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Cesare Cantù nacque a Brivio (Como) nel 1804. Anti-austriaco, subì un anno di carcere tra il 1833 e il 1834.
In seguito abbracciò la tesi neoguelfa secondo la quale né la tradizione cattolica, né i principi dell'illuminismo e della rivoluzione francese, potevano costituire il fattore risolutivo del processo di unificazione, e che esisteva una filosofia politica italiana originale dalla quale attingere i principi chiave per far nascere l'Italia.
In un secondo momento il Cantù rinnegò tali tesi e nel 1848 si trasformò in un vero e proprio anti-liberale e filoclericale.
Padre fondatore dell'«Archivio storico lombardo» ci ha lasciato un numero imponente di opere. Tre le altre, un romanzo storico, Margherita Pusterla del 1838, che lo rese famoso e fu tradotto in più lingue, e Racconti brianzoli (o Novelle brianzole) del 1833. Sue anche una serie di opere a carattere erudito come gli Edifizii di Milano, La Lombardia nel sec. XVII del 1854, Storia della letteratura italiana del 1865, Il Conciliatore e i carbonari del 1878 e Storia universale che ampliò nel 1883-1890, raggiungendo i 52 volumi. Cantù morì a Milano nel 1895.
Note biografiche a cura di Michela Pisu.
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