forte segnale della
volontà di questa istituzione di andare fortemente nella
direzione di un rapporto con i cittadini, e di non restare
chiusa nel luogo delle istituzioni centrali e locali.
  GIROLAMO TRIPODI. Ho ascoltato il dibattito di ieri in
Commissione, cui dovranno seguire oggi delle conclusioni; ho
inoltre ascoltato le dichiarazioni di oggi del presidente
della Commissione e la lettura del comunicato sulla missione
in Sicilia. A quest'ultimo riguardo, se lo scopo era quello
ricordato andava precisato sin dall'inizio: si era invece
previsto di andare in Sicilia senza un preciso itinerario, né
un preciso obiettivo, non per solidarizzare con gli
amministratori ed i sindaci che da tempo sono sottoposti
all'aggressione della mafia. Se si fosse fatto prima quanto si
sta facendo oggi, credo che avremmo un dubbio
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in meno rispetto a quelli che sono stati evidenziati ieri
e che, anche dopo le dichiarazioni di oggi, non mi sembrano
assolutamente fugati.
   I problemi non sono soltanto quello dell'onorevole Ayala,
presidente, e la sua posizione assunta in seguito alle
dichiarazioni che ha fatto, e che hanno prodotto una reazione
anche sul piano giudiziario nel senso che - almeno secondo
quanto attualmente risulta - sarà indagata. Si pongono
problemi, invece, rispetto a tutto il lavoro di questa
Commissione, che fino ad ora non ha prodotto segnali di
impegno reale nella lotta alla criminalità organizzata: in
questa sede abbiamo soltanto discusso, ed io fra i primi ho
fatto rilevare che impostare l'attività della Commissione
parlamentare antimafia su tale piano avrebbe comportato il
segnale che si trattava più di una Commissione di studio che
di inchiesta. Ci siamo battuti, invece, in precedenza ed anche
nella presente legislatura, per confermare il ruolo di
Commissione d'inchiesta.
   A distanza di oltre tre mesi dall'inizio del nostro
lavoro, non abbiamo ancora assunto una decisione chiara. Tutte
le altre questioni rappresentano il coronamento di tale
situazione, per cui devo dire che, anche dopo aver ascoltato
le dichiarazioni del presidente di ieri, esse, a mio avviso,
non hanno risolto il problema che si pone. L'attività della
Commissione antimafia è molto delicata, su di essa è rivolta
l'attenzione della gente: la nostra Commissione, quindi, deve
avere credibilità ed un'immagine vera, chiara, limpida
rispetto al suo impegno nel porsi su un preciso e ben
delimitato terreno di impegno contro la criminalità
organizzata.
   In conclusione, ritengo che la situazione non sia
cambiata. A mio avviso, la Commissione, nelle condizioni in
cui si trova in questo momento, non offre né credibilità né
tutti quei presupposti e requisiti che dovrebbe avere, proprio
in relazione agli atteggiamenti che sono stati assunti.
   Voglio ricordare che nella Commissione della precedente
legislatura un vicepresidente, un segretario, e persino un
componente della Commissione, non appena hanno avuto segnali
di indagine nei propri confronti, si sono dimessi. Credo,
quindi, che questo problema non possa essere eluso.
   Presidente, pur prendendo atto delle sue dichiarazioni, mi
sembra che il problema rimanga inalterato; si aggiunge così
agli altri un problema di incompatibilità tra la sua posizione
e il suo incarico.
  PRESIDENTE. Vi prego di limitare gli interventi
esclusivamente all'ordine dei lavori, poiché era questo
l'oggetto della riunione di oggi.
  ALESSANDRA BONSANTI. Presidente, prendiamo atto delle
ulteriori precisazioni da lei fornite rispetto alla questione
che più ci stava a cuore e ci aveva inquietato, cioè il
giudizio espresso sull'onorevole Ayala. Riteniamo sarebbe
opportuno che lei facesse una smentita ai giornali che hanno
riportato quelle dichiarazioni, anche perché alcuni ritengono
di averla vista in televisione. Sarebbe quindi opportuna, lo
ripeto, una sua precisazione pubblica.
