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Nato a Milano nel 1851, Emilio De Marchi concluse gli studi nella sua città natale laureandosi in lettere nel 1874 e dedicandosi all'insegnamento presso l'Accademia Scientifica e Letteraria.
Accanto alla docenza presso l'Accademia, De Marchi si impegnò in numerose iniziative benefiche, volte alla diffusione dell'educazione presso i ceti popolari.
Va ricordata anche la pubblicazione di alcune antologie per la gioventù ad uso didattico e la cura della collana "La buona parola" per l'editore Vallardi.
La sua attività di narratore lo vide misurarsi con gli Scapigliati, che dominavano l'ambiente letterario milanese della seconda metà dell'Ottocento, distaccandosi però quasi subito dal loro stile per trovare una via personale alla scrittura, di impostazione chiaramente naturalista. Il suo romanzo più importante è Demetrio Pianelli (1890); sua prosecuzione tematica e narrativa è Arabella (1893).
Da un suo romanzo pubblicato su rivista e poi ripudiato, Redivivo (1909 postumo), Pirandello trasse la vicenda narrata in Il fu Mattia Pascal. Oltre a raccolte di racconti e poesie, De Marchi fu autore anche di testi teatrali e opere di critica letteraria.
Morì a Milano nel 1901.
Note biografiche a cura di Daniela Gangale.
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