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Nato a Firenze il 3 novembre del 1500, Benvenuto Cellini iniziò l'usuale apprendistato presso diversi maestri orafi quando aveva appena tredici anni, rivelando da subito originalità, inventiva ed una personalità particolarmente rissosa.
Furono proprio le intemperanze del suo carattere che nel 1516
lo portarono al confino di sei mesi a Siena e nel 1523, sempre
a causa di una rissa, al definitivo (e forzato) abbandono di Firenze
per Roma.
A Roma riuscì a frequentare le botteghe dei più noti maestri orafi della città e, una volta in proprio, ad accattivarsi le simpatie di papa Clemente VII, per il quale portò a termine numerosi lavori. Nel 1527, l'anno del sacco di Roma, si vantò di aver preso parte in maniera attiva alla difesa della città riuscendo ad uccidere il conestabile Carlo di Borbone e a ferire il principe d'Orange con un solo colpo di archibugio.
Ma il favore di cui godeva, specialmente presso la corte papale,
s'indebolì sotto i colpi del suo mai sopito carattere iroso e dell'ascesa al trono pontificio di Paolo III il quale, in seguito alle calunnie degli avversari del Cellini ed all'accusa di essere l'autore di due omicidi che pendeva sul suo capo, nel 1538 lo fece arrestare e rinchiudere a Castel Sant'Angelo.
Riuscito avventurosamente ad evadere, venne ripreso nel 1539 e liberato definitivamente l'anno dopo per intercessione di Ippolito II d'Este. Il Cellini decise così di stabilirsi in Francia, presso la corte di Francesco I, per il quale portò a termine diverse opere, tra le quali molte furono di scultura. Nel 1545 fu di nuovo a Firenze, dove il duca Cosimo I de' Medici lo incaricò di scolpire il Perseo, completato nel 1549.
Anche nella sua città natale, però, il Cellini continuò ad essere perseguitato dalle malelingue e, non ulteriormente accettato alla corte del duca, si ritrovò a vivere in miseria gli ultimi suoi anni, durante i quali scrisse i Trattati della oreficeria e della scultura (1565-'67) e dettò la Vita (1558-'66), nella quale descriveva, in modo per la verità non totalmente aderente ai fatti ma conforme a molte altri scritti biografici dell'epoca, gli avvenimenti della sua esistenza fino al 1562.
Morì a Firenze il 13 febbraio 1571.
Note biografiche a cura di Maria Agostinelli.
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