   Noi rimaniamo in Commissione, compiendo in tal modo un
atto di grande responsabilità e nonostante il disagio che
molti di noi hanno provato in questi ultimi giorni per diversi
motivi. La lotta alla mafia non consente di essere assenti e
speriamo che con il chiarimento avvenuto in questi giorni la
Commissione possa acquistare un po' di quella credibilità e
legittimazione che purtroppo fino adesso non ha avuto. Il
rischio della mafia è altissimo in questo momento e tutti noi
sentiamo questa responsabilità. Avvertiamo anche il disagio
per quello che è avvenuto in questi uffici. La presidente ieri
ha affermato che da quando è arrivata si è mossa nel segno
della continuità con la Commissione della precedente
legislatura. Tutti possono verificare - è sufficiente aprire
le porte degli uffici - che è stata smantellata una struttura
che funzionava, che costituiva un importante supporto per i
commissari. Le chiedo quindi di risolvere al più presto questa
situazione,
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poiché per molti di noi è impossibile lavorare in queste
condizioni.
   Vorrei fare un'ultima osservazione riguardo al viaggio in
Sicilia. Poiché non è chiaro chi vi prenderà parte e chi potrà
prendervi parte, vorrei che una volta per tutte fosse
stabilito che alle missioni siano ammessi tutti i commissari
che ritengano di dover acquisire informazioni in più.
   Desidero inoltre sottolineare che in molti dei comuni in
cui andiamo a portare la nostra solidarietà, i sindaci sono
stati eletti anche grazie al lavoro svolto dal volontariato e
dalla società civile e ad un forte impegno di molti sacerdoti.
Mi sembra, pertanto, che l'impostazione del programma sia
sbagliata e mi chiedo se sia possibile rimediare nel senso di
prevedere incontri con esponenti della società. E' ovvio che
l'opera delle forze dell'ordine è fondamentale, ma al panorama
che questa parte delle istituzioni possono offrire bisogna
aggiungere quello che può provenire dalla società civile e
dalla Chiesa.
  LUIGI MANCONI. Come sappiamo, le dichiarazioni su Ayala
hanno avuto un'eco pubblica e sono state occasione di scandalo
e di inquietudine pubblici. Chiedo quindi che il presidente,
con un comunicato inviato ai giornali, alle agenzie, alle
emittenti televisive, renda altrettanto pubbliche le
precisazioni e le rettifiche che qui abbiamo ascoltato; un
comunicato che abbia lo stesso rilievo e dunque lo stesso
impatto sull'opinione pubblica che hanno avuto
malauguratamente le dichiarazioni precedenti. Chiedo quindi
formalmente che ci sia una dichiarazione scritta del
presidente, così come ci è stata illustrata una dichiarazione
scritta a proposito della missione in Sicilia.
  ANTONIO DEL PRETE. Presidente, i colleghi senatori hanno
l'esigenza di essere in Commissione al Senato per le 15 per lo
svolgimento dei lavori connessi alla manovra finanziaria.
Credo pertanto che la Commissione debba limitarsi alla
programmazione del viaggio in Sicilia, perché temo che se
rimescoliamo tutti i problemi, sicuramente non arriveremo a
nulla.
  PRESIDENTE. Non c'è alcun problema di questo tipo,
onorevole Del Prete.
  GIACOMO GARRA. Ieri sera avevo apprezzato l'intervento
dell'onorevole Bargone, oggi mi hanno veramente preoccupato le
dichiarazioni del senatore Tripodi.
  ANTONIO BARGONE. Siamo di gruppi diversi.
  LUCIANO VIOLANTE. Ciascuno risponde per sé e come
può.
  GIACOMO GARRA. Capisco che l'onorevole Bargone parlava
per il gruppo dei progressisti...
  PRESIDENTE. Onorevole Garra, la prego di attenersi
all'ordine dei lavori.
