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Nato a Firenze nel 1503, Agnolo fu avviato fin da fanciullo alla scuola del Pontormo dove, alla rudezza del maestro, reagì con uno stile pittorico molto personale che iniziò in pratica il secondo manierismo fiorentino.
Alla bottega del Pontormo si occupò soprattutto di ritratti, caratterizzati da un modello di idealizzazione cortigiana del tempo, ma anche da un rigore psicologico del tutto inedito. Questa caratteristica lo portò nel 1539 ad avvicinarsi in prima persona alla corte medicea con l'incarico di allestire gli addobbi per le nozze di Cosimo I con la bella e ricca Eleonora da Toledo, figlia del viceré di Napoli.
Di lì a breve diventerà il ritrattista ufficiale di tutta la corte del Duca. Le sue immagini fresche, rassicuranti e vivaci rappresentavano perfettamente l'ideale politico di Cosimo, che intendeva mostrare ai sudditi più certezza rispetto all'inquietudine esistenziale che aveva fino ad allora caratterizzato il primo manierismo del Pontormo.
Fra le oltre duecento opere di quel periodo, ne emergono alcune di grande popolarità anche nei secoli a seguire, come i ritratti di Lucrezia e Bartolomeo Panciatichi e quello di Eleonora da Toledo, oggi conservati agli Uffizi; quello di Laura Battiferri, conservato in Palazzo Vecchio e il "Martirio di San Lorenzo", dell'omonima basilica fiorentina.
Il successo fiorentino di quegli anni lo indusse ad accettare brevi incarichi a Roma negli anni tra il 1546 e il 1548. In questo periodo Agnolo risentì moltissimo della mistica morale del tempo legata al clima di austerità precedente alla Controriforma.
Dopo una vita sull'onda del successo, Agnolo si spense nella sua Firenze, durante la primavera del 1572.
Note biografiche a cura di Giuseppe D'Emilio e Carmela D'Orazio.
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