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Beccaria, Cesare

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Cesare BeccariaCesare Beccaria nacque a Milano da una famiglia nobile nel 1738.

Dopo aver studiato a Parma presso i gesuiti ed essersi laureato in legge all'Università di Pavia, nel 1760 interruppe qualsiasi rapporto con i genitori e con il suo ceto, in parte perché nauseato dall'ambiente della nobiltà, in parte perché innamorato di Teresa Blasco, malvista dai genitori.

Si convertì all'Illuminismo e si avvicinò ai fratelli Verri.

Nel 1764, in seguito all'uscita del suo "Dei delitti e delle pene", si ritrovò al centro dell'interesse degli illuministi e delle polemiche reazionarie, sia di tipo religioso, sia di tipo morale. Per quell'epoca, "Dei delitti e delle pene" fu un opera di capitale importanza tanto da un punto di vista contenutistico quanto da un punto di vista formale, un'opera che al rigore logico univa il pathos umanitario e che avallava le esigenze dello stato illuminato.

Nel 1766 fu accolto con esultanza a Parigi, dove si era recato insieme con Alessandro Verri, ma non vi si trattenne a causa del suo carattere schivo e della preoccupazione che nutriva verso la giovane moglie Teresa, rimasta a Milano. Questo fatto causò la rottura dei suoi rapporti con i Verri.

Ripresi i suoi studi di letteratura e di economia, pubblicò con scarso successo il trattato "Ricerche intorno alla natura dello stile" (1770); nel 1768 il governo austriaco, nella volontà di controllare la cultura milanese, gli affidò una cattedra di economia pubblica e, nel 1771, un incarico amministrativo nel Magistrato camerale.

Morì a Milano nel 1794.

Note biografiche a cura di Maria Agostinelli.


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titolo: Dei delitti e delle pene
e-text del: 11 febbraio 2003
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note:

Partendo dal "contratto sociale" di J. J. Rousseau, Beccaria afferma la necessità che le leggi si conformino al minimo di severità necessaria ad ottenere lo scopo. Non punizione, ma autodifesa della società: di qui la condanna della tortura e della pena di morte. L'opera ebbe uno strepitoso successo di pubblico e fu immediatamente tradotta in molte lingue, ma fu anche messa nell'Indice dei libri proibiti dalla Chiesa nel 1766. All'opera si ispirò la riforma penale del Granducato di Toscana promulgata nel 1786 da Pietro Leopoldo.


titolo: Dei delitti e delle pene
e-text del: 31 dicembre 2005
leggi subito: PDF
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note:

Il testo è tratto dalla riproduzione in facsimile dell'edizione originale pubblicata anonima in Livorno nel 1764, per cura di Giuseppe Aubert, coi torchi della tipografia Coltellini.


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