  GIACOMO GARRA. Mi consenta di esprimere il mio
disappunto in maniera civile ma ferma, perché le dichiarazioni
del senatore Tripodi non riguardano solo il presidente - e
questo è già grave di per sé - ma mi è parso comportino
disistima nei confronti di quella parte della Commissione che
non appartiene al gruppo progressista o a quello di
rifondazione comunista.
  SAVERIO DI BELLA. Vorrei avanzare una proposta
operativa. Mi piacerebbe che dalla Sicilia venisse
un'iniziativa della Commissione per rinnovare le intese
assunte nel 1993 tra la Commissione antimafia della precedente
legislatura e il Ministero della pubblica istruzione, una cui
circolare ha promosso una serie di iniziative per l'educazione
e la formazione di una coscienza civile antimafia. Questo atto
rappresenterebbe una forma di continuità, che giustamente la
presidenza sottolinea come essenziale e servirebbe a ribadire
che la battaglia culturale per la formazione di una coscienza
civile diversa è uno dei temi fondamentali dell'attività di
questa Commissione.
  PRESIDENTE. Vi sono altri suggerimenti sulla missione in
Sicilia?
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   GIUSEPPE ARLACCHI. L'ufficio di presidenza sarebbe stato
sede più adatta a discutere di questo. Comunque, nel programma
è prevista una serie di incontri con i rappresentanti di tutti
e tre i corpi delle forze dell'ordine. Per quanto riguarda la
provincia di Caltanissetta, ci rechiamo a Gela e a Niscemi e
in tutti e due i posti sono previsti incontri con gli stessi
esponenti delle forze dell'ordine per parlare più o meno delle
stesse cose, ma in un diverso paese. Avrei preferito ridurre
il numero degli incontri con le forze dell'ordine per dare
maggiore spazio alle associazioni della società civile che in
quelle località sono particolarmente rappresentative.
Altrimenti è notevole il rischio di ripetere una formula di
sopralluogo poco produttiva.
   Proporrei quindi di ridurre gli incontri con gli esponenti
delle forze dell'ordine limitandoli a quelli che in loco
hanno effettuato le indagini più importanti, riempiendo gli
spazi rimasti vuoti con incontri con rappresentanti di
associazioni della società civile che possano offrirci una
visione più ampia della società locale.
  PRESIDENTE. Un'associazione anti-racket esiste
soltanto a Gela; dove non c'era, come a Niscemi, ho proposto
incontri con le associazioni sindacali. Per quanto riguarda le
forze dell'ordine, è ovvio che in uno stesso incontro
affronteremo i problemi riguardanti entrambi i comuni.
Ribadisco che dove non sono previsti incontri con associazioni
anti-racket è perché, secondo quanto risulta dalle
ricerche condotte interpellando soprattutto i sindaci, non
esistono.
  GIACOMO GARRA. Tenete presente che gli organismi di
polizia giudiziaria, la Guardia di finanza, l'Arma dei
carabinieri, la polizia di Stato non gravitano su Gela, ma su
Caltagirone che è sede del tribunale.
  GIUSEPPE ARLACCHI. Incontrando il comandante del gruppo
provinciale dei carabinieri di Palermo e il comandante della
compagnia di Monreale, ascoltiamo due ufficiali dello stesso
corpo. Probabilmente è sufficiente incontrarne uno solo poiché
nei corpi di polizia c'è una gerarchia e le informazioni
rilevanti procedono verso l'alto.
   A Corleone ci sono diverse associazioni; ne ricordo una in
particolare, "Città nuova", molto attiva in campo culturale,
che ha sempre sostenuto le iniziative antimafia: sarebbe molto
utile incontrarne i rappresentanti. Anche a San Giuseppe Jato
penso ci siano associazioni di base in grado di fornirci una
visione diversa rispetto al quadro fornito dalle forze
dell'ordine.
  PRESIDENTE. Avevamo pensato soprattutto alle
associazioni anti-racket, ma non ci sono problemi a
prendere contatti con altre associazioni.
  LUCIANO VIOLANTE. Il programma è molto intenso, credo
quindi che sarà necessario un grande impegno. E' difficile far
tutto, per cui la Commissione valuterà sul posto il da farsi.
