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Giannone, Pietro

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Pietro GiannonePietro Giannone, storico e pensatore politico, nacque a Ischitella in provincia di Foggia il 7 maggio 1676 da una famiglia di avvocati. All'età di diciotto anni fu mandato a Napoli a studiare giurisprudenza, ma non trascurò gli studi filosofici e storico-letterari, appassionandosi a Lucrezio, Cartesio e Malebranche.

Laureatosi nel 1698, si dedicò con successo alla professione forense e, a causa delle questioni aperte tra Stato e Chiesa, approfondì tali argomenti che da lì a poco avrebbero ispirato l'opera che gli diede fama, l'Istoria civile del Regno di Napoli, a cui lavorò per vent'anni e che pubblicò nel 1723 dedicandola all'imperatore di Napoli. L'opera, fortemente anticurialista, suscitò le ire del Papato, per cui l'arcivescovo di Napoli lo scomunicò e pose il libro all'Indice dei Libri proibiti.

Giannone si vide costretto a lasciare Napoli, e si recò a Vienna mettendosi sotto la protezione dell'imperatore Carlo VI, che era allora anche re di Napoli e di Sicilia; questi gli concesse in appannaggio una pensione annua per proseguire nei suoi studi storici.

Tra il 1723 e il 1734, pur continuando il lavoro forense, compose alcuni trattatelli polemici che chiarivano e ampliavano le idee già espresse nell'Istoria, e che confluirono nella Apologia della Istoria civile del Regno di Napoli, pubblicata postuma.

Perduta la pensione in seguito all'avvento al trono di Carlo di Borbone, fu costretto a lasciare Vienna, per recarsi a Venezia, dove proseguì la stesura della sua seconda opera importante iniziata a Vienna, Il Triregno; fu però cacciato da Venezia e nel 1735 si rifugiò a Ginevra.

L'anno successivo fu attirato con un tranello in Savoia, venne catturato per esser imprigionato a Miolans; qui scrisse un'autobiografia (Vita scritta da lui medesimo) pubblicata postuma dopo essere rimasta a lungo manoscritta. Si tratta di opera di notevole interesse non solo per la ricostruzione delle vicende biografiche e del percorso intellettuale dell'autore, ma anche dell'ambiente nel quale si trovò ad agire. Durante la prigionia scrisse anche alcune opere storiche minori.

Successivamente venne trasferito prima a Ceva, poi nella cittadella di Torino, dove rimase prigioniero per 12 anni; né gli portò alcun beneficio il fatto che avesse firmato un'abiuria, per cui morì in prigione sotto continui maltrattamenti e privazioni il 17 marzo 1748 all'età di 72 anni.

Giannone è uno dei rappresentanti di quella corrente giusnaturalistica napoletana che si ispirava a Machiavelli e Sarpi, e che intendeva difendere l'autonomia e la laicità dello Stato dalle ingerenze della Chiesa; non per nulla essa veniva definita giannonismo, sinonimo di giusnaturalismo meridionale. Il suo pensiero è chiaramente espresso nella Istoria, nella quale l'esame della storia del Mezzogiorno lo porta a concludere che lo stato di arretratezza della regione è da far risalire ad eccessiva ingerenza della Chiesa in problemi e situazioni che competono solo alla Stato; per cui, come il sovrano deve sottomettersi al capo religioso solo per ciò che attiene alle faccende dello spirito, così il capo religioso deve accettare la guida del sovrano nelle faccende umane e politiche. Di qui l'abolizione dei privilegi ecclesiastici e la confisca dei beni della Chiesa.

L'opera, tradotta nel XVIII sec. in inglese, francese e tedesco, ebbe vasto successo in Europa, tanto da suscitare l'entusiasmo di Montesquieu, che sosteneva come occorresse fare una storia civile del regno di Francia come Giannone aveva fatto la storia del regno civile di Napoli.

Anche l'altra opera, Il Triregno, è in polemica con la Curia; diviso in tre parti (I, Del regno terrestre; II, Del regno celeste; III, Del regno papale), si oppone ai dogmi cattolici e vede la religione in evoluzione nella storia: il regno terrestre è il momento degli Ebrei, il regno celeste è il momento di Cristo e del cristianesimo, il regno papale è il momento del domino della Chiesa, che stringe il corpo e l'anima dei sudditi in catene. Pertanto, perché si possa giungere ad un esercizio laico del potere è necessario abolire la gerarchia ecclesiastica e il papato, e sequestrarne i beni.

Il pensiero di Giannone, stimolato dalle idee dell'Illuminismo, interpretava le esigenze di una borghesia meridionale colta e di gran parte dell'intellettualità europea del Settecento, sensibile alle istanze laiche della moderna borghesia.

Opere:

  • Istoria civile del Regno di Napoli
  • Apologia della Istoria civile del Regno di Napoli
  • Il Triregno
  • Vita scritta da lui medesimo

Bibliografia:

  • P. Giannone, Stato e Chiesa, antologia a cura di N. NICOLINI, Bologna 1937.
  • P. Giannone, Opere, a cura di S. BERTELLI-G. RECUPERATI, Torino 1972.
  • P. Giannone, Il Triregno. Scelta, a cura di G. RECUPERATI, Torino 1977.
  • P. Giannone, Vita, a cura di S. BERTELLI, Torino 1977.
  • P. Giannone, Istoria civile del Regno di Napoli, a cura di S. BERTELLI, Torino 1978.
  • B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Bari 1925.
  • G. De Ruggero, Il pensiero politico meridionale nei secoli XVIII e XIX, Bari 1946.
  • C. Caristia, Pietro Giannone giureconsulto e politico. Contributo alla storia del giusnaturalismo italiano, Milano 1947.
  • A. Omodeo, Il “Triregno” di Pietro Giannone, in Il senso della storia, Torino 1948.
  • L. Marini, Pietro Giannone e il giannonismo a Napoli nel Settecento, Bari 1950.
  • B. Vigezzi, Pietro Giannone riformatore e storico, Milano 1961.
  • S. Bertelli, Giannoniana, Milano-Napoli 1968.
  • G. Recuperati, Giannone e il giannonismo, Firenze 1968.
  • G. Recuperati, L'esperienza civile e religiosa di P.Giannone, Milano-Napoli 1970.

Fonti:

  • Enciclopedia Filosofica. Vol. II, Centro di Studi Filosofici di Gallarate. – Firenze, Sansoni, 1957.
  • Grande Dizionario Enciclopedico UTET, Vol. IX, Pietro Fedele. – Torino, UTET, 1988.

Note biografiche a cura di Valentina Carroccio e Paolo Alberti.


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titolo: Triregno : scelta (Il)
e-text del: 29 luglio 2005
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