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Bellini, Vincenzo

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Vincenzo BelliniVincenzo Bellini (Catania, 3 novembre 1801 - Puteaux, 23 settembre 1835).

Studiò musica prima a Catania, sua città natale, poi a partire dal 1819, grazie ad una borsa di studio offerta dal comune di Catania, si trasferì a Napoli per perfezionarsi al conservatorio. Qui tra i suoi maestri ebbe Nicola Antonio Zingarelli, che lo indirizzò verso lo studio dei classici e il gusto per la melodia piana ed espressiva, senza artifici e abbellimenti, secondo i dettami della scuola musicale napoletana. Tra i banchi del conservatorio conobbe il calabrese Francesco Florimo, la cui fedele amicizia lo accompagnerà per tutta la vita e dopo la morte, allorché Florimo diventerà bibliotecario del conservatorio di Napoli e sarà tra i primi biografi dell'amico prematuramente scomparso.

In questo periodo Bellini compose musica sacra, alcune sinfonie d'opera e alcune arie per voce e orchestra, tra cui la celebre Dolente immagine, oggi nota solo nelle successive rielaborazioni per voce e pianoforte. Nel 1825 presentò al teatrino del conservatorio la sua prima opera, Adelson e Salvini, come lavoro finale del corso di composizione. L'anno dopo colse il primo grande successo con Bianca e Fernando, andata in scena al teatro San Carlo di Napoli col titolo ritoccato in Bianca e Gernando per non mancare di rispetto al principe Ferdinando di Borbone.

L'anno seguente il celebre Domenico Barbaja commissionò a Bellini un'opera da rappresentare al Teatro alla Scala di Milano. Sia Il pirata (1827) che La straniera (1829) ottennero alla Scala un clamoroso successo: la stampa milanese riconosceva in Bellini l'unico operista italiano in grado di contrapporre a Gioachino Rossini uno stile personale, basato su una maggiore aderenza della musica al dramma e sul primato del canto espressivo rispetto al canto fiorito.

Meno fortuna ebbe nel 1829 Zaira, rappresentata a Parma. Lo stile di Bellini mal si adattava ai gusti del pubblico di provincia, più tradizionalista. Delle cinque opere successive, le più riuscite sono non a caso quelle scritte per il pubblico di Milano (La sonnambula, e Norma, entrambe andate in scena nel 1831) e Parigi (I puritani - 1835). In questo periodo compose anche due opere per il Teatro La Fenice di Venezia: I Capuleti e i Montecchi (1830), per i quali adattò parte della musica scritta per Zaira, e la sfortunata Beatrice di Tenda (1833).

La svolta decisiva nella carriera e nell'arte del musicista catanese coincise con la sua partenza dall'Italia alla volta di Parigi. Qui Bellini entrò in contatto con alcuni dei più grandi compositori d'Europa, tra cui Frédéric Chopin, e il suo linguaggio musicale si arricchì di colori e soluzioni nuove, pur conservando intatta l'ispirazione melodica di sempre. Oltre ai Puritani, scritti in italiano per il Théâtre-Italien, a Parigi Bellini compose numerose romanze da camera di grande interesse, alcune delle quali in francese, dimostrandosi pronto a comporre un'opera in francese per il Teatro dell'Opéra di Parigi. Ma la sua carriera e la sua vita furono stroncate a meno di 34 anni da un'infezione intestinale probabilmente contratta all'inizio del 1830.

Bellini fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, dove rimase per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. Nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania.

Note biografiche tratte (e riassunte) da WikiPedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Bellinilink esterno


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I file audio (istruzioni e licenze)

opera: sonnambula (La)
album: n. d.
anno: 1952
tipo registrazione: In studio, analogica
etichetta: n. d.
genere: Opera
artisti:
  • Anelli, Anna Maria (ruolo: Mezzo-Soprano)
  • Bellini, Vincenzo (ruolo: Composer)
  • Coro Cetra (ruolo: Coro)
  • Latinucci, Pier Luigi (ruolo: Basso)
  • Orchestra Sinfonica di Torino della RAI (ruolo: Orchestra)
  • Pagliughi, Lina (ruolo: Soprano)
  • Ruggeri, Wanda (ruolo: Soprano)
  • Siepi, Cesare (ruolo: Basso)
  • Tagliavini, Ferruccio (ruolo: Tenore)
brani:
  • [non disponibile] (formato OGG)
Edizione LiberMusica:
data:   18 luglio 2006
a cura di: Marco Calvo, http://www.marcocalvo.it/
Stefano D'Urso
licenza: Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5link esterno
note:

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