A Gela, se ricordo bene, operano diverse associazioni per
effetto di una convenzione stipulata tra il Ministero di
grazia e giustizia e, appunto, alcune associazioni locali, con
particolare riguardo alla questione minorile (se non erro, si
trattava di un'iniziativa collegata all'applicazione della
legge n. 216). Non so se queste associazioni esistano ancora
oggi. Tra l'altro, in quella zona si sono registrati
gravissimi problemi legati all'apertura di quattro centri ed
alla successiva chiusura di due di essi, credo per fatti di
violenza. Se il presidente e i colleghi riterranno di farlo,
li invito a valutare l'opportunità, anche nell'ipotesi in cui
la delegazione della Commissione non avesse tempo per
incontrare i rappresentanti di queste associazioni, di
promuovere un intervento particolare per fare in modo che
queste ultime non si sentano in qualche modo accantonate. Va
considerato, infatti, che i soggetti delle associazioni
antiracket in qualche modo sono - diciamo così - inseriti
(commercianti eccetera), a differenza di quelli appartenenti
alle altre associazioni, che potrebbero sentirsi
discriminati.
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   FRANCESCA SCOPELLITI. Condivido l'obiezione sollevata
dall'onorevole Arlacchi con riferimento agli incontri
programmati con le stesse persone sia a Gela sia a Niscemi.
Tuttavia, osservando nel programma i tempi nei quali
dovrebbero essere svolte le audizioni, penso che sarebbe
opportuno programmare gli incontri in maniera tale che siano
collocati per metà al mattino e, per la restante metà, al
pomeriggio, in modo che in ciascuna audizione si possano
affrontare i problemi sia di Gela sia di Niscemi. Condivido
anche la proposta dell'onorevole Violante di ascoltare i
rappresentanti delle associazioni alle quali egli ha fatto
riferimento.
  PRESIDENTE. Vorrei solo precisare che gli orari indicati
nella bozza di programma sono meramente indicativi.
  GIANVITTORIO CAMPUS. L'esigenza di razionalizzare gli
incontri è indubbiamente fondamentale. Non va trascurato
comunque un aspetto importante: se è vero, come è vero, che la
presenza della Commissione antimafia in Sicilia rappresenta un
segnale forte, credo che tale segnale debba essere rivolto
anche a coloro i quali combattono in trincea. In sostanza, non
prevedere nel programma audizioni ed incontri con chi in
quella realtà combatte sul campo potrebbe costituire un
errore. Penso, in particolare, che la mancata previsione di
incontri con i rappresentanti della Chiesa, che in questo
momento sono sottoposti in moltissime sedi a pressioni,
minacce ed intimidazioni, rappresenti un mero atto di
dimenticanza, trattandosi di un'esigenza che considero
fondamentale.
  NICOLA MANCINO. Considero utili ed opportuni i previsti
incontri con le rappresentanze sindacali. Va evitata comunque
la ripetitività che potrebbe derivare dall'ascoltare
rappresentanti sindacali di comuni diversi ma, tutto sommato,
operanti nella stessa realtà. Prevedere, inoltre, un'audizione
congiunta di CGIL, CISL, UIL e SIULP...
  PRESIDENTE. I rappresentanti del SIULP saranno ascoltati
a parte.
  NICOLA MANCINO. Il SIULP ha problemi specifici di
tutela, di protezione ma anche di rivendicazione. In quelle
zone, infatti, i poliziotti sono sottoposti ad un lavoro
stressante.
   Come ha già anticipato l'onorevole Bonsanti, sarebbe
opportuno prevedere un incontro con i rappresentanti delle
curie e delle parrocchie. Se si pensa al messaggio che per ben
tre volte consecutive nello spazio di un anno è stato lanciato
dal Papa in Sicilia, si può facilmente comprendere come esso
mobiliti una sfera spirituale che può essere molto utile ai
fini conoscitivi.
