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Favaro, Antonio

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Antonio FavaroNacque a Padova il 21 maggio 1847. Il padre Giuseppe Favaro era un matematico, e la madre Caterina Turri apparteneva a una nobile famiglia del Polesine.

Si laureò in matematica all'università di Padova nel 1866 e in ingegneria alla Scuola di Applicazione di Torino nel 1869. Subito dopo, nel 1870, divenne assistente di Domenico Turazza all'università di Padova; nel 1872 vi fu nominato professore di statica grafica, e nei decenni successivi vi insegnò anche analisi matematica, geometria proiettiva, calcolo infinitesimale e soprattutto, dal 1879, storia delle matematiche, che divenne il campo in cui doveva portare i contributi più importanti.

Sposò Giuseppina, figlia del Turazza, da cui ebbe un figlio, Giuseppe, anatomista e anch'egli storico della scienza. Fu socio di varie società scientifiche e accademie, tra cui, fin dal 1870, l'Istituto Veneto di lettere, Scienze ed arti e, solo dal 1918 e unicamente come socio corrispondente, l'Accademia dei Lincei.

Dopo un iniziale interesse per l'ingegneria civile e la sismologia, rivolse la sua attenzione alla storia della matematica, e si dedicò in pratica a questa disciplina per il resto della sua vita. Baldassarre Boncompagni Ludovisi, fondatore e direttore del "Bollettino di Bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche", una delle prime riviste dedicate alla storia della scienza, esercitò grande influenza sul Favaro in questo senso. Su questa rivista Favaro pubblicò numerosi articoli di grande importanza. Collaborò anche con altre riviste importanti: partecipò alla fondazione di "Isis" e suoi articoli furono pubblicati su "Scientia", "Emporium" e "Coenobium". Collaborò anche con importanti quotidiani, tra i quali spicca "Il Giornale d'Italia", perché tenne sempre in grande considerazione il momento di divulgazione della sua intensa attività di ricercatore. Favaro iniziò queste sue ricerche con la storia dell'università di Padova, e in particolare della sua facoltà di matematica; a partire dal 1880 circa, dedicò il suo tempo e il suo impegno a Galileo e su di lui pubblicò diverse opere, tra cui Galileo Galilei e lo Studio di Padova (1883).

Colpito dalle carenze delle edizioni esistenti degli scritti di Galileo e in particolare di quella curata pochi decenni prima da Eugenio Albèri (1842-1856), viziata da numerosi errori e omissioni, Favaro propose la realizzazione di una nuova edizione nazionale delle sue opere. La proposta fu approvata dal ministero dell'Istruzione nel 1887; Favaro ne divenne curatore, e si avvalse della collaborazione di Isidoro Del Lungo e Umberto Marchesini. Il primo volume fu pubblicato nel 1890; il lavoro andò avanti per circa vent'anni; il ventesimo e ultimo volume fu pubblicato nel 1909. Il lavoro si ispirò al criterio di raccogliere e riprodurre nel modo più completo, fedele e accurato possibile tutti gli scritti di Galileo, che furono presentati in ordine rigorosamente cronologico; furono inclusi anche scritti di altri autori contemporanei a Galileo (allievi, corrispondenti, oppositori, ecc.) che ebbero legami con lui. Ricca anche la sezione di reperti d'archivio, che documentano accuratamente il contesto storico e culturale. Tale sezione è resa estremamente interessante dal fatto che Favaro ebbe l'opportunità di accedere agli archivi Vaticani e di consultare i documenti riguardanti il processo intentato dall'Inquisizione a Galileo; gli atti di questo processo sono inclusi nell'edizione nazionale. Nonostante la sua grande importanza, accuratezza e qualità, l'opera venne stampata in solo 500 copie fuori commercio ed ebbe quindi diffusione forzatamente limitata. Una seconda edizione rivista fu pubblicata a partire dal 1929, e la ristampa di quest'ultima è del 1964. Numerose sono anche le ulteriori pubblicazioni di argomento galileiano: Bibliografia galileiana (1568-1895) (1896, in collaborazione con Alarico Carli), Amici e corrispondenti di Galileo (41 volumi, 1894-1919), Oppositori di Galileo (6 volumi, 1892-1921), Scampoli galileiani (24 serie, 1886-1914), Adversaria galilaeiana (7 volumi, 1916-1923).

Favaro avrebbe voluto fondare su questa gigantesca raccolta di materiali su Galileo la base per redarre la biografia scientifica del grande scienziato; tuttavia egli non arrivò mai a scrivere quest'opera (solo una breve versione di taglio divulgativo fu pubblicata nel 1910). Nella fase conclusiva dei suoi studi galileliani Favaro iniziò ad interessarsi a un altro grande ingegno italiano, Leonardo da Vinci; nel 1918 entrò a far parte della commissione che doveva curare la pubblicazione dell'edizione nazionale delle opere di Leonardo, e, insieme a Enrico Carusi, curò la pubblicazione di Del moto e misura dell'acqua (1923). Tra le sue ultime opere vi fu anche il Saggio di bibliografia dello Studio di Padova, 1500-1920, pubblicato nel 1922, in occasione del settimo centenario dalla fondazione dell'università di Padova. Morì a Padova il 30 settembre 1922 e con lui scompariva, dopo Paul Tannery e Pierre Duhem, uno dei più importanti storici della scienza

Favaro subì l'influenza dal clima culturale instaurato dal positivismo; cercò di essere sempre fedele ai principi di rigore filologico e di assoluta aderenza ai documenti originali; l'obbiettivo era una ricostruzione dei fatti del passato attendibile, completa e oggettiva. Grande attenzione dedicò agli aspetti biografici dei personaggi e alla storia delle istituzioni accademiche. Carente risulta invece nella ricostruzione dell'evoluzione delle idee scientifiche o nel tentativo di dare interpretazioni. L'ampiezza e la qualità della sua opera di ricostruzione documentaria costituiscono in ogni caso il contributo di gran lunga più importante alla comprensione dell'opera di Galileo e dell'ambiente nel quale quest'opera si sviluppò.

Bibliografia

  • Bucciantini Massimo, Favaro, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 45, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995, pp. 441-445.
  • Castagnetti Giuseppe - Camerota Michele, Antonio Favaro and the Edizione Nazionale of Galileo's Works, in Jürgen Renn (a cura di), Galileo in Context, Cambridge-New York, Cambridge University Press, 2001. pag. 357-361.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti


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titolo: Archimede
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titolo: Galileo Galilei
e-text del: 11 dicembre 2006
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Nel testo da cui è tratta questa edizione elettronica, il capitolo "IX" figura come capitolo "XI"; nell'indice dell'edizione nazionale delle opere di Galileo, riportato al termine del testo, il volume terzo, parte prima, figura come pubblicato nel 1907, e il volume decimo nel 1920. Trattandosi di evidenti errori dell'edizione cartacea, essi sono stati corretti.


titolo: Per la edizione nazionale delle opere di Galileo Galilei. Esposizione e disegno
e-text del: 24 settembre 2008
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L'originale è presente in formato immagine nel sito della Bibliotèque Nationale de France (http://gallica.bnf.frlink esterno) al numero N0094892.


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