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La Bibbia, la Gerusalemme Liberata, i Promessi Sposi:
la biblioteca ha già messo su Internet 293 testi

"Liber Liber" libera
la letteratura italiana

di MARTA MANDO'

"Ho appena finito la Gerusalemme Liberata. Ora, se nessuno è già al lavoro, vorrei iniziare la Bibbia". "Sono una studentessa di lettere di Milano e mi piacerebbe lavorare su La Giara di Pirandello". Lavorano scambiandosi messaggi asciutti come questi i volontari di "Liber Liber", un'associazione italiana no profit che dal 1993 ha avviato su Internet il "progetto Manuzio" dedicato alla libera distribuzione in rete dei classici della letteratura italiana.

E' iniziato per caso, da un gruppo di appassionati di letteratura e di informatica che partecipavano a una conferenza telematica dedicata alla narrativa. Sembra passato un secolo, da allora, ma fino a pochi anni fa gli internettisti italiani vivevano dentro queste "cantine telematiche" all'interno delle Bbs. Poi un messaggio, un altro, e poi la proposta: "Avete visto l'associazione Gutenberg negli Usa? Mette in rete i testi di letteratura, ma neanche uno è in italiano". Quindi una prima risposta: "Mi sembra un'iniziativa valida. Perché non proviamo anche noi?".

E da quel momento, dodici volontari per tre mesi hanno lavorato come amanuensi con i Malavoglia sulle ginocchia, ribattendo sulla tastiera lettera per lettera, pagina per pagina, e utilizzando solo la posta elettronica per scambiarsi le proprie impressioni. Il risultato, a quanto dicono oggi i responsabili di "Liber Liber", è andato oltre a qualsiasi aspettativa. Fino a una telefonata, arrivata dalla Polonia, di uno studente non vedente che ringraziava perché finalmente poteva "leggere" la Divina Commedia. Da allora, i testi sono in un formato (ISO Latin) accessibile da tutti i tipi di computer e anche con un display braille.

In più di quattro anni di attività - e per un progetto telematico si tratta di un tempo di tutto rispetto - la biblioteca del "progetto Manuzio" ha messo in rete 293 testi liberi da copyright o "regalati" da case editrici e da vari autori, e oggi ha un media di cinque-seti nuovi libri al mese, con circa 800 accessi al giorno, otto mirror ospitati e 164 libri in lavorazione. Centinaia di persone, che forse non si vedranno mai de visu, ma che hanno creato una piccola catena di montaggio. Armati di scanner, si scambiano file dei capitoli per la revisione, mail per gli appunti, fino al momento del varo su Internet. Con il risultato che in un minuto di collegamento si prende la Divina Commedia. E se si va a vedere la Biblioteca, ospitata gratuitamente da una società di informatica di Roma e dal Dipartimento di scienze dell'informazione dell'Università di Milano, oltre al gettonatissimo Promessi Sposi, si scopre una piccola grande chicca. Il libro più costoso venduto in Italia, il De Aetna (opera minore di Pietro Bembo redatta nel 1496 ed edita proprio da Aldo Manuzio e di recente venduto all'asta di Christie's a Roma per 464 milioni), è lì nella sua forma elettronica, per gentile concessione del suo anonimo proprietario. Con i suoi caratteri tipografici che hanno segnato gli albori della storia dell'editoria, a fare i conti, sono quasi ottanta milioni a pagina. Gratis su Internet.

(17 gennaio 1998)

 

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