   Infine, non trascurerei le pro loco anche perché,
non essendo previsti dal programma incontri con i
rappresentanti dei centri culturali - che naturalmente a Roma
non si conoscono - ritengo che con l'aiuto della prefettura e
dei sindaci dei capoluoghi di provincia si possa venire a
sapere quante di queste associazioni presenti sul territorio
possono concorrere a fornire alla Commissione un contributo di
conoscenza.
  RENATO MEDURI. Dalla bozza di programma relativa al
sopralluogo in Sicilia apprendo che saranno ascoltati i
rappresentanti dei sindacati CGIL, CISL e UIL. Poiché penso
sia giusto incontrare tutti i sindacati, chiedo che vengano
ascoltati anche i rappresentanti della CISNAL e dei sindacati
autonomi che operano su quella parte del territorio
nazionale.
  PRESIDENTE. Non ho niente in contrario alla sua
richiesta, senatore Meduri. Vorrei tuttavia precisare che i
sindacati CGIL, CISL e UIL avevano chiesto di essere ascoltati
indipendentemente dai nostri contatti. Nel programma sono
stati ricompresi anche incontri con i soggetti che ne abbiano
fatto richiesta.
  MAURIZIO BERTUCCI. Mi compiaccio per lo spirito di
collaborazione che si sta registrando oggi con riferimento
alla programmazione del sopralluogo in Sicilia e mi auguro che
da oggi questo spirito si rafforzi per far sì che il lavoro
della Commissione cominci effettivamente a decollare.
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  Condivido una delle osservazioni svolte in precedenza
dalla collega Bonsanti: in particolare, penso che la
partecipazione alle missioni della Commissione antimafia debba
essere estesa, al di là dell'ufficio di presidenza, a chiunque
dei commissari lo ritenga opportuno.
  PRESIDENTE. Ricordo che i capigruppo erano stati
incaricati di indicare i nominativi dei commissari che
intendessero partecipare al sopralluogo. Pertanto, la
partecipazione non è stata limitata ai membri dell'ufficio di
presidenza. In particolare, si era convenuto indicativamente
di designare un rappresentante per ciascun gruppo, dal momento
che un numero troppo elevato di partecipanti renderebbe troppo
difficoltosa l'organizzazione.
  ANTONIO BARGONE. La nostra proposta è di non considerare
rigido il criterio da lei indicato e di orientarsi rispetto a
questo aspetto nello stesso modo seguito fino ad oggi. In
realtà, ai sopralluoghi partecipa chi intende farlo.
  PRESIDENTE. Non c'è dubbio.
  ANTONIO BARGONE. L'esperienza, tra l'altro, ci insegna
che la partecipazione dei commissari è sempre piuttosto
ridotta e che non si corre il rischio di formare delegazioni
molto consistenti. Se in questa materia si adotta un criterio
meno rigido, daremo probabilmente la possibilità a più
commissari di partecipare ai sopralluoghi, evitando il rischio
paradossale che qualcuno dei membri di questa Commissione non
partecipi ad alcun sopralluogo, prospettiva che considero
francamente inopportuna. In definitiva, chiedo che il criterio
da lei indicato venga reso più elastico, in maniera tale che
si possa determinare una partecipazione sulla base delle
adesioni provenienti da chiunque sia interessato, senza per
questo arrivare a formare delegazioni costituite da un numero
esorbitante di componenti.
  PRESIDENTE. Fino ad oggi per il sopralluogo in Sicilia
sono pervenute 13 adesioni.
  MICHELE FLORINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei
lavori.
  PRESIDENTE. Prego, senatore Florino.
  MICHELE FLORINO. Presidente, le sarei grato se, subito
dopo lo svolgimento della missione in Sicilia, prendesse in
considerazione la proposta, più volte avanzata dal mio gruppo,
di ascoltare il pentito Carmine Alfieri.
  PRESIDENTE. Prendo atto della sua richiesta, senatore
Florino, che è già agli atti del competente gruppo di lavoro.
Naturalmente ne dovremo discutere.
   La seduta termina alle 14,30.

 


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