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Beccari, Odoardo

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Odoardo BeccariOdoardo Beccari può essere considerato il più grande botanico italiano, dopo Filippo Parlatore, certamente il più importante per lo studio della flora malesiana.

Nacque a Firenze il 16 novembre 1843. Nel 1853 entrò nel collegio Ferdinando di Lucca dove le sue passioni naturalistiche vennero notate dal vice rettore Abate Ignazio Mezzetti e dal professore di botanica, Cesare Bicchi.

Presso l’Università di Pisa Beccari, ancora studente, divenne assistente del professore Pietro Savi, per poi laurearsi in Scienze Naturali presso l’Università di Bologna nel 1864. Conobbe il Marchese Giacomo Doria, appassionato di scienze naturali, fondatore del museo civico di Genova e grande mecenate, con cui organizzò una lunga esplorazione nel Regno di Sarawak (Borneo). Prima della partenza il Beccari si documentò con i materiali presenti presso l’erbario dei Kew ed il Museo Britannico a Londra; in questo periodo di studio conobbe William Hookers, Charles Darwin e James Brooke, Rajah del Sarawak.

Beccari partì il 4 Aprile del 1865 dal porto di Southampton per poi incontrare l’amico Doria ed il fratello Giovanni Battista Beccari (diretto in Giappone) ad Alessandria. Lungo il viaggio si fermò nello Sri Lanka, dove fece la sua prima raccolta di piante tropicali, quindi a Singapore fino ad arrivare a Kuching, capitale del Sarawak, il 19 giugno del 1865. Dopo una prima permaneza, come ospiti del Rajah James Brooke, i due esploratori si spostarono sul monte Mattang (Gunung Mattang) a circa 300 metri di altezza, cominciando da qui le loro collezioni. La salute di Doria cominciò a deteriorarsi e lo scienziato fu costretto a tornare in Italia nel marzo del 1866. Nel 1867 Beccari abbandonò il monte Mattang per recarsi nelle regioni interne del Sarawak. Questa spedizione fu particolarmente difficile; Beccari ebbe il primo attacco di malaria e i primi sintomi di elefantiasi. Tornato a Kuching intraprese il viaggio di ritorno, arrivando in Italia nel 1868.

Dopo il Borneo venne invitato in una spedizione italiana in Etiopia, con il Marchese Orazio Antinori ed il Professore Arturo Issel. Al suo ritorno a Firenze si preparò con il Conte Luigi Maria D’Albertis per una seconda spedizione, che durò quattro anni (1872-76). Dopo poco un anno da questa spedizione ci fu la terza ed ultima esplorazione del sud est asiatico, nella quale raggiunse l’Australia, la Nuova Guinea e la Tasmania e sulla via del ritorno effettuò una esplorazione nella regione centro occidentale dell’isola di Sumatra compiendo la scoperta che lo rese famoso, il colossale Amorphophallus titanus una infiorescenza di più di un metro e mezzo di altezza.

Al suo ritorno a Firenze il Beccari divenne direttore dell’erbario, con la volontà di portarlo al pari degli altri grandi erbari Europei. La sua determinazione entrò in conflitto con il corpo accademico; lo scienziato fu profondamente deluso quando le sue collezioni furono trasferite dai prestigiosi ambienti del Museo Botanico della Specola alla nuova sede nel Palazzo di piazza San Marco, e si dimise dall’incarico dopo soli tre mesi.

Con l’aiuto dell’amico Mercucci, nel 1869 iniziò la pubblicazione del «Nuovo Giornale Botanico Italiano» fondato nel 1844 da Filippo Parlatore ma interrotto nel 1852. Fondò la rivista «Malesia», la quale vide il taglio dei fondi già all’uscita del secondo volume. Grazie allo stanziamento del ministero della pubblica istruzione e con l’aiuto dei botanici inglesi, altri numeri vedranno la luce ma questo non basterà al completamento della collana. Su consiglio della Lady Margaret Brooke, moglie del famoso capitano inglese, il Beccari cominciò a scrivere un racconto di viaggio, Nelle foreste di Borneo; l’opera ebbe anche una versione inglese: Wanderings in the Great Forests of Borneo, divenendo l’unico best-seller scientifico italiano conosciuto all’estero. Poco prima di morire Beccari stava lavorando ad un secondo racconto di viaggio, pubblicato postumo come Nuova Guinea, Celebes e Molucche: diarii di viaggio ordinati dal figlio Nello Beccari.

Nel 1882 Beccari sposò Nella Goretti de Flamini, di nobile famiglia del Casentino. Ebbero quattro figli: Nello, Dino, Baccio e Renzo. Nella sua proprietà in Radda-Chianti iniziò la coltivazione delle prime varietà del famoso vino, tradizione che ancor oggi viene continuata dalla famiglia.

Morì a Firenze il 25 ottobre 1920.

Fonti:

  • R. E. G. Pichi Sermolli & C. G. G. J van Steenis, Dedication, Vol. 9 Flora Malesiana. 1979.
  • Odoardo Beccari, Nelle foreste di Borneo, viaggi e ricerche di un naturalista; Firenze, tipografia salvatore Landi, 1902.
  • Paolo Ciampi, Gli occhi di Salgari (avventure e scoperte di Odoardo Beccari viaggiatore fiorentino), Edizioni Polistampa 2007

Note biografiche a cura di Daniele Cicuzza, revisione Catia Righi.


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titolo: palme della Nuova Caledonia (Le)
e-text del: 22 luglio 2008
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