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Paolo Costa nacque a Ravenna nel 1771. Trasferitosi a Padova per motivi di studio, seguì le lezioni di Melchiorre Cesarotti, divenendo amico di Foscolo; mantenne sempre saldi legami con la sua città natale, dove fu a capo del movimento giacobino. Durante il governo napoleonico ottenne la cattedra di filosofia presso il Liceo di Bologna. Nel 1822 fondò una scuola privata che diresse fino al 1831, anno in cui fu costretto a rifugiarsi a Corfù, sospettato di attività cospirativa. Nel 1832 ebbe il permesso di rientrare a Bologna con l'obbligo di soggiornare nella sua villa.
Tra le numerose opere scritte da Costa si ricordano: il trattato Della elocuzione e i quattro sermoni Dell'arte poetica, attraverso i quali chiarì la sua posizione di classicista, rifiutando ogni intransigenza; un commento alla Commedia dantesca, curato insieme a Marchetti e corredato da una Vita di Dante, che ebbe notevole fortuna tanto da essere inserita anche in altri commenti; un Dizionario della lingua italiana in cui viene dato notevole spazio al lessico scientifico e artistico. Costa fu autore inoltre di testi teatrali, di liriche e traduzioni dalle lingue classiche.
Morì a Bologna nel 1836.
Note biografiche a cura di Daniela Gangale.
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