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Giuseppe Ferrari (Milano 1811 - Roma, 1876). Conclusi gli studi di giurisprudenza si dedicò alla filosofia pubblicando opere e commenti sul Vico. Per motivi politici fu costretto a lasciare l’Italia, trasferendosi in Francia, dal 1838 al 1859, dove maturò e definì il proprio pensiero filosofico e politico.
Libertà, uguaglianza sociale e democrazia rappresentano i suoi ideali che possono essere raggiunti solo attraverso "La Filosofia della Rivoluzione" che è metodo, programma e titolo della sua opera più importante.
In relazione ai rapporti tra Stato e Chiesa non condivise né le opinioni di Cavour né quelle di Mazzini. Auspicava, infatti, una completa indipendenza del nuovo Stato italiano da ogni legame religioso che considerava pericoloso per la democrazia e oscurantista. E' in questa ottica che vengono da lui tenute una serie di conferenze o "lezioni" sul pensiero di Pietro Giannone. Raccolte, esse daranno origine all'interessante volume: "La Mente di Pietro Giannone".
Al suo rientro in Italia, avvenuto nel 1859 dopo l'esilio, il Ferrari verrà eletto deputato al Parlamento ottenendo ampi riconoscimenti per le sue attività scientifiche e conseguendo la neo costituita cattedra universitaria di Filosofia delle storia.
Note biografiche a cura di Roberto Derossi.
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