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Giambattista Casti nacque ad Acquapendente (VT) nel 1724. Di famiglia abbastanza agiata, compì gli studi nel seminario di Montefiascone (VT) dove a sedici anni, avuti gli ordini sacri, era già insegnante di Retorica.
Si trasferì a Roma, attratto dai salotti letterari e dalla vita mondana ed entrò a far parte dell'Accademia degli Arcadi. In questo periodo compose una raccolta di sonetti in chiave prevalentemente umoristica intitolata "Tre giulii".
Nel 1764, allontanato da Roma per la spregiudicatezza dei suoi costumi, fu accolto a Firenze dal granduca Leopoldo che lo nominò poeta di Corte. Risalgono in gran parte a questo periodo il suo "Poesie liriche".
Nel 1770 si recò a Vienna su invito di Giuseppe II e vi rimase fino al 1796, pervenendo alla carica di poeta cesareo. Compose in questo periodo le "Novelle galanti", racconti in versi di argomento amoroso, e alcuni melodrammi giocosi (Cublai, Gran Can de' Tartari).
Negli stessi anni fece molti viaggi soggiornando a Pietroburgo presso Caterina II e a Costantinopoli, a seguito dei quali scrisse alcune delle sue opere maggiori: il "Poema tartaro", opera satirica che con trasparente allegoria metteva in ridicolo Caterina e la sua Corte, e la "Relazione di un viaggio in Costantinopoli".
Nel 1798 si trasferì a Parigi, restandovi fino alla morte. Nel 1802 uscì "Gli animali parlanti" nel quale attaccò con pungente ironia, la demagogia della Francia rivoluzionaria e consolare.
Si spense a Parigi nel 1803.
Note biografiche a cura della redazione di Liber Liber.
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