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Domenico Ciampoli (Atessa, 23 agosto 1852 - Roma, 21 marzo 1929) è stato uno scrittore, bibliotecario e slavista italiano.
Fece i primi studi ad Atessa, poi a Vasto e a Lanciano, concludendo il liceo a L'Aquila. Laureatosi in Lettere all'Università di Napoli, dal 1881 insegnò in diversi licei finché, trasferitosi a Roma e ottenuta la libera docenza in Italiano e Letterature slave, dal 1884 insegnò nell'Università di Sassari e dal 1887 al 1891 in quella di Catania.
Intanto aveva scritto diverse raccolte di novelle popolari d'impronta verista: Fiori di monte (1878), Fiabe abruzzesi (1880), Racconti abruzzesi (1880), Trecce nere (1882), Cicuta (1884), Fra le selve (1891), alle quali seguirono, dal 1884 al 1897, cinque romanzi influenzati dal D'Annunzio: Diana, Roccamarina, Il Pinturicchio, L'invisibile e Il Barone di S. Giorgio, privi di valore artistico.
Oltre a curare diverse traduzioni di canti epici e popolari slavi e di racconti e romanzi di classici russi dell'Ottocento, nel 1891 pubblicò gli Studi letterari e le Letterature slave, nel 1896 una ricerca erudita sull'opera poetica dell'Aleardi, Plagi aleardiani, e nel 1904 i Saggi critici di letterature straniere.
Nel 1892 lasciò l'insegnamento per passare alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma e poi alla Marciana di Venezia. Dal 1899 diresse diverse Biblioteche italiane: la Biblioteca Universitaria di Sassari, ancora la Biblioteca Nazionale di Roma, poi dal 1907 la Biblioteca Casanatense, la Biblioteca Lancisiana, l'Angelica e infine, dal 1918 ancora la Lancisiana: quest'attività gli consentì di studiare, tradurre e pubblicare diversi codici.
Pensionato nel 1923, morì a Roma nel 1929.
Note biografiche tratte da WikiPedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Domenico_Ciampoli
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