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Bruno, Giordano

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Giordano Bruno"D'ogni legge nemico e d'ogni fede": durante un gioco di società il giovane Giordano Bruno ricevette in sorte questo verso dell'Ariosto come previsione di un'avventura intellettuale che fece della sua vita il simbolo della critica ad ogni istituzione, della battaglia per la libertà di pensiero.

Narra la leggenda che lo stesso filosofo amasse ricordare l'evento compiacendosi per la veridicità della profezia.

Giordano Bruno nacque nel 1548 a Nola, in Campania, da una famiglia di modeste condizioni. Il padre, Giovanni, era un militare di professione e la madre, Fraulissa Savolino apparteneva ad una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Gli fu imposto il nome di battesimo di Filippo. Compiuti i primi studi nella città natale, da lui molto amata e spesso ricordata anche nei lavori della maturità, nel 1562 si trasferì a Napoli dove frequentò gli studi superiori e seguì lezioni private e pubbliche di dialettica, logica e mnemotecnica presso l'Università.

Entrò giovanissimo nell'ordine dei domenicani (1565) all'interno del quale si distinse subito per la spregiudicatezza intellettuale, attirando su di sé il sospetto di eresia. Riuscì comunque, nel 1572, a divenire lettore di teologia. Nello stesso periodo, andava approfondendo i suoi studi di filosofia e religione: dopo essere divenuto un profondo conoscitore dell'aristotelismo scolastico, si rivolse a quello "scientifico" dei grandi commentari arabi, soprattutto quelli di Averroé, che lo avevano lasciato del tutto insoddisfatto. Ne nacque una profonda avversione per l'aristotelismo tutto, che, sul versante teologico, lo spinse a studiare i testi, allora proibiti, di Erasmo da Rotterdam e, su quello naturalistico, ad avvicinarsi alle tesi neoplatoniche di Marsilio Ficino.

Il suo rapporto con la religione era stato sin dall'inizio contrastato: insofferente alla crescente somma di miti e superstizioni che contaminavano la fede cristiana, egli vagheggiò a lungo un ritorno alla purezza del messaggio evangelico. Si dice che nella sua cella avesse eliminato ogni immagine di santi, ammettendo solo la presenza di un crocifisso.

Fu proprio questo suo atteggiamento a procurargli un processo per eresia, probabilmente causato dalla denuncia di un confratello, preoccupato per le letture tutt'altro che ortodosse del frate nolano: gli scritti del sensista Bernardino Telesio, quelli del mago Paracelso, i testi ermetici e quelli, ancor più empi, del materialista Lucrezio.

Temendo per la gravità delle accuse, Bruno lasciò il convento: fuggì prima a Roma e in altre città italiane, poi all'estero. Ginevra, Parigi, Oxford, Londra, Praga, Francoforte, Zurigo, lo accolsero nelle proprie università, nelle quali le lezioni infiammate di Bruno provocano aspre critiche e accesi entusiasmi.

Dopo aver pubblicato i suoi testi in latino - rivolti esclusivamente ai dotti - e i non meno importanti dialoghi italiani, Bruno commise l'imprudenza di recarsi a Venezia, dove fu prontamente arrestato dall'Inquisizione e inviato in carcere a Roma (1592). Di fronte al tribunale che istituì il celebre processo, difese appassionatamente la libertà del suo pensiero rispetto ad ogni verità rivelata. Affermò di non essersi mai espresso come teologo, ma "fondandomi solamente nelle raggioni filosofiche". Rifiutata sdegnosamente la richiesta di abiura, "stette nella sua maledetta ostinazione" sino al rogo, consumato in Piazza Campo de' Fiori, a Roma, il 17 febbraio 1600, di fronte ad una folla che lo vide "morire martire e volentieri".

Fra le opere più significative di Giordano Bruno ricordiamo "Le ombre delle idee" (1582), nella quale viene affermata l'assoluta corrispondenza tra le strutture del mondo sensibile e quelle del pensiero; i dialoghi italiani - "Della causa, principio et uno", "De l'infinito, universo e mondi", "Cena de le ceneri" - detti "metafisici" perché hanno per oggetto i principi che stanno alla base di tutte le conoscenze; i dialoghi morali - "Lo spaccio della bestia trionfante" (1584), "De gli eroici furori" (1585) - in cui Bruno contrappone alle religioni positive una sorta di religione della natura che vede nell' universo una manifestazione divina.

Note biografiche a cura di Maria Mataluno.


Se noti errori di qualsiasi tipo, per favore segnalaceli tramite la pagina "segnalazione degli errori".

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titolo: Cabala del cavallo pegaseo con l'aggiunta dell'Asino cillenico
e-text del: 19 agosto 2006
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titolo: Candelaio (Il)
e-text del: 23 giugno 2004
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titolo: Cena de le ceneri
e-text del: 3 giugno 2002
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Pubblicata in Inghilterra nel 1584, l'opera riflette lo scontro avuto da Bruno con degli aristotelici di Oxford a proposito della teoria copernicana, da questi considerata "magica" e da Bruno difesa con forza.

Il testo fa riferimento ad una cena, forse realmente avvenuta a Londra la sera delle Ceneri del 1584, a casa di Fulke Greville, scrittore e uomo politico, che aveva invitato Bruno a esporre la sue considerazioni sull'eliocentrismo.

In uno dei cinque dialoghi che compongono il testo, si racconta il viaggio notturno attraverso le vie di Londra compiuto da Bruno e da due suoi amici per raggiungere la casa di Greville. Il percorso è anche allegorico: le difficoltà incontrate, ad esempio il dover attraversare il Tamigi o lo scavalcare alte mura, rappresentano gli ostacoli da superare per raggiungere la conoscenza. Questa parte è inoltre palesemente strutturata secondo i procedimenti dell'arte della memoria (mnemotecnica), di cui Bruno era profondo conoscitore: memorizzare il percorso per le strade delle città, ad esempio, è un metodo per imprimere nella mente le "immagini archetipe" e l'"ordine cosmico". Secondo Frances Yeats, del resto, tutta l'opera di Bruno andrebbe letta alla luce della mnemotecnica.

Negli altri dialoghi (lo ricordiamo: sono cinque in totale) viene confutata la teoria tolemaica con argomentazioni di carattere astronomico e filosofico; viene inoltre proposta la visione (che semplificando si potrebbe definire "panteista") di un universo illimitato in cui infiniti sono i mondi abitati, una visione che sarà considerata eretica dall'Inquisizione durante il lungo processo subito da Bruno, e contribuirà a farlo condannare.

Bibliografia di riferimento:

  • Bruno, Giordano, Dialoghi italiani, Firenze, Sansoni, 1958
  • Enciclopedia garzanti della filosofia, Milano, Garzanti, 1985
  • Reale Giovanni, Antiseri Dario: Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, vol. 2., Brescia, La scuola, 1992
  • Yeats, Frances A., L'arte della memoria, Torino, Einaudi, 1972
  • Yeats, Frances A., Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Bari, Laterza, 1969

Note biografiche a cura di Laura Rinaldi e Giuseppe D'Emilio.


titolo: De gli Eroici furori
e-text del: 18 settembre 2006
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titolo: De la causa, principio et uno
e-text del: 13 maggio 2008
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titolo: De l'infinito, universo e mondi
e-text del: 31 ottobre 2006
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titolo: Spaccio de la bestia trionfante
e-text del: 3 giugno 2008
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